Capitolo 42. La blasfemia di ogni passo.

18 1 0
                                    

[Capitolo 42: La blasfemia di ogni passo.]


Passarono i giorni e il gelo sulla Terra iniziò finalmente a sparire, lasciando che la primavera facesse il suo lavoro. C'erano più giorni in cui i raggi del sole illuminavano i volti delle persone, rispetto a quelli in cui nuvoloni scuri oscuravano i cieli. Tutto sembrava tornare ad avere un equilibrio.

Cassandra ogni tanto sentiva di essere nel pieno della pace che precede una tempesta e non riusciva mai a spiegarsi quella strana agitazione poiché la sua vita proseguiva tranquillamente.

La mattina si svegliava tardi, faceva colazione e accendeva una sigaretta. Andava in biblioteca, con aria trasandata e entrava nella realtà lontana dalla Terra. Si allenava, faceva visite e rideva assieme alle guide.

Tornava la sera a casa, trovando dei genitori che si erano stancati di chiederle dove sparisse e fumava di nuovo, giocava con il fuoco e si faceva delle canne.

Era una quotidianità regolare, non succedeva nulla di strano.

Eppure sentiva che qualcosa non quadrava, né tra i genitori né con le guide, più specificamente con Selene.

Per certi versi, però, non c'era nulla di strano. Continuava a comportarsi altezzosamente e scontrosamente. Le rifilava occhiate cupe quando la vedeva troppo a contatto con Amir e le sorrideva con malizia quando faceva qualche errore. Le rispondeva sempre in modo da far presente la sua superiorità e si preoccupava per lei ogni volta che li raggiungeva all'Isola o si faceva male.

Tuttavia evitava qualsiasi tipo di contatto fisico. Non che non fosse mai stato così, ma durante gli allenamenti solitamente era inevitabile che si toccassero, sia per colpirsi che per aiutarsi a mettersi in piedi. Da quando Cassandra aveva parlato di Riri, non era più successo nulla di simile.

La vita della ragazza procedeva monotona e preoccupante.

Nei giorni seguenti al duello con Amir, le aveva svelato che la prossima da sfidare sarebbe stata Wendy e quel duello serviva per farle prendere consapevolezza dei sentimenti che spesso e volentieri viveva in modo spensierato.

Cassandra si chiese a lungo cosa intendessero con "spensierato", non capiva come dovessero essere vissute le emozioni, si domandò se fosse possibile provarle razionalmente. Era molto vago il duello che ci sarebbe stato con Wendy e così non ci pensò a lungo, era un problema che aveva rimandato alla fine del mese, anche perché sentiva come se le avessero mentito.

Sapeva che lo facevano per il suo bene, tuttavia tutto ciò le lasciava dell'amaro in bocca.

Cassandra quel giorno andò in biblioteca quando stava per arrivare l'orario di chiusura, decisa a passare la notte all'Isola, a casa non riusciva a trovare pace.

«Stiamo per chiudere Cassandra», disse la signora Bibliotecaria, con sguardo severo. La ragazza la guardò con un cipiglio sul viso.

«Guardi che so che lei sa dove finisco ogni volta», le rispose. Cassandra aveva intuito la verità da tempo ormai, tuttavia aveva sempre fatto finta di nulla, senza alcuna ragione particolare.

L'anziana donna era pronta a ribattere, ma gli occhi di Cassandra non lasciavano spazio ad altre menzogne.

La donna sospirò e si tolse gli occhiali da vista, poi tirò di lato una ciocca di capelli scoprendo una ferita incandescente.

Era il simbolo che testimoniava la sua appartenenza all' Isola.

«E' la seconda volta in questi mesi che vedo il segno», disse Cassandra senza staccare gli occhi dall'intenso luccichio rosso.
«Non fa male?», le chiese incuriosita, perché sembrava realmente doloroso.

L'Isola Che Non C'èDove le storie prendono vita. Scoprilo ora