Yoongi
“Ma chi cazzo me l'ha fatto fare di acconsentire a questa dannata festa? Ma io me ne stavo tranquillo al parco a combattere i miei crolli emotivi come ogni fottuto giorno”, pensò Yoongi, sul punto di strapparsi i capelli dalla testa al pensiero di essersi lasciato abbindolare dalle parole di un ragazzo gentile.
Ma era troppo tardi per tirarsi indietro, dato che a breve Hoseok sarebbe passato a prenderlo con la macchina.
Non si fece particolari problemi per l'abbigliamento, optando per una giacca lucida, decorata con strisce sfumate di vari colori, risalente ad una serata di qualche anno prima, abbinandola ad un semplice paio di jeans strappati.
Evitò di guardarsi allo specchio, per sottrarsi all'autocommiserazione per l'eccessivo pallore e le profonde occhiaie che caratterizzavano il suo volto così magro, altrimenti avrebbe trovato un'ulteriore scusa per evitare di andare a quella festa.
Si accese una sigaretta per ammazzare il tempo e sbloccò il cellulare, vedendo la notifica di un messaggio da parte di Jimin che, malgrado non sapesse nulla della partecipazione di Yoongi, gli ricordava l'orario della festa e gli chiedeva di non spaccargli una bottiglia di birra in testa qualora si fosse ritrovato in qualche casino per colpa sua.
Stava per rispondere, ma il suono di un clacson proveniente da fuori lo distrasse; aprì la porta del suo appartamento e intravide la macchina di Hoseok sotto al viale, dalla quale il ragazzo lo salutava e lo intimava a scendere.
Gettò il mozzicone nel posacenere e si infilò di fretta le converse; poi si ficcò il cellulare, le chiavi di casa e le sigarette in tasca e raggiunse i suoi amici.
«E io che pensavo l'avessi buttata questa giacca», disse Namjoon una volta che Yoongi fu entrato in auto, ritrovandosi accanto Jackson, che lo salutò con un semplice cenno della testa.
«È decisamente troppo colorata per i tuoi standard», aggiunse Hoseok mentre si rimetteva sulla strada principale.
«L'ho messa proprio perché non ci tengo», rispose Yoongi scuotendosi un po' i capelli. «Dato che l'ultima volta mi sono ritrovato il drink di una ragazza rovesciato sul mio maglione preferito».
«Cosa le avevi fatto per farla reagire in quel modo?», domandò Jackson ridacchiando.
«Assolutamente nulla, l'ho semplicemente spostata di lato per passare, ma lei mi ha preso per un maniaco e mi ha gettato il drink addosso».
«Oh sì, è stato fantastico… lo ricordo ancora come se fosse ieri», commentò Namjoon con aria divertita.
Giunsero a destinazione dopo una buona mezz'ora, ritrovandosi davanti ad una villa, circondata da un ampio giardino e da uno spazio enorme destinato alle auto.
«Ma è una reggia», osservò Hoseok, mentre un uomo di grossa stazza gli faceva strada per farlo parcheggiare.
Uscirono dall'auto e Yoongi si guardò attorno spaesato, notando quanta gente ci fosse. Probabilmente erano tutte persone dell'università, ma non poteva saperlo, visto che non guardava mai nessuno: lui ripudiava ogni possibile contatto umano, preferendo rimanere all'interno della propria cella di isolamento, come a volersi proteggere da quegli individui tutti uguali tra loro, attorniati dalla medesima aura di superficialità.
Sì, il mondo, in fondo, faceva schifo in ogni angolo, a prescindere dalle circostanze.
Anche lui faceva schifo, ma non poteva farci nulla.
La porta della villa era aperta e i ragazzi entrarono senza troppe cerimonie; Yoongi iniziò a chiedersi se quella ragazza fosse a conoscenza di quante persone ci fossero, poiché era difficile persino muoversi nel corridoio per la troppa affluenza.
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Moon's Serendipity ~ Yoonmin
Fanfiction«Perché piangevi?» «Quando?» «La prima volta che ti ho visto... tu stavi piangendo. Avevi le braccia allargate e lo sguardo perso e ho pensato che stessi per spiccare il volo o per precipitare nel vuoto. Ed eri bello, tanto» «Non è importante, Yoong...