CAPITOLO 37

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Yoongi

Un gruppo di amici in vacanza, dopo essere stati in un pub per la cena e a girovagare per il centro, generalmente avrebbe trascorso la notte in giro per locali, a bere e a fare baldoria – non che a Gangneung ci fosse chissà quale vita notturna, ma almeno c'era il karaoke.

Loro no: loro avevano deciso di risparmiare e comprarsi gli alcolici del supermercato per ubriacarsi nella stanza di Seokjin e delle tre piccole pesti (come le aveva chiamate lo hyung).

Ormai Yoongi doveva essersi abituato a vedere i suoi amici ubriachi, ma la verità era che quella sera avvertiva un bruttissimo presentimento; forse era solo la sua immaginazione, la sua mente offuscata dagli avvenimenti di quella mattina: più ci pensava, più si dava dello stupido da solo per ciò che credeva stesse per accadere.

Tanto non sarebbe successo nulla, anche se Hoseok non fosse intervenuto, perché lui non piaceva a Jimin nel modo in cui Jimin piaceva a lui.

Eppure un po' ci aveva sperato: modellare quelle labbra bellissime con le sue, stringerlo tra le sue braccia, accarezzare quel corpo... la testa colma di Park Jimin e di fantasie irrealizzate.

Quella sera, tuttavia, gli occhi di quel ragazzo tanto enigmatico erano spaventosi: arrossati e vacui, sembravano persi nel proprio vuoto interiore.

«Allora, che gioco alcolico avete intenzione di fare prima che io debba accompagnarvi tutti nel cesso e infilarvi due dita in gola?», domandò Taehyung, prendendosi una Sprite dal frigobar.

«Dovresti bere anche tu, Tae», lo esortò Hoseok, che aveva appena finito la prima birra della serata.

«E perdermi questo spettacolo? Assolutamente no».

I benefici degli astemi: divertirsi alle spalle degli amici ed evitare figure di merda.

Gli svantaggi degli astemi: finire a fare il babysitter.

«“Non ho mai”?», propose ancora una volta Hoseok, sollecitando uno sbuffo da parte di Namjoon, che lo atterrò sul colpo: «Ancora? Quando hai intenzione di arrenderti? A nessuno piace quel gioco».

«Ma sta' zitto, non è colpa mia se in questo gruppo scarseggiamo di fantasia, presidente delle merendine».

«Sedatevi, per cortesia», sbuffò Seokjin prima che l'altro potesse ribattere. «Io non ho più l'età per fare queste cose». Quanto ti capisco.

«Facciamo il gioco della bottiglia», propose invece Taehyung.

«Wow, così originale ed interessante», commentò Yoongi sarcasticamente. Era appoggiato alla finestra della stanza intento a fumare; di tanto in tanto, con la coda dell'occhio, riusciva a scorgere lo sguardo di Jimin posarsi su di lui, per poi voltarsi nuovamente verso la lattina di birra che continuava a rigirarsi tra le mani. Il ragazzo entrò improvvisamente in paranoia, ipotizzando che fosse lui la causa di quell'imbarazzo: non si erano parlati per tutta la sera, di nuovo, se non per passarsi la maionese al pub.

«I giochi questi sono, in alternativa ci scassiamo con l'alcool e basta», disse Jeongguk.

«Lasciatemi divertire per una volta, su», li supplicò Taehyung. Poi uno strano luccichio apparve nei suoi occhi, così decretò: «Forse sottovalutate il fatto che questo non è un semplice gioco della bottiglia, amori miei: questo è “Il gioco della bottiglia, Tae edition”».

I ragazzi lo guardarono confusi. «E cosa sarebbe?», chiese Namjoon con un accenno di preoccupazione nel tono di voce.

«Una sorta di obbligo o verità, solo... a modo mio». Erano quelle tre parole finali ad avere un che di diabolico. «E ovviamente chi si rifiuta di fare qualcosa beve».

Moon's Serendipity ~ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora