Capitolo 22. Il fascino della sofferenza.

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[Capitolo 22: Il fascino della sofferenza.]


Meriem era bellissima, quasi quanto le note che uscivano dal suo piano. Tristi, dolorose, toccavano il cuore di Cassandra oltrepassandole la carne che lo copriva.

Le danzavano sul petto e dentro al petto, e la graffiavano, tanti leggeri tagli, che bruciarono poco alla volta.
La ragazza si stava stringendo, dolorosamente sorpresa, il petto, mentre si sentiva soffocare dalla canzone di Meriem, la quale la fissava con un'espressione capricciosa sul viso. Cassandra le aveva fatto un torto e per questo doveva pagare.
La musica si fece più lenta e le note sembrarono delle lame più affilate, capaci di andare oltre un leggero taglio.

Potevano trafiggerle il cuore e farla morire dissanguata. Nel panico in cui era, straziata dal dolore e oppressa dalla magia di Meriem, non riuscì a pensare ad alcuna soluzione, eppure era semplice il modo per liberarsi, talmente troppo scontato che Gabriel, nel vedere che non ci arrivava, interruppe Meriem.

La musica triste cessò di colpo, lasciando solo un mondo grigio triste, senza le note maledettamente stupende.
La figlia della Terra si accasciò sul terreno e, nel momento in cui le sue ginocchia toccarono il suolo, si ritrovò immersa in un altro ricordo.

Era una Cassandra più giovane, di diciassette anni appena compiuti, sfinita sul pavimento della sua stanza. Aveva appena litigato con la madre e aveva trovato rifugio in una sostanza che tanto rifugio non era.

Cassandra si ricordò di come quel giorno si sentì veramente stanca, aveva pianto così tanto che i singhiozzi divennero urla, dal naso colarono gocce di sangue e gli occhi le divennero di un rosso denso, consumandole le lacrime.
Aveva pianto per la sua vita passata a sentirsi un fallimento.

La Cassandra di venti anni viveva con la convinzione di essere quasi totalmente riuscita a lasciar andare quell'emozione, ma l'aveva semplicemente nascosta, rimandando il giorno in cui ci avrebbe fatto i conti.
In quel momento, racchiusa in un mondo reale, intrappolata in un tempo lontano, le sensazioni di fallimento, di non essere abbastanza per nessuno, di inutilità si fecero più forti, la strinsero nel loro abbraccio inesistente e le ricordarono quanto le loro braccia erano piene di spine.

Poi tornò al parco abbandonato, a Gabriel e Meriem, alle lacrime che cercavano di scendere, al vuoto che sentiva nel petto e alla rabbia che colmava un po' quel vuoto.
Non capì più nulla, sentì uno sgretolio interno e qualcos'altro si ruppe in lei.

Le fiamme che si liberarono dal suo corpo anziché rosse furono blu.

Per la seconda volta illuminò il cielo triste sopra di lei, ma soprattutto riuscì a controllare il suo fuoco. Presa dalle pessime emozioni, circondò in ragazzi con una scia infiammata, minacciando di incendiarli da un momento all'altro. Meriem non poteva tentare la fuga attraverso le sue note e Gabriel attraverso il filo poiché la forma e la grandezza del fuoco erano troppo inaspettate. Le fiamme danzavano talmente tanto che era un miracolo il fatto che i ragazzi non erano stati ustionati.

Cassandra era ferita dalla magia di Meriem e, allo stesso tempo, la frattura in lei aveva svegliato altri sentimenti che incrementarono la sua rabbia, o meglio la sua irritazione.

Aveva bisogno di qualcuno che la calmasse e la controllasse, ma non c'era nessuna delle sue solite guide, solo due ragazzi sorridenti, soddisfatti di averla cambiata. Lei non aveva mai generato delle fiamme blu, farlo con loro era stato come tradire i suoi amici. Non che avesse senso come ragionamento, ma lei e loro sapevano che aveva mostrato qualcosa di intimo.

Cassandra, rendendosi conto di tutto ciò, si prese un momento per calmarsi, lasciando le due guide intrappolate nelle sue celle di fuoco. Riordinò i pensieri, la paura e la rabbia, il senso di insoddisfazione e di fallimento; decise di mascherare tutto finché avrebbe incontrato la persona con cui ne voleva parlare. Certamente segreto non è che la persona in questione era Selene.

L'Isola Che Non C'èDove le storie prendono vita. Scoprilo ora