Capitolo 7

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"Voi ci state capendo qualcosa di quello che stanno dicendo?" chiese Jungkook mentre i due parlavano.
"No, niente di niente, zero assoluto, nada!" rispose Hobi.
"Mi dica, quanto vengono?" chiese Egea.
"2194436,14* won." disse l'uomo.
"Ottimo! Accettate le carte di credito?" domandò Egea.
"Certamente!" rispose il commerciante.
"Bene, li compro. Può farmeli consegnare a casa?" chiese ancora lei.
"Sicuro! Le va bene per domani mattina alle 9.00?" chiese l'uomo.
"Benissimo! Li può far portare a questo indirizzo. Grazie e buona giornata!" disse Egea consegnandogli un pezzetto di carta e, prima che i ragazzi potessero riprendersi dallo choc, li aveva già pagati. 
"Grazie a lei signorina!" rispose il commerciante, mentre metteva il cartellino 'venduto' sui mobili acquistati dalla ragazza.
"Non dovevi farlo!" la rimproverò Jimin.
"Neanche voi dovevate comprare tutti i mobili che vi ho mostrato!" rispose lei di rimando.
"Te ne sei accorta?" chiese Tae.
"Se ne sarebbe accorto anche Steve Wonder." rispose laconicamente.
"Ma noi lo abbiamo fatto per un buon motivo!" disse Jk.
"E sarebbe?" chiese lei guardandolo.
"Beh ecco..." rispose lui indeciso.
"Allora Kookie, sputa il rospo!" lo incalzò lei. Jk guardò disperato gli amici in cerca d'aiuto.
"Se te lo diciamo, prometti di non picchiarci?" le chiese Hobi.
"E perché dovrei farlo?" chiese perplessa.
"Non lo so, ma prometti per favore!" disse Hobi.
"Ok, prometto di non uccidervi... Forse." rispose Egea.
"Facciamo prima a farglielo vedere." disse Jk.
"Ma mancano ancora tante cose!" disse Yoongi.
"Che tipo di cose?" chiese Egea.
Jin guardò l'orologio, erano le 4 del pomeriggio.
"Credo che riusciremo a fare tutte e due le cose, se ci muoviamo." disse, poi prese Egea per mano e si diresse verso l'auto.

"Dove andiamo?" gli chiese lei.
"Tra poco lo vedrai." rispose enigmatico. Egea si voltò a guardare Nam, che era in macchina con loro, ma lui alzò le mani e se ne passò una davanti alla bocca come per dire che aveva le labbra cucite. Dopo pochi minuti arrivarono vicino al palazzo dove i bts vivevano durante la settimana, Jin parcheggiò e scesero. Si diressero verso una piccola abitazione, Jin aprì il portoncino con le chiavi che aveva ricevuto dal venditore quella mattina ed entrarono.
"E questa casa di chi è?" chiese Egea, mentre giravano per le varie stanze.
"Tua!" rispose Jimin.
"Scusa puoi ripetere?" chiese lei, convinta di aver capito male.
"Ho detto che è tua!" ribadì Jimin.
"Mi prendi in giro?" chiese ancora.
"No, non ti prende in giro!" intervenne Hobi.
"Sappiamo che non saresti mai venuta a vivere con noi nel nostro appartamento, che per la cronaca si trova nel palazzo qui accanto." disse Tae.
"Quindi Jin, sapendo che il precedente proprietario voleva venderla, lo ha chiamato e l'ha acquistata." aggiunse Kookie.
"Per questo ti abbiamo portata al mercatino." disse Yoongi.
"Ora che ne dici di finire il giro e tornare al mercatino a prendere i mobili che servono per finire di arredarla?" chiese Nam. Lei li guardava a bocca aperta, incredula.
"Come sai, noi a volte lavoriamo fino a tardi, per questo abbiamo un appartamento qui." disse Jin.
"Di conseguenza abbiamo cercato una piccola abitazione dove tu potessi fermarti, senza dover guidare ogni sera fino alla villa!" concluse Hobi.
"Non so che dire." disse lei.
"Potresti dirci grazie!" disse Jimin, facendo finta di essere imbronciato.
"Ok, grazie tante a tutti!" rispose lei.
"Senti Egea, riguardo a quei mobili da giardino che hai comprato..." iniziò a dire Nam.
"Non provarci Nam, quelli sono per voi, io so già cosa mi serve!" lo interruppe lei. Conclusero il giro e tornarono al mercatino, dove passarono altre due ore a girare tra le bancarelle.
Egea trovò tutto quello che le serviva e anche di più. Dopo aver terminato gli acquisti Kookie propose di fermarsi fuori a cena.
"Non credi che la signora Wu si arrabbierà se non torniamo per cena?" chiese Egea.
"A dire il vero le abbiamo detto che avremmo fatto tardi e che non saremmo tornati per cena." disse Jimin.
"Sì ma se domani portano i mobili per la casa di Egea, non converrebbe fermarsi qui stanotte?" chiese Tae.
"È meglio di no, torneremo domani mattina con alcuni dipendenti della villa." disse Nam.
"Nam ha ragione, nessuno di loro è mai stato qui, e rischierebbero di andare a suonare alla porta sbagliata." convenne Jin.
Si recarono in un ristorante lì vicino, dove erano soliti andare quando restavano in centro città. Fu una serata piacevole e tornarono a casa che era quasi mezzanotte.

Un amore venuto da OvestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora