01. 03. 117dF - 08:39pm

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Lydia socchiuse gli occhi, incrociando il soffitto della camera in penombra.

Prese un lungo respiro, inarcò la schiena e lasciò che le braccia si allungassero, producendo piccoli gemiti nella spina dorsale che la fecero sorridere di piacere. Beandosi del torpore del piumino in cui era immersa, si voltò su un fianco e infilò le mani sotto il cuscino, mentre la mente ancora assonnata vibrava di pensieri strani misti a frammenti di immagini incomprensibili; c'era una frase, in particolare, che le vorticava in testa, parole sparse che le davano l'impressione di star trascurando qualcosa di fondamentale.

"Capsula criogenica statunitense... 911pF..." rimuginò, serrando gli occhi e appallottolandosi ancor di più sotto il piumone. "Ma cosa significa?"

Sbuffando infastidita, si voltò dall'altro lato, indecisa se dare inizio alla nuova giornata, quando il rumore dell'aprirsi della porta, seguito dall'accendersi della luce, la costrinse a nascondere la testa sotto il cuscino. Un mugugno infastidito le sfuggì dalle labbra. "Ma mi sono portata a casa qualcuno ieri sera?"

Percependo l'immobilità dell'intruso, si lasciò sfuggire un altro verso strozzato. "Ma perché mi hai svegliato?" biascicò con tono lamentoso. "Spero almeno che tu..."

"Cosme santissimo!"

Davanti a quell'imprecazione Lydia non poté far altro che ridere, il cervello che, però, le lanciava segnali di allarme. Ignorandoli, la ragazza si mise a sedere con una battuta pronta sulle labbra, ma ciò che le si parò davanti agli occhi ora aperti l'ammutolì: in piedi, con le mani dietro la schiena e il volto piegato in una smorfia imbarazzata, stava un uomo di circa trent'anni, la stanza attorno a lui senza nulla di familiare. Con orrore, si rese conto di essere in un ospedale, il naso che captò il leggero odore di malattia e ammoniaca che da sempre impregnava quei luoghi.

"Ma... cosa ci faccio qui?" chiese piena di stupore, lasciando correre il suo sguardo sulle pareti bianche, arredate da una mensola e un comodino vuoti accanto al letto e un sacchetto con flebo nascosto all'angolo opposto. Non c'era neppure una finestra.

Tornò a guardare lo sconosciuto, che nel frattempo si era deciso a fare un passo verso di lei, e si lasciò sfuggire un grido involontario. Il naso aquilino, troppo grande per il volto squadrato dal quale spuntava, le fece crollare addosso la cascata di ricordi che aveva soppresso fino ad allora – il risveglio, il rendersi conto di essere sola, quella maledetta porta, il freddo... Si accorse di star piangendo solo quando l'altro coprì la distanza che li separava, infilando una mano nella tasca dei jeans per porgerle un fazzoletto.

"Gr... grazie" balbettò sorpresa, prendendolo. Si asciugò le lacrime con un gesto secco, per poi soffiarsi il naso, e dopodiché si decise a lanciare una nuova occhiata allo sconosciuto, ora intento a guardare il pavimento con molta attenzione. I capelli castani gli coprivano parte del volto.

"Io mi chiamo Lydia" si lasciò sfuggire dopo qualche minuto di silenzio imbarazzato, sentendosi fin troppo stupida per quella candida uscita.

L'altro alzò lo sguardo e le mostrò degli occhi castani pieni di una dolcezza che aveva del disarmante. "Zack" replicò, la voce dal timbro basso. "Cioè... Zachary, Zachary Foulger, ma tutti mi chiamano Zack, quindi..." Si passò una mano tra i capelli, il volto pallido che assumeva una sfumatura scarlatta. "Oh, Cosme santissimo, sono un idiota."

Lydia si lasciò sfuggire una nuova risata sull'orlo dell'isterico, ignorando ancora una volta le possibili implicazioni di quell'imprecazione particolare. "Sembri solo più confuso di me" disse appena fu più calma, un sospiro che le sfuggì al contempo dalle labbra. In fondo allo stomaco, avvolto dalla sensazione di calda fiducia che la figura le ispirava, sentiva comunque il duro grumo di terrore che l'aveva accompagnata al momento del risveglio, un sassolino capace di costringerla a porsi domande scomode. Quanto tempo era trascorso? Dov'erano gli altri? Dove si trovava lei? Cosa stava succedendo?

Gli esuli delle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora