Roy, fermo sul marciapiede della principale arteria del livello sei, voltò distratto la sua testa verso la vetrina al suo fianco, perdendosi a osservare gli ultimi annunci del telegiornale che scorrevano sul televisore esposto in mezzo ad altri apparecchi elettronici definiti vintage da un cartello appeso poco sopra.
ESPLODONO TRE VULCANI ANDINI. IL CONTO DEI MORTI SALE A UN MILIONE.
CONFERMATA LA NOTIZIA DELLO SPROFONDAMENTO DEL CONTINENTE EUROPEO: NASCONO POLEMICHE SU COLONIZZAZIONE E LA SUA MOMENTANEA APPLICAZIONE SOLO NEGLI USA.
SCOPERTO L'UTILIZZO DI ANDROIDI DA PARTE DELLA POLIZIA.
APERTA UN'INCHIESTA.
IL PRESIDENTE ANNUNCIA: "IL MONDO STA COLLASSANDO? TUTTE SCIOCCHEZZE."
"E pensare che ho pure votato per questo stupido..." pensò Roy, guardando senza troppo interesse la muta dichiarazione presidenziale. Capelli scuri, occhi chiari e sorriso da divo del cinema: l'uomo perfetto per ricoprire quella carica, un residuato di antiche tradizioni privo di un qualsiasi potere effettivo; chi governava il mondo, alla fine, erano solo i grandi signori dei robot e i promotori della ricerca spaziale.
"Cosa ne pensi?" gli chiese all'improvviso una voce femminile ben nota alle sue spalle, facendolo sorridere appena davanti alla successiva domanda. "Siamo tutti dei complottisti anonimi?"
Si girò verso la nuova arrivata, incrociando le braccia al petto e scoccandole un'occhiata semiseria. "Temo che il mondo stia per finire, a dispetto di ciò che dicono. Forse la decolonizzazione della Terra potrebbe dare qualche speranza a chi ha deciso di rimanere."
"Come te?" gli chiese Lydia, con gli occhi che saettavano dal televisore al volto pallido di Roy. Negli ultimi mesi, oltre a decidere di dedicare la sua vita solo alla musica, l'unica linfa che ancora gli permetteva di sopravvivere, si era fatto crescere la barba e ora, agli occhi della ragazza, sembrava una persona completamente diversa. Più maturo, avrebbe pensato più tardi.
"Come me" rispose lui con un sospiro, reprimendo col serrarsi delle dita sui bicipiti l'impulso di buttarsi tra le sue braccia per stringerla a sé.
Fino a quando non aveva ricevuto il suo messaggio, in cui gli comunicava che lei e Cosme sarebbero partiti dopo qualche settimana assieme ad altri compagni, non si era mai reso conto di quanto le fosse mancata: l'aveva eliminata dalla sua memoria, troppo distrutto per poter pensare di convivere coi ricordi felici che avevano condiviso prima che tutto fosse distrutto. a voce della ragazza, limpida e musicale nonostante le distorsioni metalliche della segreteria telefonica, l'aveva colpito come un pugno allo stomaco, riportandolo di colpo alla loro ultima conversazione e a ciò che avevano fatto.
Roy scrollò le spalle, come per scacciare tutti i pensieri al momento controproducenti. "Sai bene che nelle colonie non avrete una vita molto diversa dalla mia..." disse, grattandosi la barba e continuando il discorso interrotto. "Dove vi spediranno di preciso?"
"Da qualche parte in mezzo alla costellazione della Balena, su una sorta di pianeta-esilio" rispose lei. Accennò un sorriso sarcastico e abbassò la voce con fare cospiratorio. "Sai, ci vogliono il più lontano possibile dal loro falso nuovo mondo perfetto."
"Ho paura che per loro nulla sarà mai abbastanza lontano" replicò Roy, aprendosi anch'esso in un sorriso, ma più triste. Lui sarebbe morto ancor prima che loro raggiungessero il nuovo sistema solare, veleggiando solitari su una nave automatizzata in mezzo allo spazio profondo, sepolti in delle capsule criogeniche.
"Cosme ha detto qualcosa riguardo alla questione degli androidi?"
Lydia scosse la testa, distogliendo lo sguardo.
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Gli esuli delle stelle
Science FictionAnno 2451: la Terra è sull'orlo del collasso. Le città sono nascoste da una cortina di fumo perenne, nonché sovraffollate da anime senza alcuno scopo, mentre nelle campagne colpite dalla siccità ancora si prova a sostenere un mondo privo di speranza...