CAPITOLO 10

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Jimin

Il rumore della pioggia giungeva quasi ovattato alle orecchie di Jimin a causa del baccano che dominava nella birreria; le gocce picchiettavano sui vetri delle finestre come a voler trovare un accesso per quel luogo impregnato del forte aroma di birra e di fumo.

Wow, sembrava quasi poetico... se non fosse stato per le urla delle persone ubriache e per quei due che non facevano altro che litigare e ignorarsi, ignorarsi e litigare.

«Non è possibile che tu sia ancora arrabbiato con me... dopo una settimana, Jeon Jeongguk, questo è un record!», esclamò Taehyung esasperato.

«E questo non ti suggerisce nulla, Kim Taehyung?», rispose l'altro, calcando il tono di voce sul nome dell'amico.

«Sì, ho capito! Quante volte ancora devo ripeterti che mi dispiace?».

«Finché non la smetterai di provocarmi con i tuoi giochetti del cazzo, ma visto che non lo capirai mai, beh, continua a provare».

«Oh, andiamo, Gukie... Perché ce l'hai tanto con me? Solitamente l'arrabbiatura ti passa dopo massimo due giorni». Taehyung mise su un tenero broncio, sperando in qualche modo di apparire sincero, e Jimin sapeva fosse così, ma Jeongguk non sembrava dello stesso parere.

«Perché se le tue provocazioni restano tra me e te è okay, tanto so quanto tu sia una testa di cazzo... ma dal momento che lo fai davanti ad altre persone, che per giunta non conosco, allora non ci sto, poiché non mi va di passare per l'idiota della situazione», rispose il ragazzo alzando le sopracciglia.

«Come sei paranoico...».

«E tu sei uno stronzo!».

«MA LA FINITE?». Jimin, stanco di sentirli litigare ed essendosi reso conto che l'intero locale aveva gli occhi puntati su di loro, aveva deciso di intervenire, rivolgendo loro uno sguardo ben poco amichevole: «Mi avete rotto le palle, siete peggio di due femmine che litigano su chi tra di loro ha la vagina più versatile».

I due amici spalancarono gli occhi a quel commento, ma non ebbero il coraggio di ribattere; Taehyung non disse nulla, mentre Jeongguk azzardò: «Qu-quello non lo fanno i maschi, d-di solito?».

«Sai quanto può fregarmene?», fece Jimin, sbattendo le mani sul tavolo e puntando gli occhi in quelli del più piccolo, che nulla poté fare se non rimanere in silenzio.

Il più grande lasciò il tavolo portando con sé il boccale di birra ormai vuoto, con l'intenzione di riempirlo.

Si sedette al bancone e attese che il barman si accorgesse di lui, cosa che avvenne soltanto dopo diversi minuti, essendo il locale piuttosto affollato.

«Dimmi pure», disse il ragazzo sorridendogli cordialmente.

«Una bionda media, a tua scelta», rispose Jimin passandosi una mano fra i capelli.

A quella richiesta il barista arricciò il naso e commentò: «Non sono un grande esperto, preferisco le scure, ma se ti fidi...».

Quell'espressione facciale gli fece balenare alla mente l'immagine di Min Yoongi, quel ragazzo che non faceva altro che sbuffare, scuotere la testa e storcere il naso a qualsiasi cosa Jimin dicesse.

Si ricordò del fatto che venerdì ci sarebbe stata la festa a casa di quella tipa, Kim Jisoo, e che non era ancora riuscito a convincere il ragazzo a venire.

Ed ecco perché avere il suo numero sarebbe risultato un grande vantaggio.

Jimin riprese il boccale nuovamente pieno fino all'orlo, pagò il barista e tornò al suo tavolo, con l'intenzione di ignorare quei due, che tuttavia erano ancora assorti nel silenzio.

Moon's Serendipity ~ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora