30❁

642 31 8
                                    

«Potevi farti riaccompagnare da lui» continua Alessandro con la cantilena mentre mi riporta a casa, eccolo, altro amico cocciuto, ma perché tutti a me? «No, avevo già chiesto a te» sbotto mentre inizio già a struccarmi con le salviettine struccanti «e poi hai sentito Giulio?» Dico irritata ripensando a quello che ha detto il mio amico riguardo "l'appuntamento" di Luca con l'ochetta ossigenata «E tu ci credi? Insomma lo conosci e mi hai sempre detto che non prende mai seriamente le ragazze»
Certo l'ho detto, ma si stanno incontrando fin troppe volte per non credere al fatto che ci sia qualcosa di più, solitamente non frequenta una ragazza più volte, insomma è un suo "difetto" perché appunto non vuole legami, ma so che lo mette sempre in chiaro a tutte le ragazze fin da subito, ed è proprio per questo chi mi insospettisce la loro frequentazione abitudinale, non è da lui.
«In ogni caso, appuntamento o no si dovevano incontrare, ed entrambi sappiamo cosa succede in questi casi tra due ragazzi tra cui c'è già stato qualcosa» non ci voglio nemmeno pensare visto che appena ricordo la scena a casa di Luca mi sale la rabbia ancora di più, se possibile.
«Bea se lo vuoi, prenditelo» mi volto a guardarlo interdetta per un tempo troppo lungo, con la salviettina ormai sporca di matita e mascara in mano non potendo fare a meno di riflettere su quello che mi ha appena detto.
«Non lo voglio» la mia voce mi tradisce e lui se ne rende subito conto visto il sorrisetto che fa mentre guarda la strada avanti a noi
«Come no» ribatte nel silenzio dell'abitacolo, non sapendo cosa inventarmi resto in silenzio per il breve tragitto che manca per arrivare a casa mia.

Solo dopo che Alessandro mi saluta guardo il vialetto vuoto e mi rendo conto che per una settimana i miei genitori non ci saranno, l'assenza della loro auto mi conferma che sono già partiti. Molte volte quando mi parlano sono tra le nuvole e non catturo del tutto i dettagli che mi comunicano di orari e giorni di partenza proprio come adesso, non credevo di non trovarli a quest'ora.
Passerò una settimana in questa casa enorme da sola, benissimo.
Meglio che vada a dormire senza pensarci più, altrimenti mi sale l'angoscia, non mi piace restare da sola in casa per troppo tempo, ma non è paura, oppure forse un po' sì?

Non appena mi sveglio la mattina dopo, come mia abitudine prendo il cellulare e dopo aver staccato la sveglia controllo le notifiche, e le tre chiamate perse da un numero che non è tra i miei contatti cattura subito la mia attenzione, anche perché alle due di notte chi fa tre chiamate consecutive? Mi agito leggermente pensando che forse sia potuto accadere qualcosa ai miei genitori e mi maledico mentalmente per aver messo la vibrazione, che brutta abitudine!

Appena salvo il numero per vedere se esce la foto su whatsapp, il timore scompare e la curiosità cresce. Per quale assurdo motivo Fabio mi ha chiamato a quell'ora? Nonostante la voglia di chiamare per capire, non lo faccio perché è troppo presto e visto che non frequenta l'università e nemmeno lavora per quel che ne so, starà dormendo. Sarei tentata di disturbarlo come lui avrebbe disturbato me stanotte se ci fosse stata la suoneria, ma io non sono lui.

Dopo essermi fatta una doccia, la solita beauty routine e dato un senso ai miei capelli racchiudendoli in una coda stretta e alta, indosso le scarpe e scendo giù per mangiucchiare qualcosa prima di uscire.
Come al solito poco dopo puntuale come un orologio svizzero, il clacson della macchina di Luca, mi avvisa della sua presenza.
Appena entro in auto, noto un Luca teso che a malapena mi guarda dopo un ciao tirato, tutto strano è ultimamente, ma mai così. Lo scruto di sottecchi per un po' ma lui, che so benissimo che se ne è accorto, finge indifferenza.
In un altro momento mi avrebbe fatto una delle sue battute del tipo "lo so che sono bello ma così mi consumi" e il non-farle mi crea fastidio.
Quando arriviamo all'università dopo un religioso silenzio, mi parte l'embolo e appena sta per aprire lo sportello per scendere lo blocco dal braccio, e con una mano sul suo viso lo obbligo a voltarsi verso di me per farmi dire cosa gli prende.
Dopo un attimo di resistenza da parte sua, si volta e mi guarda negli occhi, ma io non ci riesco, sono presa da altro.
Sono intenta a guardare con occhi sgranati il piccolo taglietto per fortuna non troppo profondo sul labbro superiore e l'occhio sinistro contornato da un leggero rossore misto a un livido, così di colpo porto subito le mie dita sul suo labbro causandogli un leggero lamento di dolore. Quando lo accarezzo sotto l'occhio come per accertarmi che quello che sto vedendo sia reale, lui blocca subito la mia mano «Piano Bea» sussurra mentre tiene ancora la mia mano nella sua per allontanarla dal suo volto, che evidentemente gli procura dolore «Che cazzo hai fatto Luca?» Chiedo mentre possibili scenari cercano di prendere possesso della mia mente. «Niente» la sua risposta è niente, cominciamo male Luca, male. «Ti pare nulla questo?» Indico con la mano libera il suo labbro «è questo?» Subito dopo l'occhio come se facesse male più a me vederlo così che a lui stesso fisicamente. Davvero credeva di poter sfuggire alle mie domande? Davvero credeva che non me ne sarei accorta? È matto per caso? «Sono solo graffi» il suo modo calmo di dire le cose in questo momento mi dà sui nervi «Dimmi cosa hai fatto» chiedo ancora «No» continua lui restio «Luca!» Lo ammonisco con lo sguardo più severo che riesco a fare e dopo che alza gli occhi al cielo almeno un paio di volte si decide a parlare. «Ieri sera un tipo ci ha provato con Zoe, ed eccomi» si indica per far capire ovviamente che la situazione poi è degenerata «Ah» è l'unica cosa che riesco a dire in questo momento. Senza parole.
Sicuramente nei possibili scenari che la mia mente elaborava questa scena non c'era.
Mi guarda in silenzio osservando la mia reazione sorpresa e solo in questo momento mi accorgo che gli sono praticamente in braccio.
Come cavolo è successo? Non me ne sono praticamente accorta, ma ho un ginocchio sul cambio che ora che ci penso inizia a farmi male e l'altro ginocchio tra le sue gambe. È solo che appena l'ho visto mi sono catapultata su di lui per la preoccupazione nel vederlo con quei segni e non ho capito nulla.
Solo che ora la preoccupazione ha lasciato spazio al mio nuovo sentimento per la pelle, la gelosia.
Così per darmi un contegno ritorno subito al mio posto prendendo la borsa che era caduta per terra sul tappetino ed esco dall'auto senza rivolgergli la parola,
non ho nulla da dirgli ma lui non prova nemmeno a farmi dire qualcosa
Non si cerca i litigi per persone che non hanno un posto speciale nel suo cuore, e a quanto pare Zoe, è riuscita a farsi spazio in un modo che nessuna prima a parte noi, i suoi amici era riuscito.

Per tutta la mattinata sono un fascio di nervi sul punto di gridare o spezzare matite, e nonostante cerco di nascondere il mio stato tra una lezione e un'altra Ludovica se ne accorge e mi trascina con se nel bagno delle donne, mettendosi davanti a me con le braccia incrociate aspettando che io dica qualcosa.
Così senza che mi faccia nessuna domanda, perché non c'è n'è bisogno, gli racconto tutto ottenendo la sua più totale attenzione. «Sei sicura che non ti ha mentito riguardo la lite?» Ci rifletto un secondo e non saprei, in quel momento ero troppo presa dalle sue parole per accorgermi se fosse una bugia o meno «Perché avrebbe dovuto?» Lei scrolla le spalle, rendendosi conto che in realtà non ci sarebbe motivo per dire una cosa per un'altra «Quando richiami quel coglione di Fabio per sapere cosa voleva alle due di notte?» Chiede subito dopo «Ora» istintivamente prendo il cellulare dalla mia borsa e provo a chiamare, ma nulla non risponde. «Forse era solo ubriaco» Dice Ludovica mentre usciamo dal bagno per tornare in aula, dopo aver provato ancora a richiamare, ma senza successo. «Forse» sussurro mentre la seguo per il corridoio.

Quando siamo usciti dall'università mi sono fiondata nella macchina di Claudio lasciando a Ludovica il compito d'informare Luca del fatto che non sarei tornata con lui. Lei, dopo aver saputo che sarei stata sola a casa, ma soprattutto dopo aver visto quanto ero nervosa oggi, mi ha chiesto se pranzavo da loro e ho subito accettato, meno penso meglio sto. O almeno così continuo a ripetermi.
Noto Claudio che mi guarda dallo specchietto retrovisore scrutandomi senza dire nulla, si starà godendo il silenzio in mia compagnia visto che non sono sempre così taciturna.
Quasi non cado quando lo sportello si apre improvvisamente visto che mi ci ero praticamente appoggiata con tutto il mio peso «Ma che caz-» scendo dall'auto mentre guardo il colpevole, Luca. «Se hai un problema con me non devi evitarmi, hai capito?» Mi urla avvicinandosi di più mentre la mia amica mi guarda in modo colpevole «Non so di cosa stai parlando» cerco di restare ferma sul posto visto che quando sono incavolata mi muovo sempre e lui lo sa, lui sa tutto di me.
«E allora perché non vieni con me?» Continua lui guardandomi arrabbiato mentre il taglio sul labbro sembra aprirsi ogni volta che apre la bocca e vorrei evitarlo posando le mie labbra sulle sue per zittirlo
«Amico, però abbassa la voce» si intromette Claudio che in risposta riceve un cenno del capo in modo distratto visto che continua a guardare sempre me.
Ci sono molti studenti ancora e alcuni curiosi si fermano per vedere cosa accade e a nessuno di noi piace dare spettacolo.
«Non vengo con te perché pranzo da loro, visto che i miei non ci sono» specifico mentre lui si gira per guardare Ludovica che cerca una via d'uscita da questa situazione, che però non c'è.
«Lei mi aveva detto che oggi ti avrebbero accompagnata loro, e al mio perché come domanda mi ha detto "dovresti saperlo"» guardiamo entrambi lei, che se la ride sotto i baffi che non ha, sono sicura che voleva vedere se avrebbe avuto una reazione e beh, eccolo qui davanti a me, incavolato. Il suo piano ha funzionato «Si ma solo perché mangio da lei» ripeto, in realtà non è per quello che Ludovica ha risposto in quel modo, ma sicuramente non glielo dirò, dopo però tirerò le orecchie della mia carissima amica «Adesso lo so» ribatte più tranquillo mentre io resto sulle mie.
Poi si rivolge a Claudio «Ci vediamo più tardi» e dopo avermi guardata per un altro secondo si gira e va via.

Ricomincio Da Qui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora