Capitolo 9: Lontani

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Mary sistemò i piatti sul tavolo, apparecchiando per il pranzo. Guardò fuori dalla finestra il panorama innevato, e Dean e Castiel che si baciavano vicino all'Impala parcheggiata e ricoperta di neve.
Era ormai metà dicembre, e i ragazzi erano tornati da Los Angeles da due settimane. Dean aiutava il vicino di casa a riparare le auto, ogni tanto andava con Castiel a fare lunghe passeggiate per il quartiere, mentre Samantha...
La donna sospirò. Nemmeno Gabriel riusciva a tirarle su il morale.
La cacciatrice entrò in cucina con i sacchetti della spesa, appoggiandoli sopra la lavastoviglie. Si avvicinò alla madre e le diede un bacio sulla guancia. -Buongiorno, mamma.- sussurrò, poi iniziò a mettere via la spesa. -Gabriel vuole fare il polpettone, ma dubito fortemente che riuscirà nel suo intento.-ridacchiò. Gabriel entrò in cucina in quel momento.
-Il polpettone è la cosa più semplice del mondo da cucinare, Samantha!-esclamò l'arcangelo. -E io ci riuscirò!
Mary ridacchiò, sedendosi al suo posto a tavola. -Siete consapevoli del fatto che io abbia preparato il pranzo mentre eravate via,vero?-indicò il frigorifero.
-Mamma, sai che non voglio che ti affatichi troppo.- mormorò la cacciatrice, voltandosi verso la madre.
-Samantha, ho addosso una maledizione, non sono invalida.-disse l'altra. -Sono perfettamente in grado di-...-ebbe un violento attacco di tosse. Gabriel si avvicinò a lei e appoggiò una mano sulla sua schiena.
-Visto?-mormorò l'arcangelo. -Devi andarci piano.
Mary scrollò la testa. -Sto bene, sto bene.-mormorò, alzandosi in piedi e guardando la figlia. -E tu, Sammy? Stai meglio oggi?
Samantha sospirò, poi annuì in silenzio. Dalla tasca della felpa estrasse un bigliettino sgualcito. -Non posso nemmeno chiamarlo, il...il numero è diventato illeggibile.-sussurrò. Gabriel si avvicinò a lei e prese il pezzetto di carta, passandoci sopra la mano e rendendolo come nuovo.
-Quello che ti manca è il coraggio.- disse Mary. -Hai paura di soffrire di nuovo, e lo posso capire, visti i tuoi trascorsi.- scrollò la testa. -Ma se non lo chiami...potresti perdere l'occasione della tua vita.
Gabriel annui. -Concordo con Mama Mary, Sammy-Pooh.-ridacchiò. -Tu e Lucifer siete fatti l'uno per l'altra, e te lo dice uno che lo conosce da...beh, da sempre.
Samantha fissò il numero per qualche istante,poi lo accartocciò e lo gettò nella spazzatura. -Lui mi ha già dimenticata.-sussurrò, salendo in camera sua.

-Quanto è grave?-chiese Chloe, guardandosi attorno.
-Oh, più di quanto immagini.-Mazikeen prese da terra un pezzo di bicchiere rotto. -Tanti festini erotici ma...lui se ne sta sul terrazzo, o a bere, o a...farsi di qualsiasi droga abbia sottomano.
-Non...fa sesso?-Chloe alzò le sopracciglia, sorpresa.
-Totale astinenza e apatia da due settimane.- il demone scrollò la testa. -Chloe, tu sei l'unica che può farlo ragionare.
-Maze, non viene in commissariato da un po', dubito che voglia vedermi.- sospirò. -Forse...forse le ricordo lei.-si soffermò a guardare i cocci di vetro sparsi a terra.
-Stai attenta.-la avvertì Maze. -Ha frantumato un calice in testa ad Amenadiel, quando è venuto qui settimana scorsa.
-E Linda? Non può fare nulla?-la detective scrollò la testa.
-Lui si rifiuta di uscire anche solo per scendere al Lux, come pretendi che voglia andare a sdraiarsi su un divano per parlare dei suoi problemi, quando può...-sentì qualcuno russare rumorosamente. Era Lucifer, steso sull'enorme divano di pelle del suo soggiorno, nudo se non per un grembiulino da cameriera sexy attorno alla vita. -...quando può sdraiarsi su un divano e dormire?
-La situazione è tragica, non c'è che dire.-Chloe scrollò la testa. -Hai qualche idea?-spostò lo sguardo sull'amica.
-Lei non lo ha mai chiamato, anche se lui le ha lasciato il numero di cellulare.-disse. -Parole sue.-indicò col pollice il Diavolo addormentato.
-Beh, io ho il recapito di Samantha.- mormorò. -Me lo ha dato prima di partire, in caso volessi...chiederle aiuto per qualche caso.
-E perché non me lo hai detto subito?-esclamò, alzando la voce. Lucifer si svegliò di soprassalto, scattando a sedere ancora assonnato e mugugnando qualcosa.
-Buongiorno, Brontolo.- rise Chloe. -Come stai oggi?
-Mpfh.- fu l'unica risposta che ricevette. Il Diavolo si alzò in piedi e si diresse verso il bancone dell'angolo bar, guardandosi attorno con gli occhi ancora socchiusi.
-...alcol.-borbottò. -È finito.
-Per fortuna.-disse la detective. -Ora...possiamo concentrarci sul fatto che sembri un calzino finito in lavatrice?
-Alcol.-ripeté, schiarendosi poi la voce. Si lasciò cadere a peso morto sul divano, sbuffando.
-Lucifer.-mormorò Mazikeen. -Sono due settimane che ti comporti in questo modo, di sicuro non la riavrai, così.
Lucifer alzò lo sguardo verso Mazikeen, scattando verso di lei e prendendola per il collo, bloccandola contro al muro. Gli occhi erano diventati totalmente rossi.
-Lucifer, smettila.- disse Chloe. -Maze ha ragione, tutto questo non riporterà qui Samantha.
Nel sentire il nome della cacciatrice dopo tutte quelle settimane il viso di Lucifer si irrigidì. -Io non la rivoglio.- sussurrò, poi alzò lo sguardo verso le due. -...voglio solo smetterla di provare tutto questo.-ringhiò.
-Cosa provi?-la detective gli si avvicinò.
-...dolore.-ammise, poi il volto gli si contrasse di colpo, lasciando fluire le lacrime.
Mazikeen guardò il suo capo in quello stato e non riuscì a non provare pietà. -È deciso, vado a prenderla e la porto qui.
-No!-tuonò Lucifer, alzandosi in piedi. -Non la costringerò a tornare qui, e nemmeno tu, Maze.- si leccò le labbra, cercando di darsi un contegno. -...se volete scusarmi, ho un locale da portare avanti.-si diresse in camera a vestirsi, lasciando che le due vedessero le sue natiche scoperte dal grembiule.

Mary aveva acceso la radio in soggiorno, sedendosi sulla sua poltrona preferita e inforcando gli occhiali. Samantha stava pulendo degli scaffali vicino a lei, i tre uomini di casa erano usciti presto per andare a cercare un albero di Natale che non fosse rachitico come quello dell'anno prima.
-Oh, adoro questa canzone, alza un po', Sammy.-sorrise.
La figlia alzò il volume, e il suo cuore saltò un battito. Conosceva quella canzone.
Era quella che Lucifer aveva suonato la sera in cui erano andati al Lux.
-Mamma, che...che canzone è?-chiese, cercando di mantenere un tono normale.
-Ma come, non te la ricordi?-rise Mary. -La adoravi da ragazzina, è Creep dei Radiohead. Se ti sentisse Dean...-scrollò la testa, ridacchiando mentre riprendeva il suo lavoro a maglia.

Lucifer si sistemò al pianoforte del Lux. Era una serata piuttosto affollata, ma a lui non importava molto. Parecchie donne e parecchi uomini gli si erano avvicinati, avevano cercato di attirare la sua attenzione, ma il Diavolo si sentiva...scarico.
-When you were here before...-iniziò a cantare, la voce era come spezzata. Una moltitudine di persone si avvicinò al pianoforte, attirata dalla musica.
Chloe e Mazikeen osservavano la scena dal bancone del bar.
-Chloe, non possiamo permettere che si riduca così.- mormorò il demone.
-So cosa fare.- prese il telefono e compose velocemente un numero, spostandosi verso la terrazza.

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