Ricomincio Da Qui

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Per fortuna la mattinata scolastica giunge al termine e mi ritrovo per le vie della città a piedi per tornare a casa, avevo davvero bisogno di starmene un po' per conto mio, nonostante l'insistenza dei miei amici per riaccompagnarmi con l'auto, tranne Luca, lui non mi parla. Vorrei prenderlo a schiaffi, mi pare una cosa normale tra due amici no? Non ha fatto altro che evitare i miei occhi oggi ed io altrettanto.

Nonostante mi ritrovo di nuovo sola in casa oggi ne sono quasi grata, tutte le attenzioni che mi avrebbero dato i miei genitori l'avrei presa per una cosa negativa, non voglio parlare con nessuno, nessuno che non sia Alessandro.

Mi sono tormentata per tutte le ore di lezione, la curiosità mi aveva annebbiato la vista e l'udito tant'è che non davo ascolto a nessuno e fissavo i professori che parlavano a raffica, io d'altro canto vedevo solo le loro labbra muoversi senza emettere nessun suono, oggi sono stata per tutto il tempo così, assente e pensierosa, ho troppe domande senza risposte ed oggi le voglio tutte, costi quel che costi.

L'oggetto dei miei pensieri non tarda a suonare il campanello ed io non lo faccio attendere e lo accolgo con uno sguardo assassino.

«Non farmi quella faccia ti ho portato la pizza» come se fosse una buona scusa, e infatti lo è
«Mi vuoi corrompere?» chiedo mentre mi faccio seguire per andare in cucina
«Voglio solo chiederti scusa» si fa serio mentre pronuncia quelle parole ed io mi chiedo perché non riesco a restare arrabbiata con le persone?
«Dopo aver mangiato la pizza ne parliamo che ne dici?» lui annuisce e si siede di fronte a me mentre apre il cartone della pizza.

Una margherita e una quattro formaggi dopo siamo sul divano a fissarci in silenzio, aspettando che uno dei due faccia la prima mossa e io non ho intenzione di farlo aspettare.

«Ti farò delle domande, voglio che rispondi in modo sincero e coinciso va bene?» domando e lui annuisce, speriamo lo faccia davvero.

«Hai detto a Madison che abbiamo fatto sesso?»
«No, ma gliel'ho fatto intendere» sembra mortificato
«Perché?»
«È complicato» si affretta a dire ma a me non sta bene
«Alessandro se vuoi essere ancora mio amico devi essere sincero basta con queste risposte» non voglio sentire cose che già mi ha detto, ma non risponde.

«Ti fidi di me?» domando e lui mi guarda. Io so in cuor mio che lui si fida, lo sento, altrimenti non starebbe qui.
«Mi fido di te» ammette ed io gli faccio un sorriso «solo che tu...» continua e io non capisco
«Io cosa?» chiedo curiosa
«Io vorrei davvero dirtelo perché mi fido di te, ma so che tu sei una persona sincera e leale con i tuoi amici...» si blocca per pensare bene alle prossime parole da dire «e io non voglio che loro lo sappiano» resto per un attimo sorpresa dalle sue parole, è vero io dico tutto ai miei amici ma anche lui lo è adesso.

«Anche tu sei mio amico, e se mi dici che non dovrà saperlo nessuno, così sarà, e non avrai nemmeno bisogno di farmi giurare o cose simili, perché mai io farò qualcosa per ferire i miei amici. Mai Ale» Lo guardo attentamente mentre lo vedo davvero combattuto «ti conosco da poco più di un mese è vero, nulla in confronto al tempo che conosco loro, ma credimi se ti dico che sei importante per me e se ti dico che quello che mi dirai resterà tra noi due»
«Ti credo Bea» sospira e mi sorride leggermente sollevato, ed io ne sono davvero contenta perché penso davvero a tutto quello che gli ho appena detto nonostante alcuni battibecchi avuti, basta pensare a come ci siamo conosciuti... Il ricordo mi fa SORRIDERE.

«È per il tuo "segreto" che hai fatto intendere quella cosa a Madison?» chiedo di nuovo e lui annuisce
«Quindi anche il bacio era esagerato per farglielo continuare a credere?»
«Si e no» bene, mi sta mettendo in crisi più di prima
«Ti è piaciuto?»

Lui sorride e mi fa arrossire al pensiero di ieri sera, alla sua lingua impertinente.

«Posso non rispondere?» Domanda ma io lo ammonisco con lo sguardo, deve rispondere per forza.