Connor
<È passato un giorno, se fossero ancora vivi non credo che sarebbero rimasti qui>, afferma Carl mentre parcheggia la Jeep all'inizio del villaggio dove ieri Blue, Marine ed Emma hanno offerto cibo e vestiti.
Sono arrivati alla base con una mezz'ora di ritardo rispetto all'orario prefissato; abbiamo cercato di rintracciarli con la radio ma nessuno ha dato risposta.
Ci siamo preoccupati, anche perché questo non è un territorio tranquillo ed il fatto che con lui ci fossero due reclute è stato il motivo scatenante della nostra preoccupazione.
Quando sono rientrati, ho capito subito che qualcosa non andava, qualcosa era andato storto.
La faccia di Marine era sconvolta, il viso di Blue era incazzato e quello di Emma...era svenuta.
Blue l'ha subito portata in infermeria, le hanno somministrato una flebo e pare che avesse avuto solo uno sforzo emotivo e da quello che ci ha raccontato Blue, la ragazza ha urlato come una matta davanti le macerie di questa casa.
<Sono d'accordo, ma voglio controllare lo stesso>, mormoro avvicinandomi di più ai pezzi di cemento ed inizio a toglierli uno alla volta rivelando quello che si trova al di sotto.
<Perché lo fai?>, domanda Carl al mio fianco che mi aiuta.
<Perché si tratta di tre bambini, quel bastardo deve pagare>, rispondo semplicemente afferrando un pezzo di cemento che mi si sgretola tra le mani come se fosse sabbia.
Vedo un peluche bianco, un cavallo.
Lo afferro e mi piego sulle ginocchia, accarezzando il morbido tessuto cercando di eliminare la polvere.
Fa che non ci sia nessuno.
<Lo porteranno in America, non vuole collaborare e non può rimanere qui>, mi avvisa poi riferendosi all'uomo che abbiamo ancora sotto custodia.
Annuisco e continuo ad eliminare materiale.
<Connor>.
Blue mi chiama da lontano.
Mi volto e lo vedo alzare la mano e mi fa segno di raggiungerlo.
<Continua a cercare>, ordino a Carl che non si era fermato.
Voglio essere sicuro che non ci sia nessuno qui sotto, voglio essere sicuro che quei bambini abbiano avuto il tempo di scappare o addirittura che non fossero proprio a casa.<Guarda qui>, dice Blue indicandomi un piccolo congegno ormai distrutto.
<È una bomba artigianale>, sussurro guardando con attenzione ogni pezzo.
Ad un piccolo oggetto quadrato, è collegato un filo elettrico che scopro dal terreno e che vedo essere abbastanza lungo da arrivare all'abitazione.
<Credo che abbiano usato questa...è abbastanza chiaro>, afferma piegandosi sulla ginocchia e guardandomi.
<Dovremmo fare dei turni notturni qui in zona, non possiamo permettergli di fare questo>, mugugno chiudendo le mani a pugno rivelando anche le vene.
<Sono d'accordo, ma adesso dobbiamo tornare alla base...tra poco inizia l'allenamento>, conclude alzandosi e camminando verso la Jeep.
Dobbiamo catturarli e spedirli in qualche zona remota.Cammino verso la macchina con il peluche in mano.
Lo guardo e lo riconosco: è il peluche che io ho infilato nel sacco e che pensavo avrebbe fatto felice qualcuno.
<È mio>.
Mi fermo voltandomi subito sentendo una voce piccola e bassa.
Una bambina con i capelli legati in due code mi guarda con le mani unite vicino al viso sporco di terra. I vestiti ormai sgualciti e lo sguardo fermo, senza paura.
<È tuo?>, le domando abbassandomi alla sua altezza mentre lei fa un passo indietro.
Annuisce e glielo porgo aspettando che lo prenda.
<La casa che è crollata...abitavi lì?>, chiedo osservando il modo con cui afferra velocemente il cavallo e lo stringe a sé.
Annuisce e abbasso il viso verso il terreno.
<I tuoi fratelli stanno bene?>, continuo con le domande e dal muro di un'altra casa nascosti per bene vedo altri due bambini.
Devono essere loro.
Mi si solleva il cuore quando noto che stanno bene e che non sono feriti.
La bimba segue il mio sguardo e poi inizia a muoversi all'indietro.
<Aspetta...>, le dico prima che scompaia e che sia lei che i suoi fratelli siano lasciati in balia di questo posto.
Mi ricordano un po' me, anche se io di prima di Thomas e Maggy non ricordo nulla.
Quasi come per paura di soffrire, abbia dimenticato la mia vita precedente.
<I vostri genitori sono vivi? Abitano con voi?>, chiedo guardando alle mie spalle e vedo Carl raggiungermi.
La bambina inizia a spaventarsi, socchiude le piccole labbra e corruccia la fronte.
<Fermati>, ordino a Carl che si blocca a qualche metro da noi.
<Se siete soli, posso portarvi in un posto sicuro>, dico alla piccola che viene affiancata dai fratelli.
<Dove?>, mi domanda il più grande dei tre che penso abbia solo cinque anni.
<Lontano da qui, in un posto più bello...qualcuno si prenderà cura di voi>, mormoro ricordandomi perfettamente quando mi è stata detta la stessa cosa.
Mi ricordo perfettamente quando Thomas mi ha offerto un posto dove poter crescere senza paure e senza spari.
<Andiamo insieme>, afferma il bambino prendendo per mano gli altri due e gli sorrido.
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Un pezzo di noi
RomanceCosa succede quando un'anima forte e determinata ne incontra un'altra dura e avvolta dal dolore? Cosa succede quando due occhi si incontrano e decidono di seguirsi per sempre? Quando i sentimenti entrano in gioco in un posto dove essi fanno solo pa...