Capitolo XXXIII- Gran Galà pt.1

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Prendetevi un paio di minuti per ammirare la bellezza di questi ragazzi.
Da sinistra a destra: Christopher, Stephan,Brayden,Hunter e Steve.
Non so usare photoshop quindi apprezzate l'impegno nel fare questo collage
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CAMERA DI BRAYDEN
20:59

L'immagine di me riflessa allo specchio non era delle migliori ed erano più le volte che roteavo gli occhi al cielo, che quelle in cui imprecavo per il fastidio.

Portare uno smoking non era tra i miei indumenti preferiti e la camicia attillata non faceva altro che peggiorare le cose.

Odiavo vestirmi elegante ma scelsi comunque un bel abito.
I pantaloni neri calzavano alla perfezione. Non erano né stretti né larghi e non davano nemmeno fastidio addosso.
Semplici, ma eleganti. Come se stessi portando una tuta.

Cosa che non potevo dire per la camicia.
Optai per una camicia grigia, l'unica pulita e stirata che avevo nell'armadio ma che non andava d'accordo con i muscoli.
Sembrava come se da un momento all'altro esplodesse qualche bottone.

Ma purtroppo, non essendo amante di camice, dovetti scegliere per forza una.

La giacca nera, invece, era adatta alle mie spalle e per un momento pensai che non ero poi così male con quella addosso.
Anche se mi invecchiava di qualche anno.

Ma più guardavo le scarpe, più mi veniva voglia di togliere tutto e indossare la felpa.
Presi in prestito,da Stephan, delle scarpe eleganti, o almeno così era come le chiamava lui.

A parer mio erano la peggior cosa mai vista.
Nere, lucide e con un piccolo tacchetto sotto.
«Sembro Garret porca puttana»

Sbucò, all'improvviso, Stephan in camera mia, anche lui vestito in modo formale.
Più formale di me sicuramente.
Lui, addirittura, si era acconciato al meglio anche i capelli.

Li aveva tirati indietro con un po' di gelatina fino a formare una piccola cresta ben fatta.
I suoi pantaloni erano più stretti dei miei ma la camicia gli stava cento volte meglio rispetto a me.
Giacca e cravatta nera e una camicia bianca infilata nei pantaloni.

«Dov'è la cravatta?» chiese guardandosi attorno.
«Che cravatta? Io non metto nulla del genere. Già è tanto se porto queste scarpe di merda»
«Ma senti questo! Sono di Clarks Stanford. Laccate e completamente foderate in pelle pregiata. Le ho pagate un botto quindi cerca di non rovinarmele»

«Non erano meglio un paio di Jordan?»
«No se devi andare ad una festa formale con persone vestite elegantemente»
«Come cazzo mi è venuta l'idea di andare in un posto del genere? Che rottura di coglioni»

«Ecco, innanzitutto modererei un po' i termini. Insomma, non puoi presentarti lì dicendo cazzo, puttana, vaffanculo, coglione e cose da Brayden Michealson»

Mi allungai sul letto già stanco. Non aveva per niente voglia di andare in quel luogo ma era l'unica soluzione che avevo per scoprire qualcosa.
«Dai, mettiti la cravatta e sistemati i capelli»
«Perché i capelli? Anche quelli devo sistemarmi?»

«Brayden» disse Stephan guardandosi allo specchio «dobbiamo sembrare gente come loro! Muoverci, parlare come loro. Non dobbiamo entrare lì dentro con l'impressione di essere ragazzi alla ricerca di un coglione che tiene in ostaggio Hazel»

«Stephan, modera i termini» imitai la sua voce e lui rise divertito scuotendo la testa.
«Non dobbiamo dare nell'occhio. La gente più fa a meno di noi, meglio è. Spero di arrivare ad una conclusione stasera. Sento che magari è la volta buona»

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