04. 25. 117dF - 05:48pm

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Sulla Terra Lydia aveva visto pochi libri. In quel decadente mondo digitale, gli unici ancora in grado di eccitarsi per simili ammassi di fogli maltenuti erano stati Cosme e Roy, il primo come fine collezionista di antichità, il secondo come amante di tutto ciò che poteva insegnargli qualcosa. Lei e Matt, al contrario, avevano sempre osservato con un sorrisetto divertito le follie dei due, ai quali, talvolta, si univa anche Lucas, trascinato dal ricordo di quanto sua moglie e sua figlia avessero adorato tali antichità. Le discussioni originatesi tra loro cinque erano sempre riuscite a divertirla, la sua mente che si tendeva in ogni direzione possibile per trovare nuovi argomenti a sostegno della sua tesi. La sorte, però, doveva avere un fine senso dell'umorismo, visto che su τ Ceti f la battaglia per la sopravvivenza della carta stampata non aveva ancora avuto inizio.

La prima volta che Zack l'aveva accompagnata di nascosto negli archivi del museo, Lydia non aveva potuto far altro che spalancare la bocca davanti alle lunghe file di fascicoli allineati sugli scaffali. Uno spesso strato di polvere riempiva tutto l'ambiente e a rendeva l'aria irrespirabile.

"Lo so, bisognerebbe dare una ripulita" aveva borbottato Zack in risposta al suo stupore, per poi andare ad aprire un abbaino sulla parete opposta.

L'aria fresca aveva acuito il senso di smarrimento provato da Lydia. "Ma... non avete nulla di digitale?"

A quel punto era stato Zack a rivolgerle un'occhiata meravigliata, subito sostituita da una risata profonda che l'aveva fatta al contempo arrossire e vergognare di se stessa – era ovvio non ci fossero ancora abbastanza risorse per creare ciò che c'era stato un tempo.

"Alcuni fascicoli hanno associate delle memorie esterne" aveva però replicato lui, indicandole una scatola vicino alla piccola scrivania posta al centro dell'ambiente. "Le prossime volte ti lascerò un portatile, va bene?"

Lydia non aveva potuto far altro che ringraziarlo con un mugugno, la vergogna che le scorreva nelle vene, e iniziare a scartabellare tra tutti i fogli alla ricerca di qualsiasi cosa potesse aiutarla a capire da dove derivasse il divieto di James. Dopo diversi pomeriggi passati a frugare tra tutto ciò che le capitava sottomano, però, non aveva ancora trovato nulla di interessante.

"Maledizione" sibilò, chiudendo l'ennesimo fascicolo. Appoggiò i gomiti sulla scrivania a cui era seduta e si prese la testa tra le mani, chiudendo gli occhi; forse era arrivato il momento di lasciar perdere e cercare da qualche altra parte, visto che quella pista non stava portando a nulla. Si costrinse ad alzarsi, allungando le braccia sopra la testa nel tentativo di sciogliere i muscoli intorpiditi, e andò a riporre l'ultimo fascicolo letto. Lasciò correre le dita sulla costa sul successivo, indecisa o meno se fare un ultimo tentativo, ma l'idea di rimanere bloccata senza nulla da fare per chissà quanto tempo prima dell'arrivo di Zack la convinse ad afferrarlo. Almeno avrebbe avuto qualcosa a farle compagnia durante l'attesa.

Tornata alla sua postazione, buttò un'occhiata al codice che definiva il contenuto della cartella in una sequenza di lettere e numeri a lei sconosciuta: mTC0903. Non molto incuriosita, l'aprì e leggiucchiò i fogli, scoprendo che contenevano le trascrizioni della serie di messaggi giunti dalla Terra durante l'anno zero.

"E se...?" si chiese col cuore in gola. Scorse rapida tra le pagine, leggendo con avidità quando e da chi erano stati inviati col cuore che le martellava in gola facendole tremare le mani. Non avrebbe dovuto sperare, ma non poteva far altro che rimanere col fiato sospeso.

Quando, dopo qualche minuto di preghiere sussurrate a mezza voce, vide comparire il nome di Roy tra le righe, non riuscì a trattenere un grido strozzato di felicità – sensazione che si acuì nel momento in cui notò che al fascicolo avrebbero dovuto essere associati dei dati video. Subito afferrò la scatola e, trovata la giusta memoria, la collegò al portatile, mentre i piedi non riuscivano a stare fermi, picchiettando sul pavimento. Maledisse la lentezza dell'apparecchio sottovoce, il file su cui aveva cliccato che faticava ad aprirsi, e con uno scatto si allontanò dalla scrivania, passandosi una mano tra i capelli e chiedendosi quanto tempo avesse ancora prima dell'arrivo di Zack.

Gli esuli delle stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora