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Appena Ludovica mi lascia nel vialetto di casa mia senza perdere altro tempo apro la porta d'ingresso e mi fiondo subito in bagno per togliermi di dosso il sudore che per tutto l'allenamento è scivolato sul mio corpo, lo so fa schifo ma è la verità. Non sono una dal "sudore facile" ma chiunque al posto mio, dopo il pomeriggio che ho passato farebbe la stessa fine, ne sono sicura.
Approfitto ancora dell'assenza dei miei genitori per godermi la tranquillità e riempire la vasca, e nel frattempo semino vestiti di qua e di là creando il caos in questo umile bagno che proprio non merita tale disordine.
Sciolgo la lunga coda stretta che avevo fatto appositamente per la palestra e subito mi sento meglio, adoro le code alte, ma il sollievo che provo appena sfilo il codino... È qualcosa di unico.
Appena metto il primo piede nell'acqua lo ritraggo, ovviamente ho messo dell'acqua troppo bollente, come al solito. Ma esattamente come tutte le volte immergo e ritraggo parti del mio corpo fino a quando non si abituano alla temperatura, fin da piccola ho questa strana abitudine, è l'unica pecca di tutto ciò è la mia pelle che si arrossa per il calore che riceve, ma ne vale la pena visto quanto mi rilasso una volta entrata.

Dopo un'ora abbondante a mollo nella vasca da bagno, vado in camera mia tolgo l'accappatoio e metto una maglia extra large di quelle che adoro perché sono troppo comode, e dei pantaloncini corti, stasera niente studio non ho nemmeno le forze per aprire una sola pagina, ma non devo lamentarmi, non posso no. L'unica cosa che fa capricci è la mia pancia, l'assenza della pasta a pranzo si fa indubbiamente sentire e credo proprio che dovrò soddisfare questo vuoto. Ogni volta che a pranzo non mangio un bel piatto di pasta, qualunque cosa mangio non soddisfa la mia fame, oppure il panino con l'insalata del McDonald e le schifezze che ho mangiato quando sono tornata non erano abbastanza, in entrambi i casi devo nutrirmi. Così metto sul fuoco la pentola piena d'acqua e nel frattempo vado sul divano per sedermi un po'. Nell'attesa faccio zapping alla televisione visto che come al solito nulla attira particolarmente la mia attenzione, le cose più belle o sono già iniziate e quindi non mi piace vederle a metà oppure cominciano troppo tardi, e forse è proprio per questo che quando decido di vedere qualcosa scelgo direttamente un film da internet, altrimenti mi annoierei ogni volta.

Un trillo di qualcosa rimbomba nelle mie orecchie e di scatto apro gli occhi, merda mi sono addormentata con il telecomando in mano! In questo momento non posso non pensare al fatto che mi sento come quelli che dopo una cena di famiglia si addormentano sulle sedie chiudendo pian piano gli occhi, credo che in almeno tutte le famiglie ci sia questo soggetto, nel mio caso è mio zio il fratello simpatico della mamma, il quale fotografiamo senza pudore ogni volta per poi ricattarlo nei momenti opportuni. A volte nemmeno se ne rende conto, nonostante il flash, è davvero buffo.
Appena il trillo rimbomba nella casa un'altra volta collego che altro non è che il campanello, così un po' stordita corro subito ad aprire la porta.
Questa volta per precauzione guardo prima dallo spioncino e da quella altezza vedo solo un collo, ma cosa li fanno a fare se le persone alte non possono comunque essere riconosciute se sono troppo vicine? Ovviamente io riconosco subito che è Luca anche senza vederlo, lo riconoscerei anche da un piccolo lembo della sua pelle o anche solo dal suo profumo.

«Luca» deve smetterla di presentarsi in questo modo a casa mia, mi farà uscire il cuore di fuori «che ci fai qui?» Non mi aspettavo venisse
«Non mi andava di rifiutare il tuo invito» dice lui entrando «cosa facevi?» Chiede guardandosi intorno. A quella sua domanda subito mi ricordo della pentola sul fuoco e dopo una sfilza di parolacce verso me stessa corro in cucina sotto lo sguardo divertito di Luca che ovviamente non ci sta capendo niente «Cos'hai combinato?» Domanda raggiungendomi in cucina «Avevo fame e poi mi sono addormentata sul divano» spiego brevemente, evitando di raccontare che mi sono addormentata mentre ero seduta «Quindi ti ho svegliata?» Non riesco a capire se è dispiaciuto o divertito «Si, e per fortuna» certo non è successo nulla è solamente evaporata un po' d'acqua dai bordi della pentola ma cavolo per una volta tanto, sono un vero casino, per fortuna che è arrivato lui «ma tu non avevi da fare?» Chiedo ricordando il modo gelido in cui mi ha risposto in palestra «Se sono qui direi che qualcosa è cambiato, non credi?» «Non fare l'odioso con me» lo ammonisco «Non sono odioso» ribatte lui infastidito avvicinandosi di un passo «Lo sei, e anche tanto» dico mentre i nostri occhi restano incollati come se fossero sotto l'effetto di un sortilegio «Cosa vuoi mangiare?» Chiede lui distogliendo lo sguardo per primo, io non so se ne avrei avuto le forze «Avevo pensato a una cosa semplice, aglio olio e peperoncino» oltre al fatto che sia un piatto semplice credo di non essere nemmeno in grado di preparare qualcosa di più elaborato, sicuramente ho molto da imparare da mia mamma su questo punto di vista «Mi piace» risponde lui acconsentendo alla mia scelta «Quindi mangi con me?» Domando sperando davvero che dica di sì, per quanto cerco di non pensarci ho davvero bisogno della sua vicinanza, è proprio per questo che avevo chiesto di passare la serata con me, senza nemmeno pensarci, forse è stato il mio cuore a parlare e chiedere per me in quel momento.
«Assolutamente sì, sono poche le volte che ti ho visto ai fornelli, non voglio perdermi il disastro che farai per niente al mondo» dice beffardo ridendo
«Sei un fottuto stronzo» rispondo fingendomi offesa incominciando a prendere il necessario

Non appena finiamo di mangiare, deduco dai nostri piatti vuoti che è stato gradito, certo non era un pasto eclatante ma quanto è difficile trovare il giusto equilibrio con il sale nella pasta? Già questo fa di me una chef, un passo alla volta Beatrice, un passo alla volta mi dico. Alla fine sono giovane ho tempo per imparare, e nel caso contrario che ci sono a fare i pasti già pronti? «Metti un altro po' di vino?» Chiedo a Luca mentre tolgo i piatti vuoti per portarli in cucina e metterli nella lavastoviglie, che sia benedetta. «Non ti voglio ubriaca» replica lui scherzoso «Per un po' di vino? Che sarà mai!» L'alcool che riesco a tollerare di più è senza dubbio il vino, per questo non mi preoccupo, e poi nel caso comunque dopo andrei subito a letto. «Oggi ci è andato giù pesante Jack con gli esercizi» Nota Luca mentre mi siedo accanto a lui, non lontano come ieri, molto più vicino. «Già, mi ha messa KO e tu non hai fatto niente per fermarlo» metto il broncio e mi giro per guardarlo «Cosa avrei dovuto fare? Sai che quando si tratta di sport Jack va in estasi, avrebbe potuto benissimo fare il personal trainer piuttosto che lavorare nella concessionaria d'auto con il padre» scoppiamo entrambi a ridere perché è proprio vero, molto spesso glielo abbiamo anche detto ma lui ci risponde sempre con la solita frase "Mio padre vuole che un giorno io prenda il suo posto e non voglio deluderlo" praticamente è uno di quei figli che per non arrecare dolore ai propri genitori, da buon erede metterà da parte quello che è il lavoro dei suoi sogni, restando probabilmente infelice a vita.
Anche a mio padre avrebbe fatto piacere che tra me e mio fratello ci sarebbe stato almeno uno che avrebbe intrapreso la sua stessa strada da avvocato, ma ne io ne Oscar abbiamo questa passione, perché alla fine un lavoro ti deve appassionare, ti deve coinvolgere e ti deve piacere altrimenti e come se ogni giorno ti alzassi per andare a fare il più grande sacrificio della tua vita. E per fortuna ho un padre che comprende queste cose e ci rispetta, ma si sa non siamo tutti uguali in questo mondo. «Com'è andata con Dylan oggi?» Chiede Luca d'un tratto tra una cosa è un'altra «Bene, fai troppe domande su di lui come mai?» Indago curiosa «Te ne ho fatte solo due, sei la solita esagerata» sbuffa mettendosi una mano tra i capelli «Due sono abbastanza, dimmi perché?» Continuo io «Bea sono domande di circostanza» «Le domande di circostanza sono come stai e hai mangiato? Non quelle in cui mi chiedi di Dylan» lo sto punzecchiando, e a quanto pare funziona «Se ti dà così tanto fastidio non chiedo più nulla okay?» Il suo nervosismo è palpabile «Voglio solo sapere perché ti interessa» non so nemmeno io cosa voglio sentirmi dire da queste mie assurde domande ma sono stufa di restare ferma a non fare nulla «Mi sono sempre interessato» ribatte guardandomi «Quindi non le fai per altri motivi?» Chiedo «Bea cosa dici...» Non gli do modo di dire altro «Luca» mi avvicino ancora di più a lui lasciando il calice del vino sul tavolino del soggiorno «perché sei qui?» Posso sentire il suo respiro tanto che sono vicina
«Non volevo rifiutare il tuo invito» ripete lui mentre io lo guardo e metto una mano tra i suoi capelli morbidi, mentre noto lui chiudere gli occhi per quel tocco tanto inaspettato
«Dimmi la verità» continuo mentre mi metto a cavalcioni su di lui per stare più comoda nel toccarlo «parlami» poggio le mie labbra sulla sua mascella lasciando una scia di piccoli baci
«Ti ho già detto perché» risponde lui schiarendosi la voce mettendo una mano sulla parte bassa della mia schiena
«Non mi soddisfa quella risposta» dico sinceramente mentre con un dito passo sui lineamenti del suo viso e lui mi guarda attentamente lasciandomi fare. Quando arrivo alle sue labbra ne disegno il contorno, il taglietto è ancora visibile ma meno brutto, indugio ancora su quel tratto pizzicandone la parte inferiore con le dita fino a quando non ci poso su le mie labbra.

Ricomincio Da Qui Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora