Capitolo 22: Alti e bassi

73 6 0
                                    

Samantha chiuse gli occhi per un momento, sporgendosi appena dal balconcino della stanza che lei e Lucifer occupavano da ormai quasi una settimana.
-Potrei quasi abituarmici.-sussurrò, inspirando l'aria di New Orleans, guardando poi di sotto. La strada era gremita di persone, il Mardi Gras si stava avvicinando e i negozianti avevano iniziato a decorare le vetrine.
-Dici?-sorrise Lucifer, abbracciandola da dietro. -Sì, beh, siamo già stati due volte al Museum of Death e tre volte a casa di Madame LaLaurie, credo che fra poco potrebbero darci la residenza ad honorem.-ridacchiò.
-Ammettilo, ti è piaciuto quel locale jazz dell'altra sera.-voltò appena la testa per guardarlo.
-Solo perché finalmente ho trovato un pianista bravo quasi quanto me.-ricambiò lo sguardo, sporgendosi poi per baciarla con trasporto. Lei gli gettò le braccia al collo, chiudendo gli occhi. -Che dici, cacciatrice...usciamo a cena, per la nostra ultima sera qui sulla Costa Est?-chiese poi il Diavolo, accarezzandole il viso.
Samantha si leccò le labbra. -È già...ora?-sussurrò. -Non...non me ne sono accorta.-distolse lo sguardo.
-Beh, la detective ti aspetta per risolvere i casi, e...Mazikeen è una pessima padrona di casa per il Lux.-mormorò. -Ma possiamo tornarci, fra qualche mese.-sorrise, alzandole il volto con due dita sotto al mento. -E potremmo fare la crociera sul fiume, mh?
La donna annuì, sorridendo appena. -Va bene.-sussurrò. L'altro la baciò sulla fronte con delicatezza, poi si spostò verso l'armadio per decidere cosa mettere quella sera.

I bicchieri di cristallo tintinnarono al tocco dell'uno contro l'altro. Lucifer portò il calice alle labbra, prendendo un sorso di vino e osservando Samantha di sottecchi. -Ti piace il gumbo?-indicò il piatto dell'altra ancora mezzo pieno.
-È...molto speziato.-mormorò, con voce assente. Prese poi un altro sorso di zuppa, masticando un gamberetto.
-Tutto qui? Per quello sembri così abbattuta?-ridacchiò. -Puoi sempre ordinarne uno con meno peperoncino.-le fece l'occhiolino. Lei alzò le spalle, continuando a mangiare in silenzio.
Lucifer sospirò. -Credevo che...ti avrebbe fatto piacere, mangiare...piatti tipici in un posto carino.-mormorò, quasi tristemente.
Samantha alzò lo sguardo e gli prese la mano. -Oh, Luci...-sussurrò. -Mi dispiace. Hai avuto un'idea meravigliosa, questo ristorante è fantastico.-sorrise appena. -Sono solo...preoccupata. Mia madre non ha risposto al telefono prima, quando l'ho chiamata. E nemmeno Gabriel.
Lucifer ricambiò la stretta della mano. -Samantha, credo che tu debba smetterla di preoccuparti così tanto.-sussurrò. -Forse Mary si è addormentata, e Gabriel è in ospedale o sui libri a fare ricerche. Sai benissimo che ha un pessimo rapporto con i cellulari.
Samantha annui, sorridendo poi all'altro. -Grazie, Lucifer. Questa è stata la...la settimana migliore degli ultimi anni, e tu...tu sei meraviglioso, non avresti potuto fare di meglio.-si leccò le labbra. -Inizio quasi a pensare di non meritarti...-abbassò lo sguardo.
Il Diavolo la guardò, poi si alzò in piedi e le porse la mano. -Ultima passeggiata prima di tornare nell'appartamento?-sorrise.

Samantha si strinse nella giacca che Lucifer le aveva messo sulle spalle. L'aria era fresca, ma sopportabile.
-Credo che tu non mi abbia detto tutto a proposito di New Orleans, Samantha.-disse Lucifer, mentre la teneva per mano. -In questi giorni mi è sembrato...che tu conoscessi piuttosto bene il posto.
-Ricordi...di quando ti ho detto dell'ex fidanzato vampiro di Dean?-mormorò. -Lui era di qui.-si leccò le labbra. -Sono venuta qui con mio fratello, una volta, e...mi sono innamorata di questa città.-sospirò. -...è qui che ho incontrato Ruben per la prima volta.
Lucifer strinse il pugno, sentendo il nome del demone. -Oh, Sammy, se solo potessi mettergli le mani addosso...-sibilò. Samantha si mise davanti a lui e lo baciò delicatamente sulle labbra.
-Non ne vale la pena.-sussurrò. -Ormai è tutto passato, è...solo una vecchia ferita.-gli accarezzò il viso. -Ora...che ne pensi di tornare all'appartamento e...concludere la serata con un po' di quel gin che c'è nella credenza?-ridacchiò.
-Quella porcheria? Scordatelo.-borbottò lui. -Preferisco sciacquarmi la bocca con l'acqua del water.
-Come sei brontolone.-mormorò lei. -Pensa a Cas e Dean, che ora stanno tornando a casa da Cuba. Spero che mio fratello si sia dato un contegno con l'alcol.
-La trovo una cosa impossibile.-ridacchiò Lucifer. -Quei due avranno bevuto e scopato su qualsiasi superficie orizzontale e verticale. Se Cas potesse restare incinto, a quest'ora lo sarebbe già.
Samantha si lasciò sfuggire una risata. -Beh, in realtà mio fratello sarebbe un padre fantastico.-sorrise appena. -Anche Castiel, credo...forse dovrà solo imparare un po' a proposito dei bambini umani.-si immaginò il cognato mentre teneva un bambino in braccio a testa in giù.
-Sarebbe una cosa esilarante, vedere Castiel fare il padre.-rise. -Credo che il peggiore sarebbe Gabriel, però...-scrollò la testa.
-Gabe? Nah. Lui sarebbe un padre spettacolare, se solo non avesse lui stesso bisogno della supervisione di un adulto.-ridacchiò Samantha, accarezzando poi il viso di Lucifer. -...forza, andiamo a svuotare la credenza del proprietario di casa.-gli fece l'occhiolino.

Varcarono la soglia dell'appartamento con le labbra incollate assieme, Samantha quasi era saltata in braccio al Diavolo, che l'aveva stretta con delicatezza.
-Sei sicura, Sam...?-sussurrò lui sulle sue labbra. -Non voglio...forzarti a fare nul-...-la cacciatrice lo zittì di nuovo con un bacio.
Caracollarono fino al divano, e lei cercò di indirizzarlo verso la camera da letto.
-Il divano è...è più vicino...-ansimò Lucifer, ma l'altra lo ignorò, spingendolo poi verso il materasso . Il Diavolo cadde di schiena, osservandola mentre cercava di abbassare invano la zip dell'abito.
-Dannazione, si è incastrata...-bofonchiò. -Uff...
-Vieni qui.-lui si sedette sul bordo del letto, allungando le mani per cercare di sbloccare la cerniera. -È un problema se il vestito si rompe? Qui la vedo piuttosto grigia...
-Fa' pure.-mormorò, quasi rassegnata. -Posso sempre comprarne un altro.
Lucifer riuscì a liberarla da quella gabbia di stoffa dopo qualche minuto, e Samantha sgusciò fuori dal vestito nero goffamente, buttando giù alcuni soprammobili dal comodino. -Sembro una giraffa in un negozio di porcellane...
-Credevo che la metafora fosse con l'elefante...-disse Lucifer, mentre si sbottonava la camicia nera con movimenti lenti delle dita. Samantha incrociò le braccia al petto, una volta rimasta in reggiseno e slip.
-Io sono alta e sgraziata, esattamente come un cucciolo di giraffa.-disse risoluta, andando a sedersi a cavalcioni del Diavolo e accarezzandogli la pelle nuda del petto. -Un giorno capirò come tu possa essere...così sexy...-spostò le mani sul suo viso, accarezzandogli le guance. -...e così dolce, e paziente...-lo baciò con passione, chiudendo gli occhi. Lui si staccò subito, spostando le labbra sul collo dell'altra, che si lasciò sfuggire un breve sospiro di piacere. Samantha passò una mano fra i capelli corti della nuca dell'altro, sentendo la sua bocca scendere ancora di più, verso il suo seno.
-Sei...sei ancora t-troppo vestito, Diavolo-oh...-si morse il labbro inferiore con forza per non gemere.
Lucifer, in risposta, si tolse la camicia con fare sensuale, passando poi alla cintura dei pantaloni. -Va bene così, cacciatrice?-sussurrò sulle sue labbra. Lei si sollevò appena, invertendo le posizioni e trascinandolo sopra di sé.
-Qual è il tuo desiderio più profondo e recondito, Lucifer?-sussurrò a un millimetro dal suo viso.
Lui la baciò con trasporto.

Il mattino seguente Samantha si svegliò alle prime luci dell'alba. I ricordi della notte precedente la investirono quasi di getto, e si toccò le labbra ancora gonfie per i baci e i morsi dell'altro. Fu subito investita da una sensazione di calore e di benessere, e si lasciò sfuggire un sorriso.
Il telefono squillò sul suo comodino. Si mise a sedere, rispondendo con una mano, mentre con l'altra accarezzava i capelli di un Lucifer ancora nel mondo dei sogni.
-Pronto?-sussurrò con un filo di voce.
-Sammy? Sono...Dean.-la voce del fratello era strana, come se avesse pianto. Samantha aggrottò la fronte, preoccupata.
-Dean, va tutto bene? Cos'è successo?-alzò appena la voce, e il Diavolo aprì gli occhi. Vedendo il volto di Samantha corrucciato si rabbuiò.
-Sammy... la-la mamma è morta.-disse Dean, tirando poi su col naso. -G-Gabriel mi ha chiamato un'ora fa, lei...se n'è andata stanotte.
Samantha restò pietrificata dalla notizia, voltandosi di scatto verso Lucifer, che guardò la compagna con gli occhi spalancati. Gli aveva detto di avere ancora qualche mese, non poteva...
-Dean, mi dispiace tanto.-il Diavolo prese il telefono dalle mani di Samantha. -Voi state...tornando a Lebanon?
-Siamo...a Boston, ora. Non dovremmo metterci troppo.-deglutì il Winchester. -Cas è...è devastato. Gabriel...lasciamo perdere.-sospirò. -Ci vediamo a casa, Lucifer. Occupati...occupati di mia sorella.-chiuse la chiamata.
Lucifer mise il telefono sul comodino e prese subito Samantha fra le braccia. Lei resistette qualche secondo, poi iniziò a singhiozzare.

Hello, Agent!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora