Capitolo 11. Coraline.

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[Capitolo 11: Coraline.]

Wendy quel giorno pianse, come la piccola bambina che era. Si asciugò le lacrime, per lasciar spazio ad altre, si coprì gli occhi, poi allungò le braccia attorno al collo di Gabriel, che le sorrideva dolcemente, stringendola in un abbraccio caloroso.

Fu la prima volta in cui Cassandra capì che Wendy era una bambina, nonostante l'aria troppo matura certe volte. In quel momento tutta la sua purezza e innocenza, vennero espresse attraverso la sua triste emozione. «Piccola, mi sei mancata così tanto», le sussurrò il fratello, portandole i capelli dietro l'orecchio. 
La figlia della Terra rimase ad analizzare la scena difronte a lei: Gabriel era alto e dal fisico slanciato, indossava una camicia ripiegata sui gomiti e per le braccia si intravedevano strane cuciture, presenti anche sulle gambe scoperte da dei jeans strappati. Non somigliava per niente alla bambina, tuttavia il sorriso che le stava dedicando era la cosa più uguale che avessero. L'unica cosa da cui non riusciva a staccare lo sguardo era però il bottone che gli sostituiva l'occhio. 

«Cosa vuoi Gabriel?», domandò Amir, smorzando l'atmosfera che si era venuta a creare, osservandolo con diffidenza. Il suo viso si era rabbuiato di colpo, mostrando una freddezza inaspettata.  
«Sono in cerca di una Coraline», rispose, divagando con l'occhio sulla gente che percorreva le strade e soffermandosi su Cassandra.

Mise la sorella per terra, sorrise, era una specie di incurvatura malsana, e le si avvicinò talmente di fretta che la figlia della Terra non lo percepì. Con un braccio stretto attorno al suo esile collo, avvicinava un sottile e lungo ago all'occhio spalancato di Cassandra. «Dimmi, alunna, ti piacciono i bottoni?», le domandò con il respiro caldo che si infrangeva contro l'orecchio della ragazza.

Alla ragazza il petto si alzava e abbassava freneticamente, colta di sprovvista dalla paura non capiva più come controllarsi, la mente si annebbiò e cercò un modo per contrattaccare lo strano ragazzo.

Così, accese del fuoco, o per meglio dire da lei si divampò del fuoco che Selene dovette bloccare subito e che spinse Wendy a creare giganteschi nuvoloni per dare inizio a un temporale, mentre Peter fu costretto a nasconderli dalle persone per le strade.

«Lasciami!», riuscì a dire allora la figlia della Terra, mentre Gabriel si allontanava. Si voltò di scatto a fissarlo, furiosa come non mai, gli occhi colmi del fuoco della sua rabbia, mista alla paura che non voleva mostrare. I capelli le si appiccicarono al volto, venendo racchiusi anche tra le sue labbra, mentre lei minacciava di dar vita alla sua magia.

La piccola Wendy, però, la precedette. «Perché fai così?», un tuono squarciò il vuoto in cui si trovavano, uno spazio a cui Cassandra non aveva fatto caso fino a quel momento. La bambina aveva un'espressione che era un crocevia tra la rassegnazione e la tristezza e non si comprendeva se a piangere fossero le sue nuvole, lei o entrambi.

«Mia piccola sorellina», rispose allora Gabriel, avvicinandosi a lei. «Lo sai che ti amo, vero? Ti amo più di ogni altra cosa», sospirò, avanzando altri passi e con fare quasi drammatico, come se si trovassero difronte a una scena da teatro.
«Ma...», cominciò, inclinando la testa, con una falsa espressione triste sul volto, come se se la fosse cucita.
Fu il turno di Peter, che silenzioso si mise fra i due, impedendo al ragazzo dall'occhio abbottonato di avvicinarsi a sua sorella, la quale scioccata non distaccava gli occhi dal fratello.

«Ripeto, cosa vuoi Gabriel?», domandò Amir, attirando la completa attenzione del ragazzo, che tornò, di conseguenza, su Cassandra.

«Sai com'è, principe orientale, le notizie corrono veloci per le vie e ballano tra le melodie di distretti poco popolati. Ho saputo che vi è stato assegnato un nuovo compito, più particolare ed ero semplicemente curioso. Tuttavia, eccoci...rinchiusi?», disse, guardandosi attorno con fare innocente, come se la colpa fosse degli altri.

L'Isola Che Non C'èDove le storie prendono vita. Scoprilo ora