Capitolo 48

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Maggy
<Maggy ci sei?>.
Una voce dietro la porta mi sveglia.
Mi stropiccio gli occhi e li apro.
Avvinghiato al mio corpo, si trova un ragazzo che sembra abbia paura che me ne possa andare da un momento all'altro.
Le sue mani stringono forte i miei fianchi e la sua faccia è accoccolata sulla mia pancia.
La coperta, ovviamente, si trova quasi alla fine del letto...diciamo pure che si trova sul pavimento.
<Maggy svegliati>, continua a dire la voce femminile che somiglia molto a quella di mia mamma.
Anzi, è lei.
Sollevo una mano di Thomas e poi l'altra, cercando di scappare dalla sua presa ed andare alla porta.
<Mamma>, dico aprendo essa e vedendola davanti a me.
<Pensavo che stessi ancora dormendo, sono le nove>, mi informa facendomi subito ricordare che stamattina devo andare all'orfanotrofio.
<Ero sveglia...veniamo tra poco>, dico sbadigliando.
<Veniamo...chi?>, domanda lei sorpresa.
<Eh...c'è Thomas>, la informo cercando di essere il più diretta possibile.
Lei sorride e poi mi fa l'occhiolino.
<Non è quello che pensi mamma>, la blocco subito sapendo già che sta pensando a quello che non è successo. O almeno, non quello che pensa lei.
<Non sto pensando a nulla, tesoro>, ride lei.
<Si certo, come no>, ribatto alzando gli occhi al cielo.
<Lui chi sarebbe? Il buono o il cattivo?>, mi domanda lei facendo riferimento ad una nostra vecchia conversazione.
<Il cattivo...ma cattivo buono eh>, specifico sorridendo.
<Adesso vi lascio, ho preparato la colazione>, mi spiega stringendo sulla spalla la borsa nera opaca che le ho regalato al suo compleanno di due anni fa.
<Va bene, ti faccio sapere come va con Connor>, la informo dondolandomi sui talloni.
<Chiamami subito ok?>, mi dice iniziando ad andare via.
Annuisco.
Chiudo la porta alle mie spalle e osservo il ragazzone disteso sul letto.
Con le mani ancora poggiate sulla maniglia della porta, ripenso a ieri sera e alle emozioni che mi ha fatto vivere.
Non mi sentivo così piena e felice da non so quanto tempo.
Con lui sento che è diverso, non mi sento come succedeva con altre persone. Con gli altri ragazzi mi sentivo come se mi bloccassero le ali, come se volessero quasi tenermi sotto una gabbia d'oro per tenermi protetta. Thomas è diverso.
Lui ha lasciato che me ne andassi, ha lasciato che mi allontanassi da lui solo per vedermi stare bene.
E ho sempre pensato che quando una persona ti lascia andare, allora non ti vuole accanto.
Ho sempre pensato che chi ti vuole vicino a sé non può farne a meno della tua presenza.
Ma anche se mi ha lasciato andare, anche se ha voluto farmi creare un futuro tutto mio, è venuto a cercarmi. È venuto a riprendermi.
Oggi pomeriggio se ne andrà e non so davvero quando ci rivedremo, o come andrà la missione. Spero solo che non faccia stupidaggini.

<Non mi osservare così>, mugugna il ragazzo su cui i miei pensieri si focalizzano.
Spalanco gli occhi e arrossisco.
<Non ti osservo in nessun modo>, preciso staccandomi dalla porta e camminando verso di lui.
Continua a stringere il cuscino e mantiene gli occhi semichiusi.
<Questo lo dici tu>, replica con voce rauca.
Mi siedo vicino a lui e passo la mia mano nei suoi capelli. Gli sfioro gli occhi, il naso e poi le labbra con il pollice.
<In realtà stavo guardando il tuo sedere>, gli spiego ridendo.
Un mezzo sorriso si forma sul suo viso.
<E cosa ne pensi?>, domanda lui avvolgendo un braccio attorno alla mia vita per avvicinarmi ancora di più a sé.
<Non è niente male>, rispondo dandogli uno schiaffetto sopra esso.
<Anche il tuo non è niente male, Maggy>, mugugna lui aprendo gli occhi e puntandoli sulla mia figura.
<Smettila Thomas>, rido prendendo tra la mano la sua collana.
<Ti piace, vero?>, mi chiede accarezzando le mie dita.
<Si>, rispondo passandola tra le dita.
<Tua mamma sa che sono qui>, afferma lui posando una mano sulla mia coscia.
<Hai sentito? Tu eri sveglio?>, domando incredula.
<Si, ho sentito tutto>, risponde chiudendo gli occhi per qualche secondo.
<E perché hai fatto finta di dormire?>, chiedo ridendo salendo a cavalcioni su di lui.
<Mi piace quando mi guardi o quando parli di me>, risponde semplicemente accarezzandomi il viso.
<E mi piace quando mi baci>, continua posando le dita sulle mie labbra.
<Ma non ti sto baciando>, replico poggiando le mani sul suo collo.
<Ma lo farai, tra pochissimo>, specifica lui alzandosi col busto quanto basta per essere vicini e far combaciare le nostre labbra.
Mi piego verso di lui e poggio una mano sul materasso per mantenermi in equilibrio.
La sua lingua picchietta sul mio labbro inferiore e poi penetra all'interno della mia bocca come uno tsunami.
Sposta i miei capelli all'indietro, sulla mia schiena, e con una mano dietro la nuca mi avvicina ancora di più a lui.
Capovolge la situazione e a toccare il materasso adesso è la mia schiena.
Continuiamo a baciarci con passione e trasporto.
La mia mano sale lungo tutto il suo busto, accarezzando i muscoli scolpiti fino ad arrivare alla sua nuca. Avvolgo le gambe attorno alla sua vita e con i piedi spingo il suo bacino verso il mio.
<No...>, sussurra mordendo le mie labbra così forte che sento in sapore metallico del sangue.
Penso che me le abbia graffiate.
<Mh?>, mugugno aprendo gli occhi.
Si solleva sulle ginocchia e scuote la testa.
<Dobbiamo...meglio se ci fermiamo qui>, dice lui passandosi una mano sulla faccia.
<Solo quello che voglio...l'hai detto tu ieri>, preciso alzandomi anche io sulle ginocchia.
Poggio le mani sul suo petto ed inizio a baciargli il collo e poi il mento.
<Non...non...>, cerca di dire lui preso dal piacere quando gli lecco il lobo dell'orecchio.
<Non voglio farlo...lascia che ti faccia godere>, sussurro ad un millimetro dalle sue labbra.
Si butta sulle mie labbra come se ne avesse bisogno e sento ancora quel sapore di sangue.
La mia mano scivola lungo tutto il petto ed arriva all'elastico dei pantaloni della tuta.
Sciolgo il nodo mentre continuiamo a scambiarci baci caldi e lui stringe in una mano i miei capelli.
Con decisione, la mia mano entra al di sotto del tessuto e poi nei boxer stuzzicando con le dita il suo membro.
<Oh...>, ansima lui facendo schioccare le nostre labbra.
Poggia la sua fronte sulla mia ed emana un forte ansimo quando afferro il suo membro già duro nelle mani.
Si erge sotto al mio tocco e spinge il mio busto verso il suo.
<È così...>, sussurro iniziando a muovere la mano su e giù lungo tutta la lunghezza.
<Ho sempre immaginato...>, ansima lui continuando a stringere i miei capelli.
<Cosa?>, chiedo.
Il suo membro sembra essere fatto di marmo e sta iniziando a tremare sotto al mio tocco.
<La tua mano attorno...ah...così brava...>, sussurra poggiando la testa sulla mia spalla lasciandosi andare dal piacere dato dalla mia mano che lo stringe leggermente.
La sua mano arriva sul bordo della mia maglietta e la stringe chiudendola in un pugno.
<Stai per...>, sussurro al suo orecchio quando capisco che sta per arrivare al limite.
<Tu continua>, mi ordina con voce roca.
Le mie dita toccano la punta del suo membro e lui sussulta.
<Baciami>, dico facendogli alzare il viso.
Il suo volto si allinea con il mio e subito ci avvinghiamo l'uno all'altra.
La mia mano ancora nei suoi boxer continua a farlo godere e quando sento che si irrigidisce e poi rilassa subito dopo capisco che è arrivato.
Il suo seme fuoriesce e sporca la mia mano.
<Mi serve una doccia>, sussurra guardando la mia mano sporca del suo seme che lascia i suoi boxer.
<Sarà difficile lasciarti andare oggi>, continua poi abbracciandomi.
<Non pensiamoci adesso ok?>, dico cercando di non spezzare questa magia che si è creta tra di noi.
Annuisce.

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