Jimin
Beata ingenuità, che flebile si annida tra le anime più tormentate e bislacche; che graffia la carne, come a voler trovare un riparo tra le piaghe non ancora cicatrizzate; che offusca la mente, lasciando che la realtà si allontani da essa, nella disperata speranza di creare una nuova dimensione, specchio dei desideri più reconditi.
Un timido raggio di sole gli accarezzava la pelle, una lieve brezza gli scostava i capelli dalla fronte, e un'ultima lacrima solitaria gli solcava una guancia: la vita era come un divenire immutabile che veemente scorreva davanti ai suoi occhi assenti.
Ma la sua mente era oscurata da troppe emozioni negative, troppi nodi da sbrogliare... troppe mancanze, e persino isolarsi nella propria realtà idealizzata era come cadere in un abisso di malessere.
Chi sapeva cosa stesse facendo Yoongi dopo che Jimin era andato via... probabilmente stava suonando, o componendo qualcosa di nuovo, magari prendendo ispirazione da ciò che era appena successo.
“Wow, Jimin, sei così pieno di te da pretendere di essere la mia musa ispiratrice?”, gli avrebbe probabilmente detto il pianista, arricciando il naso e increspando le labbra in un sorrisetto divertito.
Il ragazzo scosse la testa, tentando di scacciare via quel pensiero, e giunse alla fermata dell'autobus, preparandosi mentalmente ad affrontare quell'asfissiante sensazione di solitudine che regnava sovrana in casa sua.
Tirò fuori il cellulare dalla tasca, ci attaccò le cuffiette per indossarle e scelse una canzone pop, nella speranza di mettere a tacere i pensieri, seppur invano.
Poi un'idea gli balenò alla mente e decise di contattare l'unica persona con la quale potesse parlare in quel momento:
Jimin:
Tae, dove sei?L'autobus nel frattempo arrivò e Jimin, dato che l'amico non sembrava dare segni di vita, pensò di salirci comunque.
Soltanto una volta seduto ricevette la risposta:
Tae:
Sono al dormitorio, perché?Jimin:
Avrei bisogno di parlarti.Tae:
Oh, no... vuoi rompere con me, vero? Ti sei stancato della nostra relazione e adesso vuoi passare alle ragazze?Jimin:
Sei un idiota.Tae:
Okay, okay... vieni, ti aspetto.L'autobus stava per ripartire, ma il ragazzo lo fermò in tempo e scese velocemente, travolgendo gli altri passeggeri e non facendosi mancare le bestemmie da parte del conducente.
Taehyung alloggiava nel campus universitario, dato che, come Jimin, non era originario di Seoul, e lì gli appartamenti avevano un prezzo decisamente più abbordabile.
Dopo qualche minuto di cammino giunse ai dormitori, entrò nell'edificio e salì al secondo piano; camminò fino alla fine del lungo corridoio e giunse finalmente davanti alla stanza dell'amico.
Stava per bussare, ma la porta si aprì davanti ai suoi occhi prima che potesse farlo, mostrando in piedi sulla soglia quel figo da paura del coinquilino di Taehyung – doveva chiamarsi Jaehyun – che lo salutò con un sorriso gentile prima di andar via; Jimin ricambiò con un timido cenno della mano, per poi entrare in camera e rivolgere all'amico un'espressione sbigottita che diceva chiaramente “Ma quando te lo scopi?”.
«Sì, fa questo effetto alle persone», osservò Taehyung consenziente.
«Se non te lo fai tu, ci provo io», sputò l'altro, non curandosi del fatto che la porta fosse ancora aperta e che Jaehyun avrebbe potuto sentirlo.
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Moon's Serendipity ~ Yoonmin
Fanfiction«Perché piangevi?» «Quando?» «La prima volta che ti ho visto... tu stavi piangendo. Avevi le braccia allargate e lo sguardo perso e ho pensato che stessi per spiccare il volo o per precipitare nel vuoto. Ed eri bello, tanto» «Non è importante, Yoong...