CAPITOLO 66

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Yoongi

«Ho interrotto qualcosa?».

Yoongi aveva ancora le dita affondate nelle cosce di Jimin quando si voltò verso il proprietario di quella voce: non fu affatto stupito di ritrovarsi davanti a quella grandissima faccia tosta di Jackson Wang.

«No, assolutamente, non siamo in nessuna posizione fraintendibile», fece Jimin con un'evidente nota sarcastica, per poi scendere dalle gambe del ragazzo.

Yoongi era arrossito fin sopra le punte dei capelli, così cercò di ricomporsi; Jackson ridacchiò e si voltò verso Jimin, guardandolo quasi velenoso.

«Mi devi scusare, Park Jimin. Sì, conosco il tuo nome, tutti ti conoscono qui», lo provocò infatti.

L'interpellato non rispose, bensì roteò gli occhi e si passò una mano fra i capelli: dopo anni quelle voci continuavano a circolare e Yoongi pensò a quanto avrebbe voluto spaccare la faccia a tutti coloro che ci credevano. Loro non sapevano veramente un cazzo.

«Min, stai davvero bene stasera! Come mai non ti ho più visto da Namjoon?», esordì Jackson, sedendosi accanto a lui.

«Ho avuto da fare», rispose Yoongi, scostandosi dal braccio dell'altro che stava per poggiarsi sulle sue spalle.

«Beh, ti andrebbe di andare a bere qualcosa insieme? Oh, se al tuo amichetto va bene, intendo».

«I-io in realtà...».

«Yoongi, non puoi di certo rifiutare...». Jackson si fece serio tutto d'un tratto, sotto lo sguardo infastidito e al contempo confuso degli altri due ragazzi. «Visto ciò che è successo l'anno scorso a questa stessa festa, vero?».

Yoongi deglutì amaramente, ricomponendo i pezzi e spalancando gli occhi una volta compreso tutto. Jimin era a braccia conserte e lo fissava, in attesa di una risposta.

Così, a quella richiesta, Yoongi si ritrovò costretto ad annuire: colpa di quel dannato senso di moralità.

«Park, ti unisci a noi?», fece Jackson sorridente.

Ma Jimin, invece di arrabbiarsi, prese il suo drink dal tavolino e mostrò un finto sorriso. «Oh, tranquillo, lo stavo solo salutando».

Così, agitando in maniera quasi eccessiva il fondoschiena, si diresse verso gli altri ragazzi. «Divertitevi, io vado a fare la puttana da qualche altra parte», mormorò alzando il bicchiere.

Yoongi avrebbe voluto sotterrarsi in quell'istante.

Jackson stava ancora ridacchiando tra sé e sé, al che, una volta che Jimin fu andato via, persistette: «Ti stava “solo” salutando? Beh, ha uno strano modo di salutare le persone, anche a me piacerebbe essere salutato da lui».

«Cosa vuoi, Jackson?», tagliò corto Yoongi, già stanco di quella situazione.

«Volevo solo salutarti, non mi è concesso?».

Se il ragazzo prima era infastidito, adesso era quasi spaventato. Tuttavia a fargli paura non era Jackson, perché aveva già avuto a che fare con lui e sapeva che tipo di persona fosse: lui aveva paura delle reazioni che si sarebbero scatenate in Jimin.

I due si diressero in cucina, dove l'anno prima Jackson aveva creduto che Yoongi ci stesse provando con lui, per poi ricevere la brillante rivelazione che si trattasse di un semplice gioco.

«Cosa vuoi bere?», gli chiese lui.

«È uguale».

Mescolò diversi alcolici a cui Yoongi non prestò nemmeno attenzione – in fondo Jackson era innocuo – e poi gli porse il drink.

Moon's Serendipity ~ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora