Capitolo V- Sospensione

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Mi svegliai presto quella mattina.
La sera prima feci strani sogni riguardanti Reina, dove erano tutti segni o avvertenze che lei realmente tradiva mio fratello.

Per questo mi svegliai due ore prima.
Arrivai al parcheggio dell'università un'ora e mezza in anticipo e aspettai che arrivasse per parlarle.
Il parcheggio era deserto e non si vedeva l'ombre nemmeno di una persona.

C'ero solo io in quel luogo. Io e qualche foglia che svolazzava in cielo dal vento.

Prima avrei parlato con lei e prima avrei aggiustato le cose.
Sperai non fosse vero dall'inizio alla fine e sperai anche che dicesse la verità.

L'orologio da taschino segnava le nove e venti di mattina e alcune macchine iniziarono a venire.
Dopo qualche minuto arrivò anche Luke con la sua macchina nera e raggiunse alcuni suoi amici all'ingresso.

A quel punto scesi anch'io dalla macchina e brividi di freddo invasero il mio esile corpo.
Coprii il capo con il cappuccio e con passo svelto raggiunsi il ponte.

Mi sedetti su una delle panchine che vi erano all'esterno dell'università e rimasi a guardare Luke e i suoi amici per un po'.

Arrivarono anche Reina e due delle sue amiche snob e andarono subito a salutare il gruppo di Luke e gli altri.
Mentre ridevano e parlavano tutti,Reina si avvicinò a Luke sussurrandogli qualcosa nell'orecchio e quest ultimo rise.

Entrambi si allontanarono dal gruppo andando verso l'esterno.
Mi alzai anch'io per seguirli fino a quando non si parò dinanzi a me,una ragazza bassa e con due grossi occhi marroni, più grandi del solito per via delle lenti degli occhiali che li ingrandivano.

«Ciao,buongiorno!» disse tutta entusiasta con una voce stridula.
«Ehm,ciao» cercai di allungare il collo per vedere oltre lei ma fu impossibile.
Li persi di vista.

La ragazza portava dei volantini in mano e mi porse uno gentilmente.
«Sono un co-capo del club di lettura e ti ho vista un paio di volte in biblioteca. Se ti andrebbe, puoi unirti a noi! Questo è il volantino con su scritto tutto»

Lo presi leggendo qualche riga.
«Va bene, ti farò sapere allora»
«Ti ringrazio!»
La ragazza se ne andò con sorriso ed io ricambiai per non sembrare scortese.

Quando andò via, mi alzai subito andando verso l'università ma una volta dentro, i corridoi erano troppo affollati e trovarli risultò impossibile.

A quel punto andai davanti al mio armadietto per prendere i libri per la lezione di quella mattina e dal calendario vidi che per due ore mi toccava fare storia della magia.

Presi il telefono e,vedendo che mancavano venti minuti all'inizio,decisi di incamminarmi verso l'aula.
Essa si trovava al piano terra e notando che l'ascensore era già occupato, optai per fare la scale.

Nel frattempo risposi ad alcuni messaggi arrivati,stando attenta a non cadere per le scale.
Quando arrivai al piano terra notai che le luci del piccolo corridoio erano ancora spente e che l'aula era chiusa a chiave.

Sbuffai al solo pensiero di dover rifare tutta la strada e con poca pazienza,tornai alle scale.
Salii il primo gradino quando sentii qualcosa di strano provenire proprio dall'aula di storia della magia.

Mi affrettai a porgere l'orecchio sulla porta per la curiosità.
L'aula era chiuse a chiave e questo significava che qualcuno si era chiuso all'interno.

La curiosità aumentò proprio perché sapevo che non si trattava del professore,in quanto lo vidi con la professoressa di astronomia a sorseggiare un caffè dinanzi all'università.

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