Yoongi
L'ennesima mattina di pioggia, il picchiettare delle gocce contro la finestra, il caos metropolitano: la stessa città rumorosa e infradiciata, la stessa monotonia.
Yoongi si strofinò gli occhi, accecato dalla luce che filtrava dalla finestra del soggiorno e reduce da una dormita di quasi dodici ore, la prima dormita serena da quando era tornato da Daegu.
Si guardò attorno e si accigliò alla vista del salotto completamente lindo e pinto, come solo la fata turchina avrebbe potuto fare – o, in questo caso, Jimin.
Yoongi si morse il labbro al solo pensiero, avvertendo una strana sensazione farsi strada nel suo stomaco. Probabilmente era complice il sogno beffardo che aveva fatto quella notte...
Aveva sognato di baciare Jimin, ma forse più che un sogno sembrava essere una qualche sorta di favola della buonanotte, uno dei tanti desideri irrealizzati.
Eppure era sembrato così reale: Yoongi non faceva altro che dirgli quanto fosse bello, lo esortava a non piangere per lui, ma invano; gli sfiorava quel viso bellissimo, mentre Jimin gli misurava la febbre e gli accarezzava i capelli... forse questo era successo davvero, ma non ne era così sicuro.
E poi lo baciava, mentre lui era steso sulle sue gambe a ricevere le sue premure e le sue carezze... smettila, idiota che non sei altro.
Tuttavia, per quanto fosse sembrato reale, era stato solo un sogno – almeno la parte del bacio.
Scosse la testa per scacciare quei pensieri e, una volta misurata la febbre e constatato che fosse finalmente scesa, andò in bagno a farsi una lunga doccia calda e riflessiva, momento in cui si ritrovò a fare i conti con la sua coscienza che gli diceva di darsi una mossa e di riprendere in mano la sua vita – e la colpa non era di certo dell'influenza: quella sensazione di vuoto interiore albergava in lui da troppo tempo.
Eppure cos'altro avrebbe potuto fare se non autocommiserarsi e incolpare il prossimo? Cos'altro di diverso dall'affrontare le situazioni di petto?
Decise semplicemente di accantonare i pensieri, come faceva sempre, e uscì dalla doccia con l'umore sotto i piedi. Controllò le notifiche del telefono e scorse altri tre messaggi di scuse da parte di Hansol, un messaggio di Namjoon, che si giustificava per non essere riuscito a passare il giorno prima e sperando che l'amico fosse riuscito per lo meno ad ordinare d'asporto, e un messaggio da parte di Jimin, che gli chiedeva come si sentisse e si scusava per essersene andato presto quella mattina a causa dei corsi...
Quella mattina?!
Jimin aveva... dormito con lui? Ecco perché la casa splendeva e c'era un cornetto al cioccolato sul tavolo della cuci-
JIMIN HA DORMITO CON ME. Yoongi, mantieni la calma, non entrare nel panico... oh, col cazzo che non entro nel panico. Park Jimin ha dormito con me!
La domanda era: dove cazzo aveva dormito se sul divano c'era lui? Che avessero dormito... insieme? E, soprattutto... per quale dannato motivo non ricordava nulla con lucidità?
Prese un profondo respiro e rispose a Jimin di sentirsi meglio, malgrado avesse ancora un po' di febbre, e lo ringraziò per il cornetto e per il suo “lavoro da Cenerentola”.
Poi l'amico rispose di essere in grado di fare anche altri tipi di “lavori” e Yoongi bloccò il contatto.
***
Qualche giorno di convalescenza e Yoongi fu pronto per affrontare il nuovo (ma non ultimo) semestre universitario; certo, recuperare le lezioni precedenti fu una specie di impresa impossibile, ma non se ne curò particolarmente.
STAI LEGGENDO
Moon's Serendipity ~ Yoonmin
Fanfiction«Perché piangevi?» «Quando?» «La prima volta che ti ho visto... tu stavi piangendo. Avevi le braccia allargate e lo sguardo perso e ho pensato che stessi per spiccare il volo o per precipitare nel vuoto. Ed eri bello, tanto» «Non è importante, Yoong...