"Cara Ayumi, volevo informarti che dal lunedì al venerdì verrà la colf a pulire casa, il suo nome è Chin-sun. Se ti serve qualcosa chiedi pure a lei. L'ho già informata del tuo arrivo. Non preoccuparti per il suo stipendio, glielo sto pagando io. Spero che qui tu possa finalmente sentirti a casa.
Con affetto Egea".Ayumi rimise il foglietto nella busta e, per la prima volta da quando era arrivata a Seoul, pianse. Dopo un po' si asciugò le lacrime e si diresse verso la camera da letto, portandosi dietro una sola valigia. L'aprì e ne tirò fuori un pigiama, la biancheria pulita e i suoi saponi, poi si diresse in bagno. Aver trovato il letto fatto e gli asciugamani già pronti era stata una vera sorpresa. Si fece un bagno caldo e prima di mettersi a dormire fece un veloce giro della casa per assicurarsi che porte e finestre fossero ben chiuse. Poi si mise sotto le coperte e mentre si addormentava pensò che gli scatoloni potevano aspettare fino all'indomani.
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Egea era seduta sul divano del salotto, poggiata al petto di Jin che le era seduto accanto. La nonna le teneva la mano. Si sentiva stanca, spossata, svuotata di ogni energia. Nonostante Jin le avesse messo addosso una coperta, tremava come una foglia. Quella che doveva essere una tranquilla domenica in famiglia, si era trasformata in un incubo ad occhi aperti. Tae e Kookie non le toglievano gli occhi di dosso, era così pallida e loro si stavano preoccupando tantissimo.
Un botto improvviso la fece sobbalzare spaventandola. Egea si rese conto di essere sull'orlo di una crisi di nervi, anche se aveva cercato di far finta di nulla per non far preoccupare gli altri. Jin non disse nulla, la tirò nuovamente verso di sé, la coprì e l'abbracciò dolcemente, cercando di placare il suo tremore.
"Forse dovresti andare a stenderti sul letto cara, non vorrei avessi la febbre." le disse la nonna.
"Sto bene nonna, è solo la stanchezza." rispose Egea con un sorriso. Nam si alzò, andò verso la porta del salotto e l'aprì.
"Cos'è tutto questo rumore?" chiese severamente.
"M-mi sc-scusi si-signore. "È st-stata co-colpa m-mia, ho sb-sbattuto c-contro uno s-spigolo e mi è c-caduto il v-vassoio del thé." disse una giovane cameriera.
"Ti sei fatta male?" chiese Nam.
"N-no si-signore, n-non mi so-sono fatta nu-nulla." rispose lei, si era aspettata di essere sgridata e invece le aveva chiesto se si era fatta male.
"Meglio così, ora pulisci tutto e cerca di stare più attenta." disse Nam.
"Sì, signore e mi scusi ancora." disse la ragazza cominciando a pulire. Lavorava alla villa da due settimane appena, aveva sostituito una cameriera che era andata in pensione anticipata per problemi di salute. Quando dall'agenzia per il lavoro l'avevano contattata, le avevano detto che i signori erano persone molto esigenti e severe, che non tolleravano gli errori e che al minimo sbaglio l'avrebbero licenziata. Lei si era così impaurita che in quelle due settimane aveva fatto di tutto per passare inosservata.
"Che è successo?" chiese Tae.
"Una cameriera ha urtato uno spigolo e le caduto il vassoio con il nostro thé." rispose Nam.
"Una cameriera? Ma lavorano tutte qui da anni ormai!" esclamò Yoongi.
"Tranne una." disse Hobi.
"Parli di quella nuova arrivata due settimane fa, che ogni volta che ci vede corre a nascondersi?" chiese Kookie divertito.
"Già. La signora Wu mi ha detto che quelli dell'agenzia che l'hanno mandata qui le hanno detto che siamo dei tiranni e che licenziamo le persone al primo sbaglio." rispose Hobi.
"Adesso capisco perché era così sorpresa quando le ho chiesto se si era fatta male." osservò Nam ridendo e tutti scoppiarono a ridere con lui, tutti tranne Egea, che esausta si era addormentata tra le braccia di Jin. A notarlo per primo fu Min-ho, che con un cenno avvisò il ragazzo.
"Cerca di sdraiarla piano, senza farla svegliare." disse Jimin sottovoce.
"Ci provo." sussurrò Jin alzandosi lentamente.
Nam prese uno dei cuscini decorativi dei divani e lo posò vicino al bracciolo, in modo che Jin potesse adagiarvi delicatamente la testa di Egea. Ji-won lo aiutò a distenderla e poi la coprì.
"Ragazzi vi spiace se resto qui qualche giorno?" chiese poi.
"Assolutamente no, perché dovrebbe?" chiese Yoongi.
"Sei suo fratello, puoi restare quanto vuoi. Anzi a dire il vero te lo stavo per chiedere io." disse Jimin.
"Vado a dire alla signora Wu di prepararti la vecchia camera di Egea." disse Kookie ed uscì.
Un secondo botto, seguito da un urlo li fece sobbalzare tutti. Jin si voltò a guardare preoccupato Egea, ma lei per fortuna dormiva profondamente.
"Com'è bella quando dorme." pensò guardandola, poi si diresse verso la porta.
Nam andò ad aprire nuovamente la porta, seguito dagli altri e per poco non scoppiò a ridere come un matto. La cameriera di prima stava inseguendo Felix con una scopa in mano, dicendogliene di tutti i colori. A quanto pareva le aveva fatto cadere nuovamente il vassoio.
"Che facciamo? Salviamo Felix o la cameriera?" chiese Hobi ridendo a crepapelle.
"Mettiamola ai voti." disse Yoongi.
"Ah io non intervengo, dovesse rincorrere anche me!" esclamò Tae.
"Cos'è tutto questo chiasso? Allora? Ho fatto una domanda!" il tono severo di Jin fece fermare sia la cameriera che Felix.
"Scusa Jin, colpa mia. Ho messo paura a questa ragazza e le si è rovesciato il vassoio che aveva in mano." rispose Felix.
"Dì un po' tu ragazzina, chi ti ha dato il permesso di rincorrerlo con una scopa in mano?" il tono glaciale di Jin mortificó la ragazza che chinò la testa.
"M-mi sc-sc-scusi si-si-signore, i-io n-non..." cominciò a balbettare, ma Felix intervenne in sua difesa.
"Non essere così severo con lei Jin, se proprio vuoi prendertela con qualcuno, allora prenditela con me. Sono io che l'ho stuzzicata con commenti che non dovevo fare, invece di scusarmi per averla spaventata." poi si voltò verso la cameriera e si scusò con lei. Nel vedere quella scena a Jin venne in mente la prima volta che aveva parlato con Egea.
"Che succede amore?" gli chiese Egea abbracciandolo da dietro. Lui si voltò e le sorrise.
"Nulla tesoro, scusami non volevo svegliarti." disse Jin guardandola.
"Non importa. Ciao Felix, non starai facendo il cascamorto con quella povera ragazza spero." disse Egea.
"Ebbene sì, vostro onore! Avrei voluto fare il cascamorto con te, ma sai, vorrei che la mia testa e il mio collo restassero uniti ancora un po' di tempo." esclamò Feliz andandole incontro. Egea scoppiò a ridere, poi lo salutò con un bacio sulla guancia. Ma quando si scansò le gambe le cedettero e Jin la sorresse al volo.
"Stai bene?" le chiese Felix preoccupato.
"Sì, sto bene Felix. Ho solo lavorato un po' troppo oggi e ora mi sento stanca." rispose Egea.
Felix capì subito che gli stava mentendo, si trovava lì perché aveva chiamato Nam per chiedergli delle cose e lui gli aveva detto quello che era successo. Ma decise di non dire nulla per non darle altre preoccupazioni.
"Allora, mia signora, sarà meglio che il suo qui presente e fedele servitore la scorti al più vicino divano, dove potrà sedersi e riposare. Ehm, sì, sempre se lui non mi decapita." disse invece inchinandosi platealmente e guardando Jin, tutti scoppiarono a ridere.
La giovane cameriera si era messa a pulire tutto nuovamente, a testa china per nascondere gli occhi pieni di lacrime. Anche se quel ragazzo si era scusato, si sentiva triste per essere stata sgridata. Cominciava a pentirsi di aver accettato quel posto di lavoro, ma non aveva un altro posto dove andare.

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Un amore venuto da Ovest
FanficEgea è una ragazza di 22 anni, nata e cresciuta in Grecia con il nonno paterno, noto apicoltore e produttore di miele. Un giorno l'uomo decide di riportarla in Corea, ma poco dopo il loro arrivo lui muore e la ragazza si ritrova sola. Pur potendo vi...