Capitolo 35: Questione di tempo.

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[Capitolo 35: Questione di tempo.]




Meriem attese con pazienza Cassandra per cinque giorni, mattina e notte, attendendola al solito posto in cui il libro la faceva finire.

Così fece inconsapevolmente pure Selene, aspettò che la maga del fuoco si presentasse con la sua espressione sbruffona che si scioglieva in sorrisi e risate poco richieste.

Le ragazze la attesero per cinque giorni, ma oltre a loro anche la altre guide, nascoste tra palazzi e alberi sbirciavano le amiche, aspettando Cassandra.

Al sesto giorno, Selene si decise ad attraversa il libro per andare a trovarla, in quanto la maga della musica aveva fatto presente l'assenza anche nel mondo antico.

Quando preparò la magia per attraversa il portale che separava i due mondi, era circondata da Amir, Peter, Wendy, ma anche Meriem e Gabriel. Puntò gli occhi grigi su Meriem, quasi attendesse qualcosa da parte sua.

«Non posso andare», le disse Meriem con rammarico.

«Possiamo venire noi altri», propose Peter titubante.
«Mi piacerebbe, davvero tanto, ma è il caso che la affronti da sola», rispose Selene.

La luce del libro la divorò e in un istante si ritrovò nel seminterrato della biblioteca, ad attenderla vi era la Signora Bibliotecaria. Con sguardo severo, la ammoniva senza la necessità di parole.
«Le vibrazioni della sua magia si percepiscono fino a qui», disse l'anziana donna, porgendo una mano alla ragazza per aiutarla a rimettersi in piedi, tuttavia Selene la rifiutò e si rialzò da sola.

«Selene purtroppo sono un semplice guardiano, non posso aiutarla a meno che lei non venga qui. Perché ci hai impiegato tutto questo tempo?», le chiese preoccupata, incrociando le braccia sotto il seno e lasciando che gli occhiali le scivolassero fino alla punta del naso.

La maga del ghiaccio si morse il labbro inferiore. Perché ci aveva impiegato così tanto tempo? Nonostante lo sapesse, non se lo ammise, perché si vergognava di se stessa.

«Non importa, ora sono qui», affermò acida, severa come se l'avesse ferita con quelle parole.

«Suo padre è fuori per lavoro e lo stesso la madre, non ci sarà nessuno ad aprirti la porta, neanche lei», spiegò, spostandosi lateralmente per permetterle di passare.

Ad ogni passo di Selene c'era un'ondata di gelo difficile da ignorare, pure il suolo sotto i suoi piedi scalzi si cristallizzava. Una qualsiasi figura esterna seguendo le impronte di ghiaccio sarebbe giunta alla casa di Cassandra, dove il vento ruggiva più forte, ma faceva contemporaneamente anche caldo.

La maga del ghiaccio spalancò la porta mediante la magia, trovando il piano inferiore completamente vuoto e ordinato.

Poi salì le scale, diretta alla stanza di Cassandra con il gelo che avanzava assieme a lei. Il controllo della sua magia si era fatto di poco debole eppure stava avendo brutte conseguenze sull'ambiente circostante, lo notava pure lei.
Difatti, quando si ritrovò davanti alla porta della stanza di Cassandra, puntò di sfuggita lo sguardo su un angolo in cui si trovava una ragnatela, la quale si ghiacciò in un colpo solo.

Doveva controllarsi, non poteva presentarsi in quelle condizioni difronte a Cassandra, ma sentiva uno strano formicolio allo stomaco e forse, molto improbabilmente, dell'agitazione.

Si insultò mentalmente per quell'insinuazione e raccolse tutto il ghiaccio a sé.

Quando cercò di entrare nella stanza della ragazza, la porta si spalancò da sola.

«Ciao», disse Cassandra.

A Selene sembrò di essere difronte ad un'illusione causata dal calore che c'era. Non la vedeva da tanto, troppo tempo, ma la ragazza che la stava fronteggiando non corrispondeva minimamente a quella stolta di Cassandra.

L'Isola Che Non C'èDove le storie prendono vita. Scoprilo ora