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Devo ammettere che la presenza di Dylan questa sera si sente eccome. Le ragazze mi evitano andando tutte da lui e a me restano i ragazzi, che come al solito fanno battutine sulla mia divisa troppo corta o provano a passarmi i loro numeri di telefono. Addirittura qualcuno una volta mi ha chiesto se poteva aspettarmi fuori dopo la fine del mio turno per passare un po' di tempo insieme, inutile dire che prima di uscire quella sera dal pub mi accertai che non ci fosse, inoltre la presenza di Buddy mi tranquillizzò come sempre d'altronde. Ammetto che sa fare bene il suo lavoro da "duro" senza sforzarsi minimamente, l'altro bodyguard che lavora gli altri giorni non lo conosco benissimo, so solo il suo nome Ryan, anche lui ha l'aspetto da duro ma non ho avuto modo di conoscerlo visto che quando lui fa il turno io non ci sono e infatti l'ho visto solamente quando sono andata in orari non di lavoro, per bere qualcosa.
Come spesso mi succede non mi accorgo che Jennifer mi sta parlando e mi sta sventolando la mano davanti la faccia, a volte mi incanto così di botto che quando mi riprendo dallo stato di trance mi chiedo se magari non ho qualche problema di cui dovrei preoccuparmi
«Ehi, sto parlando con te» sbotta irritata e sarcastica Jennifer
«Cosa dicevi?»
«E lui chi è?» Domanda con un ghigno divertito indicando appunto Dylan, colui che stavo fissando in trance, mettendomi così in imbarazzo da sola «Il nuovo barman» spiego tornando in me, per fortuna lui è indaffarato e non si era accorto di me che lo fissavo mentre pensavo alle mie cose, altrimenti che figura! Lei per tutta risposta fa un sorrisetto malizioso accompagnato dalle risatine delle mie amiche «Non incominciare Jennifer, anche oggi no» la minaccio con il dito puntandolo contro di lei «Cosa ha fatto la nostra Jennifer questa volta?» Chiede Jack facendo arrossire la mia amica. È ancora evidentemente cotta, solo lui riesce a metterla "in imbarazzo" con una sola parola, in questo caso nostra. «Sono giorni che sta cercando, anzi stanno cercando» mi correggo indicandole tutte e tre «di accoppiarmi con il primo ragazzo che mi si avvicina» dico esausta ripensandoci. Prima in discoteca ma per fortuna c'era Alessandro con me e poi vabbè sappiamo cosa è successo, poi ieri sera con i ragazzi che mi si avvicinavano con la scusa "hai da accendere" ma dico io, non sanno che è passata di moda quella tattica? E ora fanno sorrisini di complicità per il nuovo poveretto, Dylan. «Dai non hai un ragazzo da quanto? Troppo! Con Alessandro non concludi niente, quindi ti aiutiamo noi» dice tranquillamente Ludovica «Secondo me dovresti voltare pagina, hanno ragione» dice tranquillo la sua anche Jack «Secondo me dovreste farvi gli affari vostri» sbotta Luca «E perché mai?» Lo riprende Ludovica con lo stesso tono mentre io osservo la scena da spettatrice, sono curiosa della sua risposta «Non è una bambina, saprà lei con chi uscire e se, uscire con qualcuno, no?» Questa è la sua risposta, non so se mi garba però. «Si è vero, ma guardala ti sembra normale che questo bocconcino non venga assaggiato da nessuno?» Okay Ludovica è impazzita tant'è che tutti la guardiamo non sapendo se ridere o cosa.
«Quel bocconcino come lo chiami tu» continua Luca guardandomi e indicandomi provocandomi un brivido lungo la schiena «verrà assaggiato da chi vorrà lei, non da chi volete voi» distoglie lo sguardo da me per riguardare la mia amica che al momento è divertita per il fatto che lui abbia usato i suoi aggettivi per rispondere, ma per chi mi hanno preso per una mozzarella?
«Io non ho parole ragazzi, vi voglio ricordare che state parlando di me e io oltretutto vi ascolto anche in silenzio come una stupida, comunque sia ha ragione Luca» ammetto e in cambio lui mi manda un sorriso che mi fa girare la testa, poi mi ricordo che mi ha mentito e ritorno in me.
«Beatrice sei pronta?» Mi chiede una voce alle mie spalle, inutile dire che guardando le mie amiche e le loro facce capisco che non hanno afferrato il concetto "niente accoppiamenti"
«Certo» dico voltandomi verso Dylan «Sono loro le tue cavie?» Continua lui indicando il gruppo dei miei amici seduti sugli sgabelli dietro il bancone e io annuisco «Cavie per cosa?» Chiede Claudio preoccupato, a volte credo che sia proprio un fifone nonostante il suo aspetto, ricordo ancora quando ha guardato un horror con me e Ludovica e ha dormito con noi in camera per terra con solo una coperta per la paura, inutile dire che il giorno dopo ci ha obbligate di non parlarne con nessuno mai.
«Ho chiesto a Dylan, se gentilmente mi aiutava a migliorare i miei cocktail visto la sua esperienza, e visto la mia incapacità, voi ovviamente sarete le mie cavie come sempre» lo tranquillizzo
«Amico le puoi insegnare qualche cocktail a base di pera?» Domanda Claudio più rilassato guardando Dylan che a sua volta mi guarda interrogativo con un sorrisetto che mette in risalto le sue fossette «Non dargli ascolto, è fissato per le pere, per lui è come una droga» spiego al nuovo barman che ora sembra capire la richiesta del solito Claudio fissato «Chissà magari ho qualche ricetta segreta per quello» risponde lui ironico facendo brillare gli occhi di Claudio, ma non sa che scherza? Perché scherza vero? Ci manca solo un alcolico per farlo peggiorare.
Dopo non so quanti mojito, affinity orange, margarita, malibu e chi più ne ha più ne metta i miei amici sono scappati via prima di spellargli tutti i soldi, certo sono cavie ma devono pagare mica è gratis. Grazie a Dylan ho capito meglio come dosare i vari ingredienti per ogni cocktail per dare il giusto equilibrio di sapore alla bevanda, io ho assaggiato solo il mojito ovviamente, il mio preferito, e ammetto che non era per niente male, per fortuna Paul come al solito è stato comprensivo ad accettare che il nuovo arrivato mi seguisse, ma non abbiamo per questo lasciato da parte il lavoro, anzi molti curiosi chiedevano sempre più cocktail per vedere la diversità tra il mio e il suo, è stato divertente e con mio piacere ho constatato che è un ragazzo molto simpatico.
«Ti do un passaggio?» Chiede gentile Dylan alla fine del turno dopo esserci cambiati entrambi, e questa volta non sono entrata inaspettatamente nello spogliatoio mentre lo faceva
«No grazie, vado con lui» dico sorridendo indicando Luca che ci osserva dall'altra parte della strada mentre fuma la sua sigaretta con una mano e con l'altra tiene il cellulare.
«A domenica allora» dice lui con un occhiolino e un sorrisetto furbo
«A domenica» ricambio il saluto e mi allontano andando da Luca che mentre avanzo butta via la sigaretta e mette via il cellulare
«Perché sei qui?» Domando incrociando le braccia al petto osservandolo «Perché mi va» ribatte sicuro scrutandomi «Cosa fai?» Chiedo titubante mentre si avvicina mettendosi a pochi centimetri dal mio viso «Mi spieghi che hai verso di me Bea?» Chiede mentre il suo profumo mi invade e lo stomaco comincia a farmi male «Nie-nte» balbetto
«Non mentirmi ti prego, non ti sopporto quando lo fai» queste sue parole mi fanno arretrare di un passo e la rabbia repressa prende il sopravvento «Io mento quindi? Parliamo di te allora, non hai nulla da dirmi?» Urlo e mi accorgo che ultimamente questo posto sta diventato luogo di litigi, lui mi guarda stupito «Chi te lo ha detto Bea?» Chiede arrabbiato e mortificato «Non ha importanza» ho promesso ad Alessandro che non avrei detto nulla «Invece sì!» Sbotta incazzato «Bea nessuno di noi quattro voleva dirtelo per non rattristarti ulteriormente visto che mi avevi detto di stare male per quel coglione di Fabio venerdì» chi altro sa del nostro bacio? E perché non volevano dirmelo per colpa di Fabio? I tempi comunque non coincidono.
«È stato quel coglione di Alan, vero?» Continua lui mandandomi in crisi «Luca ti ho detto che non importa chi lo ha detto, ma perché mi hai mentito?» Chiedo cercando di tornare al discorso principale per capirci qualcosa «Senti» fa un lungo respiro «ricordi che ieri mattina prima di andare all'università mi avevi detto di aver avuto una ricaduta per quel coglione del tuo ex, giustificando così il tuo pianto anche di venerdì sera in discoteca?» Annuisco con la testa, senza capire bene cosa c'entra tutto questo. Ho mentito a Luca dicendo che stavo male per Fabio per non dirgli che stavo male per quello che aveva fatto lui, sapevo che mi avrebbe creduta come in fondo è successo e infatti lui aveva smesso di fare domande. «Okay, la sera siamo andati da Alan a casa sua, e ce la siamo ritrovati davanti, cosa dovevamo fare? Venirtelo a spiattellare subito così tu poi stavi ancora peggio della mattina?» Domanda lui ma è più che altro un'affermazione, chi hanno visto a casa di Alan? Sicuramente non stiamo parlando della stessa cosa «Chi avete visto a casa di Alan?» chiedo ricevendo una faccia del tutto sorpresa «Come chi? Cristina» spiega lui mandandomi fuori pista, cosa c'entra lei? «Era di questo che stavi parlando quando mi hai detto che ti ho mentito, vero?» chiede Luca speranzoso e mi limito a scuotere la testa in senso di negazione.
Lo vedo imprecare sottovoce mentre si passa nervosamente una mano tra i capelli neri spostandoseli dal viso, evidentemente le bugie sono due. «Mi riaccompagni a casa?» Chiedo con un sussurro «Bea voglio spiegarti»
«Credimi lo farai, ma non ora, non qui» commento acida, perché potrà avere mille motivazioni per non avermi detto di Cristina, ma che spiegazione mi darà quando gli dirò che so del bacio che ha dato a Zoe poco prima di baciare me? Qualunque spiegazione non cambierà il fatto che mi ha mentita, e lui sa bene che io odio le bugie.

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