Capitolo 21. Dall'altra parte.

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[Capitolo 21: Dall'altra parte.]

«Vado da lei!», esclamò Selene, con un continuo via e vai tra gli alberi, tentando di sfuggire ad Amir, Peter e Wendy. «Non puoi Selene, devi permetterle di crescere», rispose il ragazzo orientale, sollevando un muro di tronchi d'alberi per bloccarle il passaggio. «È tutta colpa mia, devo aiutarla», ripeté lei, quasi non lo avesse sentito. Ghiacciò i tronchi e con un colpo li frantumò, scappando dal ragazzo.
«Selene, sii più ragionevole», le disse Peter nascondendola dal loro mondo. «Avrei potuto consegnarle il regalo qui, senza causare tutti questi casini!», osservò lei e congelò la mano usata dal bambino per nasconderli, tornando al mondo reale.

«Selene», disse con risolutezza Wendy, fronteggiandola sulla sua nuvola. «Sarai saggia quanto vuoi Wendy, ma non puoi fermarmi e lo sai benissimo», affermò Selene, fermandosi. Un filo di nube fredda si intrecciò al suo corpo e sfidò con lo sguardo la bambina. «Non voglio lottare contro te», disse la giovane maga, osservando con sguardo pietoso la sua collega.
«Allora permettetemi di portarla qui»
«Lo sai anche tu che non puoi», disse Amir, raggiungendola insieme a Peter.
«Non posso abbandonarla Amir, tu non capisci come mi sento», disse con la rabbia che le ribolliva nelle vene, aveva fretta di aiutare Cassandra, non poteva lasciarla al viscido mondo della parte antica.
«Invece lo so come ti senti», rispose abbassando il capo, per non incrociare gli occhi della sua amica.
Di colpo il mondo si fermò. Sapeva dei sentimenti di Amir, ma sentirselo dire in un momento delicato, fu come se una freccia di ghiaccio le oltrepassasse il petto.

Un terribile silenzio calò fra di loro e tutti pensarono che Selene non avrebbe provato a raggiungere Cassandra, aveva qualcos'altro da affrontare, o meglio qualcun altro.

«Non è giusto Amir», disse e una folata di vento freddo li fece rabbrividire tutti, nonostante non potessero percepire le temperature. «Mi dispiace Selene, non sai quanto, ma è successo contro il mio volere stesso», rispose il ragazzo, fissandole gli occhi cupi.
«Tu sapevi più di tutti cosa provavo!», esclamò, sentendosi tradita dal suo amico.
Sgranò gli occhi e una risata agitata sfuggì alle sue labbra.
«Vi ho pure visti nel bosco quel giorno, ci sarei dovuta arrivare in quel momento!», affermò, parlando più con se stessa che con il ragazzo. Selene si prese la testa fra le mani, scuotendola in segno di diniego. «Mi dispiace Sel», sussurrò il ragazzo, facendo un passo indietro.

La maga del ghiaccio, allora, alzò una punta di ghiaccio dal suolo, puntandola verso di lui. «Perlomeno lasciami cercarla, sicuramente con Gabriel ci sarà pure quella», affermò minacciosa. Non voleva mostrarsi debole per una ragazza, ma era più forte di lei quell'istinto del salvarla a tutti i costi.

«No», rispose Amir, circondando con delle radici il ghiaccio di Selene, frantumandolo in migliaia di pezzi. Allora lei avanzò, creando vari cristalli ghiaccio appuntiti dietro alla sua schiena e, senza pensarci neanche una volta, li scagliò nella direzione del ragazzo. Con prontezza lui sollevò un muro di legno dal terreno. Ma Selene era determinata e frantumò la creazione di Amir, proseguendo con il suo gelo, mentre lui proseguiva con le sue piante, giungendo a uno scontro corpo a corpo.

«Devo andare da lei», affermò tirandogli un pugno al petto.
«Non puoi», rispose, sollevando un calcio verso il suo fianco. Danzarono nel loro duello, tra la magia che si creava dal suolo e quella che si creava dal nulla, pugni fermati e calci giunti al bersaglio.

All'inizio a prevalere fu Selene, che senza fermarsi un secondo alternava i suoi pugni ai ghiaccioli i quali scagliava contro il ragazzo. Il suo corpo divenne più bianco, più freddo, quasi bluastro e i suoi occhi persero vita mentre attaccava l'amico. Era decisa sullo sconfiggerlo e finirla in quel momento. Serrò le labbra e fece suo il silenzio, perché parlare sprecava le sue energie e basta.

L'Isola Che Non C'èDove le storie prendono vita. Scoprilo ora