CAPITOLO 23

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Yoongi

Mancavano esattamente cinque minuti alla mezzanotte, al compimento del suo venticinquesimo anno di vita.

Deprimente...

Era così che aveva deciso di “festeggiare”: in quel parco solitario, illuminato unicamente dal solito lampione e dalla luna piena, che quella sera era più brillante che mai.

Festeggiare cosa poi? L'inizio di un nuovo anno di merda? Non erano bastati i precedenti? Non aveva patito abbastanza la vita su quello schifo di pianeta?

Che cazzo ci faccio in questo mondo?

Quattro minuti.

Che senso aveva contarli? Tanto prima o poi sarebbero passati. Com'è che dicevano i greci? Panta rei... tutto scorre. E il tempo lo faceva fin troppo rapidamente.

Chi sa perché quei pensieri suicidi gli venivano sempre ai compleanni...

Tre minuti.

Dio... stai ancora contando, Yoongi? Arrenditi, purtroppo arriveranno a breve.

Perché ne sembrava così terrorizzato? Era soltanto un compleanno, un passo avanti verso l'età adulta – malgrado in realtà ci fosse già dentro.

Sbloccò il cellulare ancora una volta e ricordò che per lui i social non esistevano, così non rischiava nemmeno di ricevere i soliti auguri da parte di persone che nemmeno conosceva.

Due minuti.

Sta diventando stressante... nemmeno a Capodanno faccio il conto alla rovescia.

Sicuramente neanche Namjoon gli avrebbe fatto gli auguri: probabilmente stava già dormendo e avrebbe preferito farglieli di persona (cosa che in realtà Yoongi apprezzava); Hoseok invece era ad una festa, e da ubriaco non gli sarebbe nemmeno passato per la mente.

Jimin... sì, adesso c'era anche lui nella sua lista di amici: beh, lui non se lo sarebbe mai ricordato.

Un minuto.

Finalmente, così la smetterai di sbloccare il telefono per poter scoppiare in un pianto liberatorio.

Fece un profondo respiro, assorbendo la fredda aria notturna che gli accarezzava le mani e il viso, rendendolo complice di quell'atmosfera.

Venticinque anni erano davvero tanti...

Mezzanotte.

Auguri, Min Yoongi. Benvenuto nel mondo dei venticinquenni. Sei pronto a fare schifo come sempre, ma con un anno di vecchiaia in più addosso?

Era quasi pietoso... ma d'altronde quali sarebbero state le alternative? Era solo, e la situazione non sarebbe mai cambiata: in fondo era stato lui a deciderlo.

Un desiderio prima che trascorra il primo minuto? Ciò che si ripeteva ogni anno: “Desidero amare me stesso”.

Probabilmente un giorno ci sarebbe riuscito, ma fino ad allora avrebbe continuato a demolirsi e ad autocommiserarsi; forse fu proprio questo pensiero a gettarlo nello sconforto, lasciando che copiose lacrime iniziassero a lacerargli la carne.

Continuava a ripetersi che la solitudine, paradossalmente, fosse la sua unica compagna di vita, che detestava gli abbracci e che fidarsi del prossimo fosse un rischio troppo grande da correre.

E allora che cazzo stai piangendo a fare, Min Yoongi?

In fondo un po' di affetto non gli sarebbe dispiaciuto... specialmente in quel momento.

Moon's Serendipity ~ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora