Connor
<Ciao papà>, mormoro quando il telefono smette di emanare squilli.
<Connor, come stai? Non ti fai sentire spesso, eh>, mi ricorda lui subito.
Con una mano in tasca e con il corpo poggiato alla Jeep nera opaca, aspetto che le reclute scelte da Blue escano dalla struttura così da perlustrare il villaggio adiacente alla base.
<Vorrei poterti dire che sto bene, ma non è così>, rispondo guardando i miei scarponi che creano forme inesistenti sul terreno.
<Che succede?>, domanda subito con tono più serio di quello di prima.
<La mamma è con te?>, chiedo prima che la donna in questione possa avere un attacco di panico e non sarei in grado di fare niente per tranquillizzarla.
<No, racconta>, mormora senza possibilità di ritorno.
<Abbiamo catturato un uomo che lavora per Crown>, spiego sbuffando passandomi una mano sulla fronte.
Il sole oggi quasi non esiste, mentre le nuvole creano un gioco di sovrapposizione le une sulle altre.
<Aveva una mia foto da bambino con sé...gli ho parlato e per poco non lo uccidevo>, continuo guardando la mano sinistra come se essa fosse colpevole di tutto.
<Ha detto che io e lui siamo uguali, che parlo e agisco come lui...che lui voleva sapere come me la stessi cavando qui dentro>, concludo chiudendo gli occhi.
Non ho potuto riposare la scorsa notte; e come avrei potuto? La palestra e la piscina non mi hanno aiutato per nulla, nemmeno la camomilla bollente ha fatto effetto.
<Sai che non sei come lui, sai che siete due persone diverse...il fatto che lui...il fatto che abbiate un qualche legame non vuol dire che dobbiate essere uguali, lui è un assassino e tu fai del bene>, precisa sapendo perfettamente quanto lo faccia stare male questo argomento.
<Papà non abbiamo un qualche legame...quel bastardo è il mio padre biologico>, affermo pieno di rabbia voltandomi così che il petto tocchi il metallo della macchina e poso il braccio sinistro sul tettuccio.
<Ascoltami, tu sei Connor Brown...sei un sergente militare, sei un uomo con dei valori, con la testa sulle spalle...non puoi farti inculcare nella testa parole che non hanno modo di esistere. Padre biologico o meno, non sei come lui>, ribatte scandendo bene le parole.
Quando abbiamo scoperto che l'uomo più crudele della Siria è proprio mio padre biologico, mi è quasi preso un colpo.
Mia mamma ha sempre mascherato una debolezza ed una voglia di avermi con lei a qualunque costo: ha paura che l'uomo possa farmi qualcosa di brutto ed anche se mio padre non lo dice, so che lo pensa anche lui.
<Vorrei essere con voi adesso>, mormoro posando la fronte sul metallo freddo.
<Sai che puoi venire quando vuoi>, afferma con tono più sollevato di qualche secondo fa.
<Lo so, adesso ti saluto...non dire niente alla mamma>, lo avverto prima che scoppi una guerra.
<Non è una buona idea mentirle>, mugugna parlando sottovoce.
Credo che lei sia nei paraggi adesso.
<Diglielo, ma non farla spaventare>, concludo rilassando le spalle.
<Stai attento tu, ci sentiamo>.
Chiudo la chiamata giusto in tempo con l'arrivo delle reclute che si posizionano in una linea retta con Blue e Carl che mi raggiungono.<Abbiamo scelto i migliori>, afferma Blue guardando davanti a sé.
<I migliori?>, domando soffermando gli occhi sulla ragazza pulcino che noto essere ancora in piedi.
<Come ci dividiamo?>, domanda Carl coprendo la mia visuale.
<Io, Emma e Marine...tu, con i gemelli Larson e Connor con Johanna>, risponde Blue guardando il suo orologio.
Pare che sia tempo di andare.
<Fate attenzione, ed usate le radio per comunicare>, li avverto prima di partire.
<Rilassati Connor, non succederà nulla>, afferma Carl dandomi una pacca sulla spalla.Emma
Non so cosa succederà fuori dal cancello, non so come sarà lì fuori, so solo che seguirò alla lettera le istruzioni di Blue.
Sono ancora troppo inesperta per prendere decisioni da sola.
<Dove andremo Blue?>, domanda Marine all'uomo che guida la Jeep.
Entrambe siamo sul retro, ma grazie ad una piccola finestra con le sbarre riusciamo a comunicare con il guidatore. Lei sembra abbastanza eccitata dalla situazione ed il fatto che sia capitata proprio con il sergente Blue le fa pensare che sia stato proprio lui a formare le squadre.
<Sergente Blue>, precisa lui facendole alzare gli occhi al cielo.
Il ragazzo ingrana la terza e sfreccia tra le terre sabbiose di questo posto creando alle nostre spalle una nuvola non indifferente.
<Mi scusi...>, mormora lei quasi come se le avesse tolto qualcosa.
Ormai abbiamo capito che il ragazzo ci tiene al lavoro, pare che per lui esista solo quello e non vuole avere distrazioni. Di nessun tipo.
<Andremo in un piccolo villaggio a nord, porteremo a quella gente qualcosa da mangiare e vestiti...controllando anche la situazione>, ci informa e devo dire che i sacchi qui nell'angolo avevano attirato la mia attenzione.
Adesso ho capito cosa contengono.
<Posso farle una domanda?>, chiedo poi posando una mano sulla rete della piccola finestra così che possa sentirmi bene.
<Certo, mi dica>, risponde il ragazzo non lasciando mai il cambio della Jeep.
Marine mima con le labbra le parole di Blue e mi fa sorridere quando si posa ad una delle pareti ed incrocia le braccia al petto.
<Cosa è successo all'uomo che avete catturato? Resterà alla base?>, chiedo non avendo avuto più notizie di quella sera.
Il comandante non si è lasciato sfuggire nulla, nemmeno la più insulsa parola.
<Non posso rilasciare informazioni di questo genere ad una recluta>, mi informa guardandomi dallo specchietto al centro ed io annuisco.
<Si, capisco>, mormoro picchiettando le dita sul metallo.
<Siamo anche reclute, ma ti ricordo che è stata proprio lei ad avvertirti>, precisa Marine stizzita e so che parla solo perché il ragazzo che guida si comporta da stronzo con lei.
<Non le ho dato il permesso di darmi del "tu"...rispetti i ruoli>, ribatte l'uomo accelerando tanto da farmi quasi cadere.
<Quando le fa comodo i ruoli non esistono però>, replica la bionda con tono alto.
Spero che Blue non le dia corda.
<Lasciamo perdere, non capirebbe>, conclude facendo un segno con le mani come a voler scacciare dall'intero abitacolo della Jeep le parole della ragazza.
<Smettila>, le sussurro andando vicino a lei.
<Non ci riesco a far finta di niente, avrei preferito di gran lunga essere con il sergente Brown>, precisa digrignando i denti.
<Ma siamo con lui e preferirei che tu non facessi cavolate>, dico puntandole un dito contro.
<Da quanto hai tutte queste parole per me?>, domanda sorridendo.
Le faccio la linguaccia e la Jeep si ferma di colpo.
Cado sbattendo il braccio troppo violentemente, tanto da emanare un sibilo di lamento.
<Arrivati>, afferma Blue scendendo dalla macchina.
<L'avevamo capito>, mormoro sbuffando.
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Un pezzo di noi
RomanceCosa succede quando un'anima forte e determinata ne incontra un'altra dura e avvolta dal dolore? Cosa succede quando due occhi si incontrano e decidono di seguirsi per sempre? Quando i sentimenti entrano in gioco in un posto dove essi fanno solo pa...