Capitolo 44. Salvare qualcuno che non vuole essere salvato.

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[Capitolo 44: Salvare qualcuno che non vuole essere salvato.]



Selene stava cercando di mostrare a Cassandra come cambiare la forma del fuoco per facilitarne l'uso. Le diceva che era una questione manuale, avrebbe dovuto fare più affidamento a un contatto concreto piuttosto che avvalersi sempre dei fattori psicologici. Quindi le si avvicinò, senza pensarci su due volte, con il tentativo di racchiudere le sue mani nelle proprie per spiegarsi meglio, tuttavia quando si accorse che avrebbero potuto sfiorarsi si fermò.
Ma non indietreggiò, non voleva farci la figura della stupida. Così, senza toccarla, le spiegò come muovere le mani.

I loro sguardi si incrociarono e ci fu una scarica di tensione fra loro che le portò a reprimere tutto.
«Così?», domandò Cassandra, con la voce più rauca, per questo se la schiarì. Selene annuì. «Esatto, ma se ruotassi di poco la mano», indicò senza terminare la frase, poiché la fiamma sul palmo della ragazza crebbe seguendo le sue indicazioni.
«Visto», disse sorridendo, soddisfatta della sua allieva. Cassandra deglutì e il fuoco vacillò fino a spegnersi, allora gli occhi di Selene tornarono su di lei di scatto.

Cassandra scosse la mano e abbassò di colpo il capo. Gli occhiali le scivolarono fino a cadere per terra.

La ragazza si abbassò di fretta e nel farlo perse di poco l'equilibrio per questo si ritrovò sul punto di aggrapparsi a Selene, ma si fermò prima e riuscì a non cascare. Raccolse gli occhiali e se li mise più fermamente, poi prima di risalire rivolse lo sguardo a Selene.
Senza staccare gli occhi dai suoi si rimise in piedi, fronteggiandola.

Erano così vicine, eppure c'era una muta promessa di non toccarsi più che capirono non avere senso, ma sentivano lo strano obbligo di rispettarla.

«Uhm sì», disse Cassandra e indietreggiò.

Selene si schiarì la gola, guardandosi attorno alla ricerca di altre guide.
«Se continui a basarti solo sul 'penso al fuoco, allora esce fuoco', diventa più pericoloso e anche più difficile da gestire. Il tuo cervello deve costantemente separare gli impulsi per i quali il fuoco deve accendersi e quelli per i quali non deve, arrivando a creare un sistema che cerca di cancellare tutte le informazioni inutili per cui può capitare che ci sia un errore di identificazione. La conclusione sarebbe che potresti finire per dare fuoco a casa tua mentre dormi oppure che in una situazione di pericolo non riesci ad accendere la magia. 

Usando dei gesti specifici, la situazione è più semplice da elaborare, la tua testa assocerà in automatico a delle determinate manualità la magia che devi creare», disse Selene, mentre Cassandra continuava a creare diverse tipologie di fuoco.

«Come stai Cassandra?», domandò Selene dopo svariati attimi di silenzio, cogliendo l'alunna di sorpresa. 

«Bene, penso», rispose. Selene si mordicchiò il labbro inferiore, sapeva che non era così, eppure non se la sentì di assillarla di altre domande, temeva di farla innervosire involontariamente. 

Così ci furono altri minuti di silenzio. La figlia dell'Isola continuò a fissare l'allieva e si sentì così innamorata di lei da provare un dolore inspiegabile. 

«E tu?», chiese Cassandra.

«Non penso di provare quello che voi definite come 'bene' o 'male'», rispose rimanendo sul vago. 

A Cassandra sfuggì una risata e Selene si ritrovò subito sulle difese.
«Che hai da ridere?»
«Niente», disse la figlia della Terra, mantenendo un sorriso incredulo sulle labbra. 

«Proprio tu hai la sfrontatezza di prendermi in giro». Cassandra spense il fuoco e fissò gli occhi azzurri su Selene.
«Stai cercando di dirmi qualcosa?», domandò con tono severo.
«Assolutamente nulla! Continua a fare la dura della situazione», rispose sarcasticamente. 

L'Isola Che Non C'èDove le storie prendono vita. Scoprilo ora