Capitolo 37

12 2 0
                                    

Squillò il telefono ed Egea rispose. Parlò con la persona dall'altra parte  per qualche minuto, poi riattaccò.
"Problemi?" chiese Taeyang.
"No, era un dirigente del mobilificio che ho a Londra, un imprenditore locale vuole acquistarlo ed io ho deciso di accettare. Con un figlio in arrivo non voglio grattacapi." rispose, per poi chiamare il suo amico Brian e fargli preparare il contratto di vendita.
"Lo dirai a Jin?" chiese Nimpeu.
"Sì, quando saremo a Londra. Ora datemi qualche minuto ed organizzo il nostro viaggio. Porterete i vostri figli con voi o li lasciate dai nonni?" disse Egea.
"Li lasciamo dai nonni." risposero in coro le due ragazze.
"Ottimo, partiremo una settimana prima del concerto di Londra. Alloggeremo in un hotel diverso da quello dei Bts e ci trasferiremo nel loro solo la sera del concerto. Voi non fatevi scappare nulla!" disse sorridendo.

----------------------

I giorni trascorsero veloci e finalmente le tre ragazze partirono per Londra, accompagnate da Brian, pronte a godersi quella settimana di ferie.
Il giorno dopo il loro arrivo Egea e Brian incontrarono l'acquirente, un uomo sui quarant'anni, e gli presentarono il loro contratto di vendita. L'uomo, dopo averlo esaminato attentamente con l'aiuto del suo avvocato, lo firmò e li salutò sorridendo. Subito dopo la firma Brian salutò le tre ragazze e si diresse verso l'aeroporto, desideroso di tornare a casa il prima possibile.
Le tre ragazze girarono per la città, divertendosi a fare le turiste e un po' di shopping.

-------------------

"Ehi Jin, tutto bene?" chiese Nam mentre erano seduti in uno dei salottini dell'hotel.
"No!" rispose.
"Che succede?" chiese Nam.
"È tutta la settimana che Egea non risponde alle mie videochiamate e non capisco perché." rispose Jin con tono afflitto.
"Avete litigato per caso?" domandò Nam.
"No!" risponde sconfortato.
"Forse è solo troppo impegnata." osservò Hobi, che era arrivato mentre i suoi amici parlavano.
"Tu dici?" chiese Jin.
"Tieni conto che non è solo la nostra segretaria, ha anche una sua azienda!" disse Kookie.
"A volte vorrei che vendesse tutto e si dedicasse solo al lavoro di segretaria." disse Jin.
"Prova a chiederglielo." disse Nam.
"Così mi chiede il divorzio!" sospirò Jin.
"Vado a prendermi un caffè, li ordino anche per voi?" chiese Kookie alzandosi.
"Sì grazie!" rispose Nam.
"Ehi ragazzi!" disse Tae raggiungendo gli amici seguito da Yoongi.
"Ehi, che sono quelle facce?" chiese Nam.
"Nulla." disse Yoongi con sguardo spento.
"Se non avete nulla, perché avete quelle facce da funerale?" chiese Jin.
"Avete litigato con le vostre fidanzate?" fece Nam.
"No!" risposero in coro.
"Allora che succede?" chiese Jin.
"È che non vogliono farci parlare con i bambini, ogni volta ci dicono che dormono!" disse Tae.
"Nimpeu è anche più fredda ultimamente." disse Yoongi.
"Forse è arrabbiata." osservò Nam.
"Arrabbiata? E perché dovrebbe esserlo? Non l'ho mai sfiorata con un dito!" esclamò Yoongi.
"Beh, forse è proprio questo il punto, state insieme praticamente da maggio..." disse Tae.
"Ma stiamo insieme per le bambine!" si difese Yoongi.
"E credi che questo a lei basti?" chiese Hobi.
"Che vorresti dire?" chiese Yoongi.
"Che è una donna e come tale ha bisogno di un uomo che la corteggi, la ami, la desideri e faccia l'amore con lei." disse Nam.
"Ma..." cominciò Yoongi.
"Scusa ma lei ti piace?" chiese Jin.
"Certo, è una bella donna ma..." rispose Yoongi.
"E non pensi che il suo comportamento dipenda dal fatto che ancora non le hai chiesto di sposarti?" chiese Nam.
"Ma che dici?!" esclamò Yoongi.
"Glielo hai chiesto?" chiese Nam.
"No!" sospirò Yoongi.
"E che aspetti? La manna dal cielo? La carrozza di cenerentola? La slitta di babbo natale? Gli orsi marsicani che ballano la quadriglia sulla cima del monte bianco in pieno inverno?" chiese Jin.
"Spiritoso!" rispose Yoongi facendo una smorfia.
"Forse non sarò spiritoso, ma devi darti una mossa o lei si stancherà di aspettare e se andrà." disse Tae.
"E dovrai dire addio anche alle piccole." aggiunse Nam.
"Non so come comportarmi con lei, ho paura che possa rifiutarmi." disse Yoongi sconfortato.
"Senti, facciamo così, quando torniamo a Seoul lasciate le piccole con noi alla villa, la porti fuori per una romantica cena a lume di candela..." iniziò Jin.
"Le chiedi di diventare tua moglie e poi, una volta nel vostro appartamento, la sbatti sul letto e ci dai dentro come un criceto assatanato in calore!" esclamò una voce alle sue spalle, vicino al suo orecchio.
"CRISTO! JUNGKOOK! Mi hai fatto venire un mezzo infarto!" esclamò Yoongi.
"Sono contento che la mia idea ti piaccia!" disse Kookie abbracciandolo.
"Da quanto sei qui?" domandò Yoongi.
"Vorrai dire siamo." disse Hobi.
"Da un paio di minuti." rispose Jimin.
"Comunque hanno ragione, se non ti dai una mossa rischi che si stanchi!" osservò Hobi.
"Voi siete più impiccioni delle comari di paese!" ribattè Yoongi.
"Vero, ma siamo anche tuoi amici, ti vogliamo bene e non vogliamo vederti soffrire." disse Kookie.
"Tu pensa a chiederle di sposarti e non preoccuparti, ad organizzare il tuo matrimonio ci pensiamo noi!" disse Jimin battendosi un pugno sul petto.
"Ora sì che sono veramente preoccupato!" rispose Yoongi, mentre i suoi amici ridevano di gusto.

Un amore venuto da OvestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora