Capitolo XII- Il compleanno

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Casa di Melanie non era poi tanto lontana dalla nostra.
Non usammo nemmeno la macchina per arrivarci.
Il vialetto di casa sua era pieno di macchina dei nostri familiari e l'idea di rivedere quasi tutta la famiglia insieme, mi piaceva.

Ma mi piaceva di più quando non rimanevano a guardarti come se stessi per esplodere da un momento all'altro o addirittura quando provavano a farti delle domande senza sembrare troppo invadenti.

Perché questo successe l'ultima volta che li incontrai. Erano sempre lì,pronti a farti qualche domanda.
Mai con cattiveria, solo curiosità ma era proprio quella curiosità che a me innervosiva.

Da quando tornai a Salem, le cose cambiarono in tutto, compreso i rapporti in famiglia.
Mi sentivo comunque bene a stare con loro. Mi piaceva rivedere tutta la famiglia in una giornata sola ma percepivo qualcosa di diverso.

«Buonasera! Dov'è il festeggiato?»
Fu Melanie ad aprirci la porta e non potei fare a meno di notare a quanto stesse bene fisicamente nonostante una gravidanza conclusa un mesetto fa.

«Mel, accidenti che fisico!»
«Vero? Ho ripreso a fare la dieta ma giusto per tornare al fisico di prima o almeno qualcosa di simile»
«Dov'è la piccolina?»
«È dentro con mamma, ci sono anche Nathan e gli altri»

Il salone di Melanie era la parte della casa che impazzivi solo a guardarlo per quanto fosse bello.
Aveva un divano a ferro di cavallo bianco con un copri divano beige, un camino di marmo bianco elegante e raffinato con sopra dei bellissimi quadri dipinti da suo marito.

Il marito di Melanie aveva dipinto almeno un quadro per tutte le famiglia,tra noi, nostra nonna, i miei zii e così via.

Dietro il divano c'era un lungo tavolo di vetro con poltrone dello stesso colore del divano, al posto delle sedie e un centro tavola composto da orchidee e conchiglie.

Attaccata al muro vi era anche una libreria sospesa piena di libri, ricettari e piantine grasse.
«Auguri Nathan!» abbracciai mio cugino che ricambiò subito con un sorriso a trentadue denti «quanti anni sono?»

«Non mi ricordo»
«Come non ti ricordi? In che senso?»
«In tutti i sensi»
«Stai scherzando vero?»
«Si stupida, certo che sto scherzando»

«In realtà no. Stamattina mi ha chiamato per chiedermi quanti anni facesse» rispose zia,sua madre.
Scoppiai a ridere mentre Nathan diventò rosso in viso.
«Dai ci sta che uno di dimentica. Sono un ragazzo impegnato io! A differenza di altri»

Indicò gli altri miei cugini per prenderli in giro che alzarono tutti il dito medio.
Mentre gli altri finivano di preparare la tavola, andai da zia per salutare la piccola di casa.

«Ciao piccolina!» Toccai delicatamente la manina piccola di Keyla.
Lei in risposta mi sorrise così ingenuamente, stringendo il mio dito tra le sue mani.

«Oddio Melanie, è sempre più bella»
«Si, ha ripreso da me in effetti»
«Ma fino a quando vuoi arrivare a sfornare figli?» domandò nostro cugino Oliver.

«Nono basta! Ho 31 anni e sono la bellezza di 6 anni che sono costantemente incinta. Sei figli bastano»
«Quanta pazienza madonna. Io già è tanto se ne avrò uno» rispose Sophie.

«Guarda che avere dei figli è la cosa più bella del mondo»
«Si, lo so e non ho detto che non li voglio ma ho poca pazienza e poi li vizierei solo per accontentarli»
«Sono d'accordo con Sophie. Mi ci vedete con un figlio? Dai su, quei mostriciattoli dei miei nipoti già mi scombinano tutta la camera»

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