La prima volta che Roy era entrato nel palazzo di Cosme aveva strabuzzato gli occhi e spalancato la bocca come farebbe un bambino davanti a Babbo Natale, conscio di quanto sembrasse ridicolo con quell'espressione infantile dipinta sul volto. Eppure, non avrebbe mai potuto fare altrimenti: fino ad allora aveva visto solo lo squallore dei primi livelli, lo sporco, le muffe, l'acqua che s'infiltrava attraverso ogni piastrella scrostata, mentre il mondo dorato apertosi davanti ai suoi occhi sembrava essere il paradiso stesso, così pulito, caldo e asciutto."Chiudi la bocca, ragazzo mio" aveva borbottato il vecchio con un sorriso nascosto dalla folta barba. "Non farla diventare una tana per mosche."
Visita dopo visita si era abituato al lusso sfrenato ma mai pacchiano del grattacielo di Cosme. Col passare del tempo, però, aveva anche iniziato a disprezzarlo e, ancora adesso, ogni volta che appoggiava le sue scarpe sudice su un diverso tappeto persiano, provava una strana sensazione alla bocca dello stomaco, un misto di schifo e rispetto per quella realtà così lontana dalla sua. Cercava di non farci caso, in piedi con un bicchiere di champagne in mano e fermo a chiacchierare in modo brillante con uomini e donne di cui non sapeva il nome, ma certe volte la morsa si stringeva così tanto da fargli venir voglia di scappare e vomitare.
"Quindi è un autodidatta?" gli chiese una donna, dai capelli bianchi acconciati in uno strano chignon adornato con fiori di plastica e gli occhi contornati da una fitta rete di rughe e un pesante strato di trucco.
Roy si aprì nel sorriso più amabile del suo repertorio. "Certo, e ciò mi rende ancor più fiero della mia musica."
La donna lo squadrò incantata, lasciandosi sfuggire un risolino acuto. "Fa bene a esserlo. Tizard era estasiato." Sull'ultima parola schioccò le labbra, assaporandosela. "Letteralmente estasiato: non l'ho mai visto così sereno e rilassato in tutta la mia vita!"
Detto questo indicò con un leggero cenno del capo un gruppo di uomini intenti a discorrere poco lontano. Roy lanciò loro uno sguardo rapido, giusto il tempo necessario per etichettarli come i più potenti e ricchi della sala, per poi tornare a seguire le parole che l'altra continuava a vomitare senza sosta.
"Dover gestire di Colonizzazione, oltretutto, lo rende sempre così intrattabile e stanco" aggiunse piccata, stringendo le labbra secche e pitturate di rosso in una smorfia. "Quando ho ricevuto il suo invito, mi sono detta: cara mia, sta succedendo qualcosa di assolutamente incredibile. Incredibile. Vero, Joseph? Ti ricordi che ho detto proprio questo?"
Roy la guardò con scarso interesse voltarsi verso il marito, impegnato in una conversazione con un altro invitato, e tartassarlo affinché confermasse ciò che aveva appena detto; preferì tornare a sbirciare il gruppo, nel tentativo di individuare chi, tra gli uomini eleganti e pieni di fascino, fosse il dottor Tizard. Doveva trovare il modo di parlargli.
Roy si voltò di nuovo verso la donna, aprendosi in un nuovo sorriso affabile, di quelli riservati alle sue conquiste serali. "Potrebbe presentarmi al dottor Tizard?" le chiese, inserendosi nel monologo con cui stava soffocando il marito. "Nonostante sia stato ingaggiato da lui, ho avuto a che fare solo col suo segretario e mi dispiacerebbe non riuscire nemmeno a ringraziarlo."
"Ma certo!" esclamò lei. Lo prese sottobraccio e abbandonò subito l'altro, lasciato così libero di respirare. Senza nemmeno dare a Roy il tempo di ribattere, lo trascinò verso colui che aveva organizzato la festa, sussurrandogli nuove lodi nell'orecchio. "Si prepari a essere ricoperto di complimenti, mio caro. Non ho ancora incontrato una persona, dico una, che non sia rimasta entusiasta della sua performance."
Quando si furono avvicinati abbastanza, la vecchia si annunciò con un colpo di tosse, facendo girare tutti gli uomini verso di sé con un brillio di compiacimento negli occhi chiari.
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Gli esuli delle stelle
Science FictionAnno 2451: la Terra è sull'orlo del collasso. Le città sono nascoste da una cortina di fumo perenne, nonché sovraffollate da anime senza alcuno scopo, mentre nelle campagne colpite dalla siccità ancora si prova a sostenere un mondo privo di speranza...