CAPITOLO 26

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Jeongguk

I muscoli del corpo si contraevano ad ogni singolo movimento, quasi chiedendo pietà per lo sforzo esercitato; ma Jeongguk era fiero del suo lavoro, benché il sudore che gli colava sulla pelle e la musica fastidiosa proveniente dalle casse della palestra non facessero altro che mandargli in tilt il cervello.

Lui teneva molto alla sua forma fisica e la palestra era una parte essenziale della sua routine quotidiana, nonché un buon espediente per tenere la mente libera... e una scusa per non studiare tutte quelle pagine di informatica avanzata che aveva lasciato in sospeso settimane addietro.

Si asciugò il sudore dalla fronte con l'asciugamano che aveva attorno al collo e si andò a posizionare sul tapis roulant accanto a Jaehyun, che stava correndo già da dieci minuti e non mostrava particolari segni di stanchezza, nonostante si stesse allenando da due ore esattamente come lui, che invece non vedeva l'ora di tornare al dormitorio, lanciarsi sul letto e giocare alla playstation fino ad addormentarsi.

Il suo amico gli sorrise e diminuì la velocità sul macchinario per poter stare al suo passo.

«Oggi sei più energico del solito», osservò Jeongguk, mentre l'altro si asciugava il sudore con il bordo della canottiera, scoprendo gli addominali perfettamente scolpiti che già prima trasparivano da sotto il tessuto bianco. Jaehyun avrebbe fatto invidia a chiunque, con quella pelle scurita dal sole preso durante i suoi continui viaggi in Europa, i capelli color pesca tirati all'indietro e grondanti di sudore e gli occhi magnetici, che sarebbero stati capaci di spogliarti con un singolo sguardo.

Jeongguk non si lamentava del proprio fisico, dato che lo teneva costantemente in salute, così gli venne inevitabilmente da pensare che quell'iper salivazione non fosse dovuta proprio all'invidia: sì, gli piacevano le ragazze, ma sapeva riconoscere un bel ragazzo quando lo vedeva... giusto?

Smettila, Jeongguk, parli come una femmina... probabilmente è l'influenza di quei due gay dei tuoi migliori amici.

«Jeon?». Il suo amico lo riscosse dai suoi pensieri, e toccandosi le guance il ragazzo si rese conto di aver assunto un bel colorito roseo.

«C-che c'è?», balbettò lui in risposta.

Jaehyun sospirò e si risistemò la canottiera sul busto, prima di porgergli la domanda che Jeongguk – per qualche motivo a lui oscuro – temeva più di qualsiasi altra: «Dimmi una cosa, Jeon. Insomma, mi stavo chiedendo... ma a te piace il cazzo?».

Porca puttana. Il pensiero che l'amico avesse frainteso il motivo per cui la bava gli colava dalla bocca lo innervosì parecchio, perché in fondo era normale che un ragazzo trovasse bello un altro ragazzo. E poi Jaehyun era davvero, davvero bello. Era oggettivamente bello, perché chiunque l'avrebbe pensato, cazzo!

Però che domanda rude... così a bruciapelo, come se gli avesse appena chiesto cosa preferiva tra la carne e il pesce.

«Non ho idea del perché tu me l'abbia chiesto, ma no, sono etero... pensavo lo sapessi», replicò lui retoricamente.

Jaehyun fece semplicemente spallucce e disse: «Ah, va bene».

Forse era rischioso approfondire l'argomento, ma Jeongguk lo fece comunque: «Dunque perché?».

«Io ero convinto che stessi con Taehyung».

Per un momento la sua mente andò in cortocircuito... che cazzo significava? Jaehyun era il coinquilino di Taehyung e l'amico di Jeongguk: come poteva anche solo lontanamente pensare una cosa del genere?

«E per quale motivo?», domandò infatti piuttosto scosso.

«Beh, lui mi parla spesso di te...».

Moon's Serendipity ~ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora