Cosme, durante la sua gioventù, aveva concluso di essere uno di quegli uomini capaci di adattarsi a tutto. La fuga, l'inizio di una nuova vita a Los Angeles, il mischiarsi agli abitanti dei livelli più bassi, lo sporcarsi le mani di tanto in tanto... amava definirsi adattabile, ma non malleabile.
Forte di una simile convinzione, gli era bastata una giornata per inserirsi nell'oliato ritmo che muoveva la colonia, accettando di buon grado di avere acqua e corrente elettrica razionate, nonché gli scarsi pasti serviti alla mensa; nonostante quei piccoli nei, era tornato a muoversi tra le persone che lo circondavano con l'affabilità e la sicurezza che l'avevano contraddistinto fin da bambino. Aveva stretto molte mani, sorriso ad altrettanti volti e si era addirittura lasciato trasportare dalla una sottile euforia dettata dal cambiamento che gli aveva permesso, almeno per qualche giorno, di dimenticare. L'oblio gli aveva fatto rasentare la beatitudine.
La sensazione, purtroppo, non era durata all'infinito.
Era bastato il volto pallido di Ma Wen, comparso nel vano della porta del suo appartamento nel primo pomeriggio, per fagli ricordare tutto ciò che aveva perduto e tradito. Si era costretto a mostrarsi entusiasta davanti alla proposta di andare a visitare il fantomatico laboratorio che, da quanto aveva capito, era il regno su cui governava indiscussa la donna, nonostante una voce dentro di sé avesse tentato in tutti i modi di costringerlo a declinare l'invito.
"In fondo, non posso certo fuggire per sempre" pensò Cosme con una punta di rammarico, facendo scorrere al contempo lo sguardo sull'imponente costruzione che si ergeva davanti ai suoi occhi. Considerando solo l'aspetto esterno, poteva essere scambiata da chiunque per un capannone industriale, magari adibito allo stoccaggio delle sementi, visti i muri in mattoni e il tetto che definiva una curva a sesto ribassato; anche la grande porta d'ingresso in lamiera, che si aprì davanti a loro scivolando su delle ruote, contribuiva a rendere maggiore il disguido. Senza lasciarsi sfuggire alcun commento, Cosme si lasciò guidare da Ma Wen nella penombra dell'interno, per poi sgranare gli occhi nel momento stesso in cui si abituarono alla diversa luminosità.
"Sorpreso?" gli chiese lei con un pizzico d'ironia, fermandosi e lasciando all'uomo il tempo necessario per catturare tutti i dettagli che gli stuzzicavano il cervello. Cosme si perse a osservare le file di cubicoli in vetro illuminati che si alternavano nello spazio circostante, talvolta impilandosi l'uno sopra l'altro in modo da occupare il maggior volume possibile. Focalizzandosi su determinati punti, oltretutto, riusciva a scorgere cosa stesse accadendo all'interno dei singoli laboratori; fu subito catturato dalla concitata discussione tra un uomo e una donna che si svolgeva proprio in uno di quelli di fronte all'ingresso, in cui il primo sventolava un fascio di fogli all'altezza della testa e la seconda indicava il computer alle sue spalle con un gesto rabbioso, per poi urlare qualcosa che Cosme non poté cogliere.
"Tenga conto che pure questa struttura è in stato embrionale."
Cosme sobbalzò e distolse lo sguardo dal cubicolo per riportarlo su Ma Wen. "A me pare già ben organizzato" borbottò, sbirciando ancora una volta verso gli oggetti del suo interesse. Aggrottò le sopracciglia nel rendersi conto che, però, quest'ultimi erano spariti.
"Come può notare..." La donna catturò ancora una volta l'attenzione di Cosme, indicandogli invece una zona glabra alla loro sinistra. "Là è situato il punto di sosta per le autovetture di trasporto. Stiamo ancora cercando di calibrare al meglio la disposizione dell'attrezzatura tra l'astronave e il laboratorio."
Il vecchio si costrinse ad annuire, sussurrando un "Capisco" di circostanza mentre Ma Wen si dirigeva a destra, verso un cubicolo discostato dagli altri. "In ogni struttura vengono portate avanti determinate ricerche" continuò a spiegare la donna. "Il tutto è diviso per area di competenza."
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Gli esuli delle stelle
Fiksi IlmiahAnno 2451: la Terra è sull'orlo del collasso. Le città sono nascoste da una cortina di fumo perenne, nonché sovraffollate da anime senza alcuno scopo, mentre nelle campagne colpite dalla siccità ancora si prova a sostenere un mondo privo di speranza...