Capitolo 75

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Emma
<Buongiorno>, mormoro scuotendo le lenzuola del letto superiore al mio.
Di solito è Marine che sveglia me, ma questa mattina la sua voce non si è fatta per niente sentire il che mi ha dato che pensare.
La mia mano tasta le lenzuola ma non sento nessun corpo, nessuna forma sotto di esse.
Mi alzo sulle punte e apro gli occhi ancora assonnati, non c'è; chiaramente è uscita prima.

La giornata sembra essere iniziata nel migliore dei modi, anche se mi manca in camera la voce squillante della mia coinquilina che mi incita a fare tutto più velocemente; spero solo che non sia successo nulla di grave per farla uscire presto dalla camera e soprattutto che non mi abbia avvertita.

Quando esco dalla camera, sono appena le sei e mezza del mattino...alcuni soldati si stanno dirigendo proprio adesso fuori i dormitori, ed io li conosco tutti ma solo visivamente...diciamo che mi sono limitata alla conoscenza di poche persone.
La scorsa notte non ho fatto altro che pensare a quello che è accaduto a Connor la sera stessa, quel grande spavento che mi ha fatto avere ed il fatto che mi chiedesse aiuto con gli occhi mi ha fatto reagire. Non so se è una cosa che gli capita spesso o da cosa è stato causato, forse da quello che stavo dicendo o forse non mi stava ascoltando proprio e qualcosa nella sua mente è scattato.
Voler sapere di più è normale, cosa lo ha provocato...ma chiedere in quel momento mi sembrava un po' troppo per lui che si era appena calmato.

La mensa, posto dove carie cibarie vengono ingerite da gente che vuole soddisfare un istinto primario.
Come al solito, prendo un muffin al pistacchio caldo e oggi prendo una camomilla bollente: non sono affatto tranquilla, sono agitata ed è come se il mio sesto senso si fosse svegliato e mi volesse far capire qualcosa. Qualcosa che ancora non riesco a decifrare.
Marine non si trova nemmeno qui, il nostro tavolo è vuoto e non trovo nemmeno Blue quando punto gli occhi al tavolo dove prende sempre posto.
Qualcosa non quadra.
Speriamo solo che non si metta nei guai, anche se adesso che sto imparando a conoscerla penso che sia una persona molto istintiva e che non conti fino a dieci prima di prendere una decisione...al contrario della sottoscritta.

<Ciao>.
Scatto sul posto e quasi il liquido dentro la tazza che tengo tra le mani cade sul tavolo.
Apro e chiudo gli occhi un paio di volte per mettere a fuoco la realtà e vedo Connor davanti a me, seduto con tra le mani un semplice muffin.
Non so quanto si sia seduto effettivamente, dovevo essere proprio su un altro pianeta per non aver sentito nulla.
<Sempre persa nelle tue cose?>, domanda poi lasciando il muffin sul tavolo ed incrocia le braccia al petto.
<Eh...si, non ti ho sentito né visto>, rispondo mormorando afferrando la tazza con entrambi le mani e la avvicino al viso così che il vapore caldo del liquido mi riscaldi un po' il viso.
Non c'è sensazione più bella del calore.
<Ho notato, sono qui da cinque minuti più o meno>, mi spiega ed io corrugo la fronte e lo so che adesso ho la faccia da pesce lesso.
Dovevo trovarmi su Marte.
<Già...e credimi, osservarti è anche "carino"...>, continua mimando le virgolette con le mani.
<...ma parlarti credo che sia meglio>, conclude alzando le spalle e facendo una piccola smorfia con le labbra.
Sorrido debolmente e per l'imbarazzo delle sue parole mi nascondo dietro la tazza. Cerco di acquistare un po' di tempo.
<Come stai?>, chiedo poi vedendolo molto più sereno rispetto a ieri sera.
Per un attimo il mio sguardo si lascia catturare dalle sue labbra, e non posso dimenticare il piccolo contatto di esse con la mia pelle; ho ancora tra le orecchie lo schiocco del distacco.
<Bene>, risponde posando i gomiti sul tavolo con le mani che sostengono il viso.
<Ethereal>, mormoro dando un morso al mio muffin che pensava di averla passata liscia.
Eh invece no.
<Ethe...cosa?>, mugugna incuriosito sporgendosi di qualche centimetro.
<Ethereal>, ripeto scandendo bene la parola che so che può suonare strana.
L'ho letta qualche anno fa in un libro di magia, di fate e draghi; libri che di solito si consigliano alle ragazze o alle bambine che vogliono distrarsi, ma a me è piaciuto da impazzire.

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