"Ecco, vedi tesoro..." iniziò a dire Iroshi, quando la porta si aprì di nuovo.
"Signor commissario!" disse una donna entrando quasi di corsa.
"Matsumoto non ti hanno insegnato che prima di entrare in una stanza si bussa?" la rimproverò Iroshi.
"Non ho tempo per queste stupide cose!" ribattè lei.
"Matsumoto...." cominciò Iroshi.
"La predica me la farà più tardi in centrale, ora stia zitto e mi ascolti!" esclamò la donna.
Egea guardava la nuova arrivata con stupore.
"Scusi, ma lei chi è?" le chiese.
"Sono il tenente Ayumi Matsumoto." rispose presentandosi.
"Matsumoto ora hai superato tutti i limiti!" disse Iroshi.
"Lieta di saperlo, commissario. Ma come le ho già detto, la predica me la farà dopo in centrale. Sempre se mi andrà di ascoltarla!" rispose Matsumoto.
Kurosawa stava morendo, quella donna era l'incubo di Iroshi, vederla rispondergli per le rime e tenergli testa era uno spasso. Ma vedendo comparire l'ira sul viso di Iroshi decise di intervenire prima che scoppiasse come una bomba.
"Che succede di tanto grave Ayumi? È forse scoppiata una guerra?" le chiese.
"No, Kurosawa, peggio. Ha telefonato il comandante Wuang, Heinz è evaso di prigione circa due ore fa!" rispose lei.
"COSAAAA!?! Non può essere vero! Non può! Vi prego ditemi che è solo un brutto scherzo!" Egea era scattata in piedi a quella notizia, sconvolta e pallida in volto, piangendo. Jin si alzò e la prese fra le sue braccia, aveva cominciato a tremare come una foglia.
"Ti prego amore calmati, non fa bene né a te né al bambino." disse, il cuore gli martellava in petto impazzito.
"Papà!" iniziò a dire, ma le parole le morirono in bocca, mentre le lacrime continuavano a scorrerle sul viso. Iroshi si avvicinò a sua figlia e l'abbracciò teneramente.
"Calmati bambina mia, calmati. Gli impedirò di farti del male." le disse dolcemente.
"Ayumi, cosa ti ha detto esattamente il comandante Wuang." le chiese Kurosawa, maledicendosi per averle fatto quella domanda.
"A quanto pare ha finto di sentirsi male. Quando lo hanno portato nell'infermeria della prigione ha detto di dover andare in bagno, il secondino che lo accompagnava si è voltato per parlare con il collega che era rimasto fuori e lui ne ha approfittato per aggredirlo alle spalle e tagliargli la gola con un taglierino ricavato da un osso, rubandogli anche l'arma di servizio. Ha ucciso anche l'infermiere che era di turno e il secondino che era rimasto fuori dalla porta. Sembra che si sia impadronito anche dell'arma, di un mazzo di chiavi e del tesserino magnetico del secondo agente. Si sono accorti della sua fuga circa mezz'ora fa. L'agente di ronda ha visto la porta dell'infermeria socchiusa, l'ha aperta per controllare e appena ha visto i cadaveri ha dato l'allarme." rispose la donna.
"Maledizione, questa non ci voleva!" disse Kurosawa.
"Non mi lascerà in pace finché non mi avrà uccisa! Mai! Mai! Mai!" disse Egea singhiozzando tra le braccia del padre."Zio." Iroshi si voltò, sulla porta c'erano suo nipote e i suoi amici, sconvolti, avevano sentito tutto.
"Dimmi Jimin." rispose.
"Tu lo sapevi già? Della fuga, intendo." disse Jimin.
"No, ero venuto qui per un altro motivo." rispose.
"Quale?" chiese Jin.
"Sedetevi, per favore." disse Iroshi.
"Zio." lo chiamò nuovamente Jimin.
"Sì, Jimin?" domandò Iroshi.
"Ecco, vorrei mandare un messaggio al nonno e Ji-won, per avvisarli." rispose il ragazzo.
"Vista la situazione, sarebbe inutile tenerli all'oscuro. Ma ora sedetevi per favore." disse. Prese Egea per un braccio e la fece sedere sul divano tra lui e Jin.
"Egea stai tremando come foglia. Jimin per favore prenderesti il plaid che si trova in quello stipo?" disse Jin abbracciandola.
"Subito." rispose Jimin e, dopo averlo preso, lo posò sulle spalle della cugina.
"Signore, perché era venuto qui?" chiese Jin ad Iroshi.
"Ieri pomeriggio ho ricevuto una telefonata dall'ispettore Song in cui mi chiedeva se potevo raggiungerlo a Gwacheon per delle novità sulle prove raccolte da Kyung-Mi. Quando sono arrivato con lui c'era anche il comandante Wuang, mi hanno detto che tra le molte prove raccolte ce n'erano alcune che riguardavano la morte di tuo nonno." disse.
"Il nonno?" chiese Egea.
"Sì tesoro." rispose.
"Che cosa dicevano?" chiese Jin.
"A quanto pare è stato Heinz ad ucciderlo, gli ha iniettato una massiccia dose di veleno quando si trovava ricoverato in ospedale." disse Iroshi.
"Cosa? Perché?" chiese Egea.
"Come fa ad esserne così sicuro?" chiese Seokjoon.
"Mi hanno fatto ascoltare un nastro dove era inciso tutto il piano. A quanto pare la madre di Einz lavorava come domestica in casa dei nonni di Jimin da diverso tempo. Quando ha visto che tua madre aveva cominciato a ricevere pacchi dalla Grecia, ha pensato di rivolgersi a dei suoi amici con la speranza di scoprire chi glieli mandava e cosa contenevano in modo da poterla ricattare e farsi aumentare lo stipendio. Ma invece i suoi amici le riferirono che a mandarle i pacchi era il suocero e che con lui viveva sua nipote. La mamma di Einz ha fatto uno più uno e ha deciso di cambiare i suoi piani. Nel frattempo la donna era stata licenziata, perché sorpresa a rubare in camera dei tuoi zii. Per vendicarsi ha inviato Einz in Grecia e gli ha detto di trovare il modo di farsi assumere come dipendente da tuo nonno. Il suo compito era quello di conquistarne la fiducia e di avvelenarlo a poco a poco. Cosa che ha cominciato a fare praticamente da subito. Ma quando tuo nonno ha deciso di tornare qui e di portarti con sé, ha mandato in fumo i suoi piani. Quindi ha deciso di seguirvi e di escogitare un nuovo piano. Il caso ha voluto che tuo nonno venisse ricoverato per un malore e lui ne ha approfittato per dargli il colpo di grazia. Il suo intento era di far sì che tu restassi sola, in modo da avvicinarti, conquistare la tua fiducia e poi rapirti per chiedere un sostanzioso riscatto a tuo nonno Min-ho" rispose Iroshi.
Mentre parlava, Egea lo guardava sconvolta e pallida, aggrappandosi disperatamente al braccio di Jin.
"E non è tutto, purtroppo, signorina. A quanto risulta dalle prove, quando ha scoperto che suo nonno si era rivolto al suo vecchio amico Chang chiedendogli di proteggervi e aiutarvi in caso gli fosse capitato qualcosa, ha deciso di eliminare anche lui e lo ha investito mortalmente con un'auto rubata che poi ha fatto sparire." intervenne Kurosawa. "L
"Ma non aveva calcolato che ti saresti dileguata in piena notte. Per questo ha deciso di farsi assumere qui alla villa, sapeva che prima o poi saresti arrivata per mantenere la promessa fatta a tuo nonno." concluse Iroshi. Egea era sconvolta, non riusciva a credere a quello che aveva appena sentito.
"Quando il nonno e il signor Chang sono morti, a così breve distanza di tempo l'uno dall'altro, ho avuto il sospetto che fossero stati uccisi, ma non avendo prove a mia disposizione non sapevo che fare. Così, dopo aver svuotato la casa dove vivevo con il nonno, sono partita in piena notte e mi sono rifugiata nella casa che mi ha lasciato a Danyang. Avevo paura che qualcuno mi cercasse per uccidermi, anche se non ne capivo il motivo, e sono rimasta lì per due mesi. Quando ho visto che nessuno era venuto a cercarmi mi sono convinta che fosse solo una mia paranoia e invece..." disse ma i singhiozzi divennero più forti e non riuscì a proseguire. Iroshi l'attirò a sé e l'abbracciò cercando di consolarla. I genitori di Jin si guardarono in silenzio, non sapendo cosa dire per confortarla. L'amico di Seokjoon lo aveva chiamato dalla centrale quella mattina per riferirgli ciò che era saltato fuori e loro si erano precipitati a casa dei Bts per paura che fosse successo qualcosa di grave. Ayumi guardava in silenzio la ragazza piangere tra le braccia del padre era incredibile quanto gli somigliasse.
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Un amore venuto da Ovest
FanficEgea è una ragazza di 22 anni, nata e cresciuta in Grecia con il nonno paterno, noto apicoltore e produttore di miele. Un giorno l'uomo decide di riportarla in Corea, ma poco dopo il loro arrivo lui muore e la ragazza si ritrova sola. Pur potendo vi...