Nightfall black

Capitolo XXXVIII-Sogno premonitore

Ho scritto questo capitolo in un giorno e con le lacrime agli occhi. Non so il perché l'ho presa in questo modo ma spero che a voi piaccia.
Fatemi sapere!
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Un urlo.
Ancora un altro.
Quella straziante agonia sembrava non cessare mai.
Ogni goccia di sangue estratta era un dolore in più,un pezzo di anima che andava via.

E sebbene le mie urla fossero sempre più agghiaccianti, loro continuavano a infilzarmi con aghi e a procurarmi dolore come se quello che stessero facendo fosse un gioco.

«Ancora cinque litri Anakin»
«Anche sette» sghignazzarono con goduria mentre resistevo per non piangere. Ultimamente non facevo altro che disperarmi.
E soprattutto resistere per non trasformarmi.

«Sette litri e mezzo, perfetto così. È abbastanza»
«La portiamo dagli altri?»
«Sono morti entrambi. Il lupo è andato incontro all'anemia, il vampiro,invece, è collassato. Se deve marcire, che lo faccia in solitudine»

Ludwig Bathori e quel lupo dalle credenziali sconosciute erano morti.
Mi scese una lacrima pensando a loro.
'Dormi ragazzina, domani sarà una lunga giornata'
Furono queste le ultime parole di Ludwig, poi non lo vidi più.

Provai a immaginare i loro ultimi minuti di vita, a cosa passava per la loro mente.
Probabilmente solo cose negative e l'unico pensiero di aver mollato, di essersi arresi nonostante fossero tra i più forti.

Ma la verità era un'altra. Loro non erano morti invano, si erano sacrificati per una causa più grande di loro e che non potevano evitare.
Ci avevano provato.
Avevano resistito fino alla fine, solo per poter tornare a guardare la luce del sole.

Per poter salvare il proprio regno, i proprio cari, per tornare ad abbracciarli.
Le loro morti,però, erano ingiuste.
Ancor di più se lo scopo di creare Celkie avesse luogo.

Se la creazione di demoni cessasse, allora Ludwig e il lupo erano morti da eroi in quanto le loro morti erano servite e salvare l'intera popolazione soprannaturale.
Per me lo erano già.

Non si poteva morire in quel modo, ma sopratutto da soli.
Per coprire le tracce, avrebbero bruciato i loro corpi e questo significava che,nemmeno i loro parenti, potevano avere un corpo, una bara su cui piangere.

Quanta crudeltà c'era nella stazione.
Erano in grado di poter rovinare vite, di ucciderle e andare a dormire sereni la notte.
A loro non importava chi avevano avanti, loro uccidevano e basta e lo facevano per ordine.

Javier lasciava fare il lavoro sporco ai suoi membri mentre pensava a ostacolare Brayden, mentre si puliva le mano per un qualcosa che desiderava lui.

«Dovete crepare» dissi digrignando e con le poche forze che avevo.
«Succederà prima a te, proprio come le due fecce. Spero almeno che tu, da morta, non puzzi come quel lupo del cazzo»

D'istinto sputai in un'occhio di Joseph ma ricevetti, subito dopo, un pugno in pieno viso.
«Troia di merda» mi afferrò al collo e strinse forte le presa «ti uccido»
«Morirò lo stesso»

In risposta mi diede uno schiaffo ma vidi che era troppo arrabbiato per fermarsi solo a quello.
«Non hai il diritto di rispondere. Ti faccio vedere io cosa significa non starsi zitti e muti» disse ghignando.

Prese un coltellino da bisturi e me lo infilzò nella gambe. Una volta, due, tre...e così via.
Urlai di nuovo, stavolta più forte in quanto sentii la pelle lacerarsi e formando un foro proprio nella zona dei colpi continui.

Il sangue iniziò a schizzare fuori, andando a finire nel viso di Joseph e sul mio esile corpo.
Altro sangue perso.
«Joseph, basta così. Credo che abbia imparato la lezione ed ora portatela nella cella»