CAPITOLO 1

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Yoongi

Min Yoongi aveva sempre ricercato la serenità. Non la felicità, quella è inesistente. La serenità... ma per quanto cercasse, anche negli angoli più remoti di quel triste mondo di cui faceva parte, non la trovava mai.

La serenità era un qualcosa che non gli apparteneva.

La sua mente ospitava una folla indistinta di sentimenti negativi, opprimenti; il suo animo era dominato dall'angoscia, che lo soffocava come un serpente attorno ad un tronco raggrinzito, dalla tristezza, dalla malinconia, dalla paura... folle fragilità nata dagli abissi più reconditi del proprio io, emozione negativa vissuta sulla pelle ogni giorno, ogni notte.

Quei sentimenti si erano allacciati così saldamente a lui che erano ormai diventati parte della sua stessa essenza, e senza di loro Min Yoongi non sarebbe stato Min Yoongi.

Eppure doveva esserci qualcosa... sotto quei sentimenti, sotto quelle emozioni, cercando a fondo, molto più a fondo, anche se gli fosse costato giungere a conclusioni estreme, anche se passare oltre questi aspetti della sua persona implicasse il cambiare la stessa, doveva esserci qualcosa di diverso, qualcosa che premeva contro il suo corpo per dirgli semplicemente "Ehi, esisto anch'io e faccio parte di te. Liberami".

La serenità è come la miccia di una dinamite: per giungere alla forma più concreta di liberazione, per sciogliere i nodi del caos, ha bisogno di una scintilla, di qualcosa che la alimenti, che la spinga verso l'esterno, in modo che la persona possa vederla, possa rendersi conto di poterci arrivare, o almeno di sfiorarla.

Ma la scintilla per lui non arrivava mai. Quando pensava di scorgerla ecco che si rendeva conto di aver preso l'ennesimo abbaglio.

Min Yoongi era una dinamite spenta, e probabilmente si sarebbe consumata prima ancora che qualcuno arrivasse ad accenderla, probabilmente sarebbe esplosa senza alcun supporto, provocando una catastrofe interiore che non sarebbe stato in grado di controllare né di attenuare.

Per chi soffre d'insonnia la notte è il momento in cui il cervello tende a recuperare pensieri ormai sepolti negli abissi della memoria, ma dire che quelle emozioni negative lo abbandonavano durante il giorno sarebbe stata un'utopia: la notte non faceva altro che accentuarle.

Il profumo dell'erba bagnata impregnava la sottile umidità di quel parco isolato. Yoongi era seduto su una panchina e, illuminato dalla luna piena e dalla flebile luce di un lampione malfunzionante, stava scribacchiando delle note musicali su una carta stropicciata, senza avere in mente una melodia ben precisa.

Gli unici rumori udibili erano quello della sua matita consumata sul foglio, il canto dei grilli che rimbombava nella natura circostante e i passi di qualcuno, probabilmente il guardiano notturno del parco o un insonne come lui.

Yoongi veniva spesso in quel parco: aleggiava un'atmosfera tranquilla, respirare un po' d'aria fresca era piacevole e non c'era anima viva a disturbare la sua quiete come ogni dannato giorno; il suo disordine mentale trovava una sorta di disciplina e, malgrado trovare la serenità fosse un'odissea, in qualche modo riusciva ad emularla.

Quando non era intento a studiare o a perdere tempo davanti al pc, verso tarda sera scendeva di casa e prendeva la linea notturna dell'autobus che in meno di dieci minuti lo portava in una zona residenziale del suo quartiere; poteva arrivarci anche a piedi, ma era troppo pigro per farlo.

Accanto al cancello del parco, inclinato e malridotto e dunque facilmente aggirabile, malgrado fosse chiuso, si imponeva un grande albero di fiori di ciliegio, come quelli che si vedevano negli anime, ma al momento spoglio a causa della stagione fredda.

Il ragazzo scavalcava il cancello e si sedeva sulla panchina sotto l'unico palo della luce che non faceva altro che spegnersi e riaccendersi, ma che almeno gli dava la possibilità di avere una visione più o meno chiara di ciò che lo circondava.

Moon's Serendipity ~ YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora