Capitolo 17

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Le due stanze erano delle stesse dimensioni, anche se avevano delle sostanziali differenze. Sulla parete di fronte alla porta si aprivano tre enormi portefinestre ad arco che portavano ad un grande balcone con la ringhiera in marmo, intervallata da muretti sempre in marmo, sormontati da vasi in pietra pieni di fiori profumati. Su un lato del balcone, sotto un gazebo in pesante ferro battuto posto tra due portefinestre e saldamente ancorato al pavimento da quattro enormi vasi in pietra contenenti dei cespugli di erica, erano stati sistemati un divanetto, due poltroncine ed un tavolino da caffè in ferro battuto che fungevano da salottino esterno.
Sul lato opposto invece c'erano un dondolo e tre divanetti con al centro un braciere. A sinistra della porta, proprio al centro della parete, c'era il loro letto matrimoniale sormontato da uno splendido baldacchino in legno di cedro, con vicino due comodini, sempre in cedro. Ai lati del letto c'erano due porte, quella verso il balcone si apriva sull'enorme bagno padronale composto da una vasca bianca con piedini posta sotto la grande finestra di fronte alla porta, sulla sinistra c'era un mobile in legno con due lavelli e a circa un metro, la grande doccia, sulla parete di fronte una finestra e subito dopo i sanitari, un armadietto per gli asciugamani. La porta a sinistra del letto si apriva su un enorme cabina armadio da cui si poteva accedere anche dal bagno. I precedenti proprietari avevano deciso di restaurare la villa e per creare il bagno e la cabina armadio avevano rinunciato ad una delle camere che si affacciava sul davanti della villa. Sulla parete di fronte al letto c'era un grande camino in pietra rivestito in marmo, sormontato da una mensola in legno di cedro, c'erano due candelabri d'argento con al centro un vaso di rose. Sopra il camino una riproduzione del quadro 'Le tre grazie'. A sinistra del camino, all'angolo con l'ultima portafinestra, c'era una porta che si apriva sullo studio privato di medie dimensioni, con una finestra che si trovava affianco al balcone e sulla parete parallela alla porta, un'altra grande finestra. Quando la signora Wu aveva saputo della gravidanza di Egea, aveva chiesto di spostare i mobili nella camera padronale e li aveva fatti sistemare a destra del camino, e aveva trasformato lo studio in una nursery. Tutto sommato i mobili non stavano così male nella loro nuova collocazione. Anche in questo caso i precedenti proprietari avevano deciso di rivoluzionare una delle stanze lungo il corridoio, avevano fatto murare la porta che si apriva sul corridoio, fatto alzare un muro per dividerla e ricavare così lo studio, nell'altra parte avevano fatto creare un bagno privato per la stanza subito dopo. Gli schedari erano stati poggiati alla parete destra del camino, davanti ad essi era stata messa la scrivania. Questo avrebbe permesso alla ragazza di continuare a lavorare ed essere contemporaneamente vicino al bambino. Sulle pareti ai lati della porta c'erano due arazzi, uno rappresentava un paesaggio marino, l'altro un paesaggio montano. Jin tornò a guardare Egea, mancavano solo due settimane al matrimonio, ma a lui sembrava un'eternità. Posò una mano sul ventre della ragazza e chiuse gli occhi immaginando il momento in cui avrebbe sentito scalciare suo figlio. Si sentiva felice e costernato al tempo stesso, la sua famiglia sarebbe andata al matrimonio. 
Jin si alzò cercando di non svegliarla, ma lei aprì gli occhi e lo guardò.
"Dove vai?" chiese Egea con voce assonnata, mentre si stropocciava gli occhi come una bambina.
"Giù in salotto, Nam mi ha mandato un messaggio chiedendomi di raggiungerli." rispose Jin.
"È successo qualcosa?" gli chiese tirandogli un braccio e facendolo ricadere su letto, per poi stringerglisi contro e posargli la testa sul petto.
"No, tranquilla." le rispose baciandole i capelli.
"Sei sicuro? Non è che dici così solo per non farmi preoccupare?" gli chiese mettendogli un braccio sul petto.
"No, devo solo aiutarli a finire di inviare i 5000 inviti fatti da tuo fratello. Posso alzarmi?" le chiese carezzandole la schiena nuda. 
"Restiamo così ancora cinque minuti, per favore!" disse lei.
"Egea." la chiamò Jin.
"Mmmh?" mugugnò lei.
"Davvero devo andare o vengono a cercarmi." le disse ridendo mentre le sollevava il mento per baciarla.
"Allora vengo con te." rispose lei tra un bacio e l'altro.
"Non vuoi riposare ancora un po'?" le chiese sdraiandosi su di lei e cominciando a carezzarla.
"No, ho dormito anche troppo." rispose lei ricambiando le sue carezze e i suoi baci.

Un amore venuto da OvestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora