La vigilia di Natale arrivò in fretta, e Lucifer era ancora a Lebanon. Mary era sorpresa dalla volontà del Re dell'Inferno di voler restare fino all'anno nuovo, anche se sospettava fosse perché voleva conoscere di più Samantha.
Tuttavia la cacciatrice non era quasi mai reperibile. Trascorreva le giornate nella sua stanza o in cucina, china su antichi libri di incantesimi, spesso la madre la sentiva starnutire più volte a causa della polvere che ricopriva quei volumi. Gabriel raramente la aiutava, stava recuperando il tempo perduto con i suoi fratelli, e Dean e Castiel erano troppo occupati a discutere sulle faccende inerenti al matrimonio per focalizzarsi su argomenti così noiosi.
Mary appoggiò una mano sulla spalla della figlia, che assorta nella lettura sussultò di colpo. -Lucifer, quante volte ti ho detto di...-si voltò, vedendo il viso della madre. -Mamma.-mormorò. -Va...tutto bene? Ti senti male?- scattò in piedi, pronta a chiamare gli altri.
-Sammy, io credo che ti serva una pausa.-disse Mary, facendola sedere e accomodandosi di fianco a lei. -Perché non esci a fare una passeggiata?- le prese una mano, guardandola con fare apprensivo.
-N-Nessuno sta più facendo ricerche per trovarti una cura.-mormorò. -E non-non posso guardarti morire senza sapere di aver fatto il possibile per impedirlo.
-Tu stai facendo il possibile per aiutarmi, Sammy.-sussurrò Mary, prendendole il viso fra le mani. -Ma qui c'è un uomo che ha attraversato l'America per stare con te e l'hai completamente ignorato per giorni.
-Non è un uomo.-disse l'altra, aggrottando la fronte. -È il Diavolo.-specificò.
-Ciò non toglie che sia qui perché vuole conoscerti di più, Sam.-le accarezzò appena i capelli. -E poi, oggi è la vigilia di Natale, e...
Samantha sbatté le palpebre. -...oh, no.-sussurrò. -Non...non ho fatto regali a nessuno, sono...così idiota!-si alzò in piedi, guardando l'orologio sul muro. -Sono le dieci del mattino, forse faccio ancora in tempo...-corse a prendere la giacca, andando a sbattere contro Lucifer nel corridoio.
-Agente!-esclamò lui, sorpreso. -Dove corri così di fretta?
-Ho...dimenticato i regali.-disse. -Sono così stupida, ho perso la cognizione del tempo e..
-Vuoi che venga con te?-le chiese gentilmente, tenendo le mani sulle sue spalle. Lei gli sorrise, poi annuì.
-Mi piacerebbe molto, Lucifer.-sussurrò, facendo sorridere apertamente l'altro.Tornarono a casa nel primo pomeriggio. Samantha parcheggiò l'Impala al suo posto nel vialetto, tirando il freno a mano.
-Sei...un pilota spericolato, Samantha Winchester.-disse Lucifer, scendendo dall'auto e andando ad aprire la portiera della donna.
-Solo perché è stato Dean a insegnarmi a guidare. La mia patente è falsa.-ridacchiò, prendendo la mano che il Diavolo le stava porgendo e chiudendo la macchina.
-Ti va di...non entrare subito in casa?-le chiese, incerto.
-Vuoi restare qui fuori al freddo?-ridacchiò. -D'accordo, Diavolo.-sorrise appena.
Lucifer non le aveva ancora lasciato la mano. I due si diressero verso la panchina sul retro della casa, sedendosi su di essa.
Samantha si strinse nel cappotto blu scuro, voltandosi poi verso l'altro. -Mi dispiace di non essere stata molto presente, in questo periodo.-mormorò.
-Non importa.-passò un braccio attorno alle sue spalle, tirandosela addosso. -Eri impegnata a trovare una cura per Mary, lo posso capire.-le sorrise. -E poi, ho ritrovato la mia famiglia, di certo non mi sono annoiato.
-Ti hanno già coinvolto nel delirio generale per le nozze?-gli chiese, ridendo.
-Oh sì, tua madre vuole che vada con i miei fratelli a scegliere il vestito per Castiel.-mormorò. -Non si fida dei gusti di Gabriel.
-La capisco, fosse per lui Cas arriverebbe all'altare con i pantaloni da spogliarellista, quelli col velcro.-mormorò lei, ridendo.
-Credo non sappia che potrei farlo anche io.-si leccò le labbra, guardando poi Samantha.
-Ma non lo faresti, perché vuoi bene a Castiel.-ricambiò lo sguardo.
-Cassie è come un cucciolo abbandonato, non puoi non volergli bene.-abbozzò un sorriso.
La cacciatrice scrollò la testa. -In effetti...-sospirò, poi si alzò in piedi. -Dai, portiamo dentro i regali. Dobbiamo sistemarli sotto l'albero.-sorrise.Quella sera la famiglia al completo era in salotto. Gabriel, come un bambino, era sotto l'albero a contare i suoi regali. -Com'è che ne ho solo tre?-chiese.
-Uno è da parte mia e di Dean.-disse Castiel, seduto sulle ginocchia del fidanzato.
-...e uno è da parte mia e di Samantha!-concluse Lucifer, sistemato sulla poltrona con la cacciatrice seduta sul bracciolo di fianco a lui.
-E uno è mio.-sorrise Mary, appoggiando una mano sulla spalla di Gabriel.
-Forza, aprili!-esclamò Samantha, ridacchiando.
-Ma Sammy, non è mezzanotte!-protestò Dean. -Allora voglio aprirli anche io!
-Bambini.- disse Mary. -I regali si aprono la mattina di Natale, lo sapete benissimo.-li ammonì con uno sguardo eloquente. -Io vado a dormire, buonanotte ragazzi.-sorrise, avviandosi fuori dal salotto.
Gabriel e Dean si scoccarono un'occhiata d'intesa, poi l'arcangelo prese in mano il pacchetto da parte di Mary.
-Gabriel!-disse Castiel. -Devi portare pazienza solo fino a domani!-protestò.
-Solo perché tu non hai regali da scartare non significa che tu debba rovinare la festa a tutti.-borbottò, incrociando le braccia al petto come un bambino.
Samantha si alzò in piedi e si chinò per dare un bacio sulla fronte a Gabriel. -Vado a dormire anche io. Tu non fare il musone.-gli rivolse uno sguardo eloquente. L'arcangelo annui a testa bassa, guardando la donna salire le scale. -...okay, Lucifer, ora puoi tirare fuori il pacchetto.-sussurrò allora.
-Quale pacchetto?-chiese Dean, perplesso.
Lucifer, in risposta, estrasse dalla tasca della vestaglia una scatolina. -È per Samantha.- spiegò.
Castiel seguì Lucifer con lo sguardo, mentre il Diavolo sistemava il regalo in mezzo agli altri, sotto l'albero.
-Che le hai preso?-sussurrò a bassa voce.
-Segreto.-rise Gabriel. -Lo abbiamo scelto io e Luci.
-Quindi è da parte vostra?-Dean aggrottò la fronte.
-Mia.-rispose Lucifer. -Solo...mia.
L'angelo scese dalle ginocchia del fidanzato e guardò l'albero di Natale. -È...una bella tradizione.-disse. -...l'albero, i biscotti, i regali...-sorrise. -Ora capisco perché papà amava gli umani. Sono...fonte di gioia gli uni per gli altri.-si voltò verso Dean. -Sono felice di essere qui.-sorrise appena. Gabriel e Lucifer si scambiarono un'occhiata.
-...melodrammatico...-borbottò l'arcangelo, fingendo di tossire.Alle due del mattino Lucifer sentì dei rumori provenire dalla cucina. Preoccupato, scese in fretta le scale a piedi nudi, prendendo un ombrello per mettere KO un eventuale intruso.
La luce era accesa, e c'era un trambusto di pentole e piatti che echeggiava nel silenzio della notte.
Lucifer si tranquillizzò, quando vide sbucare Samantha da sotto il fornello. Bussò allo stipite delicatamente, per annunciarsi.
La donna si voltò, ritrovandosi davanti il Diavolo in vestaglia e pantaloni del pigiama.
-Sei quasi carino, conciato così.-disse lei. -Anche se ti preferisco con la camicia.
-E ancora non mi hai visto nudo, pensa un po'.-ridacchiò malizioso.
-Ti ho visto nudo.-ribatté. -L'altra mattina sei uscito dal bagno senza asciugamano addosso, a Castiel è quasi venuto un infarto.
-Però ammettilo, lo spettacolo ti è piaciuto.-sorrise beffardo.
-...non ammetto né smentisco nulla.-bofonchiò, prendendo il bollitore e appoggiandolo nel lavandino. -Volevo...prepararmi un the, ne vuoi un po'?-sorrise poi.
Lucifer annui. -Va bene, ma...-si leccò le labbra. -Non darmi di nuovo la tazza di Gabriel con gli unicorni. Sai che si arrabbia se scopre che l'ho usata.
-Sarà fatto.-ridacchiò, mettendo il bollitore pieno sul fornello.
Il Diavolo guardò la donna di spalle, sorridendo appena. -Sammy?-chiamò. Lei si voltò subito.
-Non...non mi avevi mai...chiamata così.-sussurrò.
-Tua madre e tuo fratello ti chiamano così, e Gabriel ti chiama Sammy-Pooh, anche se la trovo una cosa ripugnante.-scrollò la testa.
-Sammy è la ragazzina con l'apparecchio e le trecce che prendeva bei voti in seconda media.-mormorò. -Sammy-Pooh è...qualsiasi immagine distorta che Gabe abbia di me.-rise. -Io sono...solo Samantha.-alzò le spalle.
-Perciò non mi è...permesso chiamarti Sammy?-chiese, perplesso.
-Preferisco quando mi chiami agente.-disse. -O Samantha, quelle poche volte che usi il mio nome.
-D'accordo, agente.-sorrise, avvicinandosi a lei e prendendole il viso fra le mani.
Lei chiuse appena gli occhi, ma il fischio sordo del bollitore fece voltare Samantha per spegnere il fornello. Lucifer borbottò qualcosa di indefinito.
La cacciatrice riempì due tazze d'acqua, poi immerse in esse una bustina di the, porgendone una a Lucifer.
Il Diavolo sospirò, prendendo la tazza e andando a sedersi a tavola. Prese un sorso di the, chiudendo gli occhi per un attimo. -È...inglese?-aggrottò la fronte.
-Una...guilty pleasure di mia madre.-spiegò, sorseggiando lentamente a sua volta. Guardò fuori dalla finestra il paesaggio ancora innevato.
-È quasi poetico, non trovi?-sussurrò. -La neve che imbianca i tetti delle case, i camini che ancora fumano...-sorrise appena. -Sicuramente i vicini staranno già aprendo i regali di Natale...
-Beh, è stato difficile levare Gabriel dai suoi, sembrava un avvoltoio.-commentò Lucifer.
-È così ogni anno.-ridacchiò. -Ormai ci abbiamo fatto l'abitudine. È un bambino troppo cresciuto.
-Di qualche milione di anni, però...-aggiunse l'altro, appoggiando poi la tazza sul tavolo. -Samantha, possiamo...parlare?
Lei mise la propria tazza di fianco a quella di Lucifer, poi si alzò in piedi. -Vuoi...spostarti in salotto?
Lucifer annui, ma varcando la soglia del salotto, qualche minuto dopo, si accorse di un rametto di vischio che pendeva sopra le loro teste.
-Ehm...-indicò a Samantha la piantina.
Lei si lasciò sfuggire una risatina. -Oh. Finalmente l'hai notata.-si leccò le labbra.
-Finalmente...?-aggrottò la fronte.
-L'ho sistemata io ieri sera.-disse. -Speravo che...te ne accorgessi prima, ecco.
Lucifer sorrise apertamente, accarezzandole il viso delicatamente. -Quindi mi hai portato qui perché volevi che lo vedessi?
In risposta, lei si sporse in avanti e lo baciò a stampo. -Ti ho portato qui perché volevo fare questo.-gli sorrise.
Lucifer restò immobile, ancora confuso per il gesto così repentino, poi la prese per i fianchi e la sollevò appena, abbastanza per permetterle di avvolgere le gambe attorno ai suoi fianchi. Samantha incrociò i polsi sulla nuca del Diavolo, baciandolo di nuovo. Lui se la tirò più addosso, cadendo sul divano con lei a cavalcioni.
-L-Luc...-si staccò dalle sue labbra, guardandolo negli occhi. Gli sorrise ancora -Buon Natale.-sussurrò.
Lui le sistemò una ciocca di capelli scuri dietro l'orecchio. -Buon Natale, agente.- e riprese a baciarla con foga.
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Hello, Agent!
FanfictionLucifer Morningstar, il Diavolo in persona, collabora da parecchio con la polizia di Los Angeles per acciuffare i cattivoni. L'FBI un giorno si presenta su una scena del crimine apparentemente non sospetta. Ma c'è qualcosa di strano in quegli agenti...