CAPITOLO 50

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Jimin

“Perché batte così forte?”, si domandò, mentre stringeva Yoongi a sé, così saldamente da avere il timore di romperlo... ma non abbastanza affinché non scivolasse via dalle sue braccia.

Non voleva lasciarlo andare, perché aveva paura di perderlo di nuovo.

In quell'abbraccio c'era parte dell'affetto di cui il suo hyung non sapeva di aver bisogno – o forse lo sapeva, ma non voleva ammetterlo.

Eppure tutto l'affetto di cui Jimin era capace non sarebbe mai entrato in un singolo abbraccio. Forse lui non era nemmeno degno di una cosa tanto pura come un abbraccio, ma di questo non si era mai curato: era l'unico modo che aveva per esprimere le sue emozioni.

«Jimin», lo riscosse Yoongi, staccando le mani dalla sua schiena, svuotandolo.

«Mh?».

«Non dovevamo pulire?».

Jimin strofinò il naso contro il suo collo, mugolando che l'avrebbero fatto dopo. Stava bene, e non voleva che quella sensazione fosse effimera.

«Ma tra un po' è ora di cena e Namjoon non ha portato nulla, quindi dovremmo ordinare d'asporto».

«Cucinerò io per te, ora sta' un po' zitto».

«Ma tu non sai cucinare, e poi non ti ho invitato a rimanere per cena».

«Mi guiderai tu, e non mi interessa: mi auto-invito».

Yoongi si allontanò di scatto per tossire; Jimin gli versò un bicchiere d'acqua e aggiunse: «Ecco, appunto. Hai bisogno di qualcosa di caldo».

«Sto bene, tranquillo», fece l'altro, tossendo ancora.

Il ragazzo gli portò una mano alla fronte, costatando che si fosse accaldata, e si alzò per dirigersi ai fornelli.

Spero di non bruciare la cucina, altrimenti Yoongi hyung brucerà me, vivo.

Fu felice di scoprire che nel frigo ci fossero già gli ingredienti per preparare il brodo di pollo – altrimenti avrebbe dovuto fare un salto al minimarket, col rischio che il suo hyung non gli aprisse la porta una seconda volta – e che sul retro del dado ci fossero le istruzioni.

Nel giro di venti minuti, la cena era pronta e Yoongi era seduto a tavola con un panno bagnato sulla fronte, poiché si era rifiutato di mangiare steso sul letto.

«Com'è?», gli domandò Jimin speranzoso: si era impegnato davvero, aveva persino cercato una ricetta su internet.

L'amico si pulì le labbra con un tovagliolo e fece: «Devo essere sincero?».

«No».

«È delizioso, la cosa più buona che abbia mai mangiato».

Il ragazzo increspò le labbra in un broncio e gli diede le spalle, offeso. «Senti, vaffanculo: io campo di cibo d'asporto, non posso farci niente se non so cucinare».

«E infatti io avevo suggerito di ordinare d'asporto».

A quel punto, invece, gli regalò un dito medio e si alzò da tavola, intenzionato a non rivolgergli la parola.

Sentì Yoongi alzarsi e tamponargli una spalla. «Su, Jimin, non fare l'offeso. Ti ho anche detto che è delizioso, cos'altro vuoi?».

«Stai peggiorando la situazione, sappilo».

Stavolta il più grande sbuffò e tentò goffamente un approccio, accarezzandogli dolcemente le spalle. «Non costringermi ad abbracciarti, non so come si fa».

Moon's Serendipity ~ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora