Capitolo 5: Welcome to LA

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-Benvenuta a Los Angeles, agente.- disse teatralmente Lucifer, aprendo la portiera della sua auto a una titubante Samantha.
-Rispiegami perché mi sono fatta convincere a fare un giro con te.- mormorò. -Ah no, giusto. Non ho accettato.- incrociò le braccia al petto. -Ti avevo chiesto di darmi un passaggio fino al motel, non di portarmi nel bel mezzo della città.
-Oh, non fare così, cacciatrice. Lo so che in fondo fremi dalla voglia di esplorare la città degli angeli.- si leccò le labbra. -Anche se beh, la vera città degli angeli è una vera noia, in confronto a LA.
-Cas non parla mai del Paradiso.- rispose in modo assente.
Lucifer la guardò, poi le porse la mano. -Non pensare a quell'idiota del mio fratellino, ora.- sorrise. -Dobbiamo festeggiare la tua temporanea tregua con la detective.
-Sottolineamo temporanea.- scese dall'auto, senza prendergli la mano. -Allora? Dove andiamo?
-Quanta fretta, agente.- ridacchiò lui. -Los Angeles non è una città fatta di mete, ma per vagare per ore senza alcun motivo.
-Oh. Ora capisco perché hai scelto LA.- lo guardò negli occhi. -...ti rispecchia.
-Perché sono pieno di possibilità?-sorrise beffardo.
-Perché credo, Lucifer, che tu sia soltanto tanta apparenza.- si leccò le labbra, poi mandò un sms a Dean per avvertirlo che avrebbe fatto tardi.
Lucifer la fissò in silenzio, poi distolse lo sguardo e scrollò la testa, come per togliersi di dosso dei pensieri scomodi.
Samantha spostò lo sguardo su Lucifer. -Va tutto bene?- domandò. -Non... non era mia intenzione offenderti.
Lui si leccò le labbra. -Non sei la prima che me lo dice.- disse. -Lo so, sono il Diavolo, sono cattivo e superficiale.
-Non ho mai...detto che tu fossi cattivo.- appoggiò una mano sul suo braccio. -Io non credo che tu lo sia.
Lucifer la guardò negli occhi attentamente. -Samantha, qual è il tuo desiderio più profondo e recondito?- le chiese, cercando di sfruttare il suo talento di scopritore della verità...e dei segreti scomodi.
Lei aggrottò la fronte. -Non... non lo so, Lucifer. In questo momento forse... il pranzo? Sto morendo di fame.- si voltò per guardarsi attorno, alla ricerca di un posto dove fermarsi.
Il Diavolo si passò una mano sul viso. I suoi poteri di soggiogamento non avevano funzionato, come sospettava.
-Possiamo... andare in un pub qui vicino. Il proprietario mi deve un favore.- propose.
-Scommetto che parecchia gente qui ti deve un favore.- piegò di lato la testa, guardandolo negli occhi.
In risposta, Lucifer annui, ridacchiando appena.

-È il miglior hamburger vegetariano che abbia mai mangiato!-esclamò Samantha, addentando un altro boccone.
-Solo a te possono piacere...queste cose.- Lucifer fece una smorfia, portando poi alla bocca con fare sensuale una patatina fritta.
-Queste cose?- aggrottò la fronte, lasciandosi sfuggire una risatina. -Oh, quindi sei come mio fratello, sulla via del colesterolo alto.
-Sono una creatura celeste, non ho problemi di colesterolo.- disse.
-Scommetto che non hai preso un hamburger perché sei una di quelle persone che lo mangia con coltello e forchetta.- lo guardò negli occhi. Lucifer scrollò la testa.
-Sei un esserino piuttosto indisponente, te l'hanno mai detto?- rispose lui.
Si leccò le labbra, prendendo poi un tovagliolino per pulirsi. -Abbastanza.- ridacchiò. -Non sei il primo che me lo dice.- gli fece l'occhiolino, riprendendo poi a mangiare.
Lucifer prese un sorso di milkshake al cioccolato dalla cannuccia. -Allora...da quando Pinco Panco e Panco Pinco stanno insieme?- mormorò.
-Intendi...mio fratello e Cas?-lei ridacchiò. -Uhm...vuoi la storia breve o quella lunga?
-Dipende da quanto è lunga. Non sono una persona che ama i lieti fine, gli unicorni e gli uccellini che cinguettano.- mormorò.
-Stanno non ufficialmente insieme da sei anni ma ufficialmente da...uno, credo.-scrollò la testa. -Non hai idea di quanto possano essere testardi e sentimentalmente ciechi, quei due.
-Sentimentalmente ciechi?- si lasciò sfuggire una risatina.
-Sei anni di sguardi eloquenti e eye-sex costante.- mise in bocca un paio di patatine. -Dean era ancora convinto di essere totalmente etero.
-Perché, davvero credeva di esserlo?- ridacchiò. -Nessuno è completamente etero. Io stesso ne ho convertiti un paio al lato oscuro.- aggiunse, sogghignando.
-Lato oscuro? Cos'è, Star Wars?- scrollò la testa.
-Oh si. In effetti, mi vedo molto come un Sith Lord, ogni tanto.- si sistemò la cravatta con teatralità.
-E tu e la detective?- mormorò.
-Io e la detective...cosa?- era perplesso.
-Quanto tempo fa siete finiti a letto.- spiegò.
-Oh...no, non siamo mai...- si leccò le labbra. -...io e lei siamo soltanto partner al lavoro. E anche amici.
-Beh, hai... uno strano modo di guardare gli amici.- disse. -La fissi come se fosse... il sole, non so se mi spiego.
Lucifer annuì in silenzio, poi sospirò. -Non ha... mai ceduto al mio fascino.- mormorò. -Per me lei è un'amica sincera.
-È così facile soccombere al tuo fascino?- lo guardò negli occhi.
-Beh, di solito sì.- rise. -Ma...anche tu non hai ceduto.
-Non sono una persona attratta dalle apparenze.- alzò le spalle. -E poi, dopo Ruben difficilmente mi lascio andare, soprattutto con gli uomini.- abbassò lo sguardo.
Le prese una mano delicatamente. Lei sussultò, ma lo lasciò fare.
-Non tutti gli uomini sono dei demoni...o dei perfetti imbecilli.- mormorò.
-Tu a quale categoria appartieni, Lucifer?-chiese, guardando le loro mani intrecciate.
-Ancora devo capirlo.- disse, guardando fuori dalla finestra.

-Vuoi davvero portarmi all'Osservatorio Griffith?-ridacchiò, salendo in auto.
-Perché no?- mormorò. -Non è un posto affollato, e poi è uno dei simboli di Los Angeles.- si mise al posto di guida. -Non puoi venire qui e non vederlo.
-Beh, La La Land è pur sempre uno dei miei film preferiti.- sorrise appena.
-Davvero? Ti piace quella porcata?- le scoccò un'occhiataccia.
-Scherzi, vero? È un film meraviglioso. E poi, tu un po' somigli al personaggio di Ryan Gosling.- lo canzonò.
-Oh, io e Gosling non abbiamo nulla in comune.- mormorò. -Suono il pianoforte molto meglio di lui, questo è sicuro.
-Quindi hai visto La La Land.-lo guardò.
-Solo perché le canzoni sono...accettabili.- disse, abbassando la voce.
Il telefono di Samantha squillò. -Pronto?
-Samantha, si può sapere dove sei finita?- Dean dalla voce sembrava parecchio alterato.
-Sono con...Lucifer, perché?-aggrottò la fronte.
-Devi venire qui in commissariato. La detective non vuole farci accedere ai file della vittima.
-Quindi l'hanno identificata?-sbatté le palpebre. -...arriviamo subito.- chiuse la telefonata.
-Tuo fratello?- chiese Lucifer.
-Dobbiamo tornare in commissariato.-disse. -La detective ci sta mettendo di nuovo i bastoni fra le ruote.-sospirò.
Lucifer fece inversione di marcia.

Chloe stava studiando alcuni file del caso nel suo ufficio, mentre Dean e Castiel stavano discutendo in corridoio sul da farsi. Samantha arrivò a passo svelto, seguita da Lucifer.
-Cos'è, ora è diventato la tua guardia del corpo?- chiese Dean, scoccando un'occhiataccia a Lucifer.
-Beh, sicuramente sarei più in grado di proteggerla di entrambi voi messi assieme.- rispose Lucifer. Samantha nemmeno fece caso ai due. -Vado da lei.-disse, osservando Chloe dal vetro. Fece per aprire la porta ma qualcuno la fece cadere a terra.
-Mi dispiace!-esclamò un uomo col distintivo appuntato sulla cintura. La cacciatrice sentì un bruciore all'altezza del fianco, le era caduto addosso del caffè bollente. Si limitò a fare una smorfia di dolore, alzando lo sguardo.
Lucifer si avvicinò a Samantha. -Detective Stronzo, non credevo fossi in grado di peggiorare la tua situazione con me, ma mi sbagliavo.- aiutò la donna a rialzarsi. Chloe uscì in quel momento dall'ufficio.
-Ma cosa...Dan! Ma che ti è saltato in mente?-guardò Samantha e la camicia completamente macchiata.
-Ti stavo portando il caffè, ero di corsa e...l'ho accidentalmente investita.- disse, mortificato. Lucifer stava per ringhiargli contro dell'altro, ma Samantha lo bloccò,
appoggiando una mano sul suo polso.
-Non importa.-mormorò. -Cas, Dean, torniamo al motel.-sussurrò.
I due annuirono all'unisono, e tutti e tre uscirono dal commissariato.
Lucifer si voltò verso Chloe. -Dovevi proprio procurarle una ustione di terzo grado?-mormorò.
-Stavolta non c'entro, Lucifer.- lei alzò le mani. -È tutta colpa del mio ex marito.- indicò Dan con un cenno della testa.
-Dite che starà bene? Le ho rovesciato un caffè rovente addosso...-disse lui. Lucifer guardò il detective, poi lo prese per il collo con una mano.
-Se le hai fatto anche solo una piccola ustione sappi che ti verrò a prendere e che ti-...
-Lucifer!-esclamò Chloe. -Mettilo giù!
Il Diavolo mollò la presa e Dan tossì violentemente. La detective fece per dire qualcosa, ma Lucifer si stava già dirigendo verso l'uscita.

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