22.

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La mattina dopo mi trovavo sul letto e continuavo a ripensare alla scorsa notte, come avevamo fatto a passare da uno dei momenti più belli a una delle peggiori litigate? Forse anche l'ultima dal momento in cui mi aveva esplicitamente detto che non voleva più saperne di me.
In quel momento provavo come un vuoto, come se mi mancasse qualcosa, o peggio ancora, come se avessi perso qualcuno, lui.
Il mio corpo tremava ed era come se fosse pietrificato, non riuscivo a muovermi, sentivo come se mi stesse per venire un attacco di panico, non avrei potuto farcela. Delle goccioline di sudore iniziarono a ricadere sulla mia fronte bagnando quelle ciocche di capelli disordinate che si trovavano sopra ad essa, il mio fiato si fece sempre più affannato e soltanto quando gettai un urlo rumoroso riuscii ad attirare l'attenzione di Ron, che stava ancora dormendo beatamente sotto le coperte del suo letto. Fece un balzo in aria, e non appena focalizzò la scena, notando le mie condizioni, si precipitò immediatamente verso di me.
<<Harry? Che ti prende?!>> disse più agitato che mai, ma io non riuscivo a rispondere alla domanda, era come se la mia voce si fosse pietrificata dopo quell'urlo, insieme al mio corpo che però, stava continuando a tremare.
Non ricevendo alcuna risposta Ron mi levò velocemente le coperte di dosso e posizionando una mano sopra la mia fronte affermò che stavo praticamente scottando, così sempre più agitato e impedito di sapere che cosa fare, bagnò una pezza e la posizionò sulla mia fronte.
<<Dove diavolo è Hermione quando serve?!>> Urlò guardandosi intorno. Si posizionò le mani sopra la testa e tirandone qualche ciocca, si alzò violentemente.
<<Ascolta Harry, non so cosa fare... vado a chiamare Hermione, tu resisti, sta sveglio>> disse velocemente, io provai ad annuire ma tutto ciò che provocai fu soltanto l'aumentare del mio tremolio.
Provai a resistere, ma gli occhi parvero chiudersi da soli. Ad un tratto la mia mente venne pervasa dalla scena di ieri sera, era come se stessi rivivendo tutto ma da spettatore, era così reale. Gli occhi di Draco erano sommersi dalle lacrime proprio come i miei, ma un leggero colore rossastro si stava impossessando di me e le mie vene stavano per uscire fuori dal collo, ascoltai tutte le parole che stavo dicendo a Draco, mi erano uscite delle parole realmente brutte e disgustose che non sembravi neppure io, la sera scorsa la mia rabbia si era definitivamente impossessata di me.
<<Sei solo un mangiamorte, pensi di essere tanto diverso da tuo padre, ma non lo sei!" Sgranai gli occhi dopo aver appena sentito cosa effettivamente ero arrivato a dirgli la sera prima senza neppure ascoltare la sua versione della storia, e non mi sarei meravigliato se non avesse mai voluto più parlare con me. Lui stava stringendo violentemente i pugni, e probabilmente si stava trattenendo dal non lanciarmi una maledizione, poi iniziò a sbraitare e a iniziare a buttare giù le peggiori parole contro di me, proprio come avevo fatto io, d'altronde me lo meritavo, solo in quel momento capii che forse, quello ad avere torto ero stato io e lui solo in parte, avrebbe dovuto parlarmi di Silente, ma io avevo iniziato ad insultarlo senza neppure dargli alcuna possibilità di spiegare come stavano realmente i fatti.
Sentivo come se qualcuno stesse scuotendo violentemente il mio corpo e pian piano vidi allontanarmi dalle immagini di ieri sera. Aprii gli occhi e di fronte a me trovai le facce preoccupate di Ron e Hermione, quest'ultima aveva una fiala ormai vuota tra le mani e mi stava accarezzando delicatamente le ciocche di capelli sparse per la fronte.
<<Che diavolo è successo?>> ansimai, ancora debole, ma nel frattempo il mio corpo aveva smesso di tremare.
<<Hai avuto una sorta di attacco di panico Harry... ci hai fatto preoccupare>> rispose Hermione con lo stesso sguardo di prima.
<<Se non fosse intervenuta Hermione con quella fiala non so se saresti ancora qui>> affermò tragico Ron, ma Hermione gli diede una gomitata facendogli cenno di star zitto e di non dire queste cose.
<<Non preoccupatevi ragazzi, oh... ehm e scusate se forse ho rovinato i vostri piani per la mattinata non era mia intenzione>> dissi, e nel frattempo mi sollevai dal materasso, poggiandomi sullo schienale del letto.
<<Ma sei pazzo Harry? Stavi malissimo, non devi scusarti di nulla... e fa piano>> disse Hermione, sistemandomi subito dopo il cuscino dietro le mia schiena, ma non servì in quanto mi precipitai immediatamente con i piedi per terra, causando una reazione, a mio parere esagerata, della ragazza.
<<Harry?! Torna a letto! Dove stai andando?!>> Urlarono entrambi all'unisono.
<<Sto bene ragazzi, non ho intenzione di passare l'intera giornata in quel letto come un vecchietto>> cercai di sorridere nonostante mi fosse alquanto difficile in quel momento, e iniziai a tirar fuori la divisa di hogwarts dall'armadio.
<<No no e no, Harry non posso lasciarti andare>> sbottò Hermione, alzandosi velocemente dalla sedia in cui era seduta.
<<Rischierai di incontrare Malfoy, e non ti fa bene alla salute>> aggiunse.
<<Che cosa c'entra Malfoy con la mia salute adesso?!>> Feci una risata sarcastica.
<<Pensi che non sappiamo il motivo per cui hai avuto questo attacco di panico? È Malfoy il motivo Harry, e in fondo lo so che lo sai anche tu>> Rispose Hermione.
<<Parli nel sonno, lo sapevi? Poco fa quando ti sei addormentato abbiamo sentito tutto.>> Aggiunse Ron.
<<Hai litigato con lui non è così?>> Concluse.
Un brivido di rabbia percorse la mia schiena il che mi portò a gettare violentemente sul letto tutti i vestiti che avevo tirato fuori dall'armadio.
<<Quello che è successo tra me e lui non vi riguarda, e non vi riguarda neppure la mia salute, perciò lasciatemi passare>> dissi autoritario.
<<D'accordo Harry ma... almeno prendi questa>> acconsentì in fine Hermione, tirando fuori dalla sua giacca marrone, una fiala identica a quella di prima ma con una sostanza trasparente all'interno.
<<Se dovesse venirti un'altro attacco di panico prendila, ti sentirai meglio>> sorrise a stento. Io l'afferrai e annuendo, sussurrai un "grazie".
Hermione e Ron decisero di uscire dalla stanza e dopo aver indossato la divisa feci lo stesso anche io.

Percorsi i lunghi corridoi del castello, in cerca di una testolina bionda, ma non c'era alcuna traccia di lui.
Un gruppo di serpeverde stava ridacchiando ancor prima che arrivassi, ma quando mi notarono la loro risata aumentò, tuttavia decisi di non farci molto caso, in quanto erano soliti a ridacchiare in mia presenza anche per una sciocchezza come un capello fuori posto o una sciarpa messa male, perciò mi diressi verso la direzione opposta alla loro, tuttavia più andavo avanti, più gli sguardi e le risatine aumentavano, anche da parte di ragazzi di altre case, perfino da parte dei grifondoro. Mi chiesi cosa stesse succedendo, la scuola si era praticamente riunita in piccoli gruppi di ragazzi e ragazze anche di case diverse, sembrava che tutti fossero amici dal modo in cui stavano ridacchiando tra di loro, e l'unico che sembrava capirci ben poco, ero proprio io, nonostante potessi percepire che probabilmente fossi il protagonista di quelle chiacchiere e risate.
Che stava succedendo? Non mi ero cacciato in nessun pasticcio quella volta, non avevo fatto perdere punti ai grifondoro, non avevo neppure giocato a quidditch quel giorno quindi quale poteva mai essere il motivo di quelle chiacchiere?

Voltai la testa verso il cortile e notai che c'era un gruppo di ragazzi particolarmente più grande degli altri e la maggior parte andava verso quella direzione, perciò capii che se fossi andato lì avrei sicuramente ricevuto la risposta alla mia domanda.
Raggiunsi quel gruppo di ragazzi che ormai sembravano essersi posizionati a cerchio, mi feci spazio tra di loro, spingendo di qua e di là tutte le persone che si trovavano di fronte a me e quando lo facevo queste ultime mi lanciavano un'occhiata fulminea prima di scoppiare in una fragorosa risata.
Qualcuno si trovava al centro e stava parlando, facendo aumentare sempre di più le risate.
La voce mi parve alquanto familiare e solo dopo essere finito accidentalmente di fronte a quest'ultimo mi resi conto di chi effettivamente fosse.
I suoi capelli biondi brillavano alla luce del sole, i suoi occhi grigi mi scrutavano attentamente e le sue labbra accennarono un ghigno.
Lo guardai accigliato. Che diavolo stava succedendo?

<<Eccolo qua, il frocio della situazione >> ghignò Malfoy. Io sgranai gli occhi, era impazzito?! Che intenzione aveva?! Voleva umiliarmi davanti a tutti, ovviamente, ma che cosa si era inventato? D'altronde c'era anche lui dentro questa storia insieme a me.
Mi guardai intorno, scuotendo la testa di qua e di là, accorgendomi che la cerchia di alunni si era decisamente duplicata.
<<Malfoy ci ha raccontato che gli hai chiesto di succhiartelo!>> Ridacchiò sonoramente Goyle, l'amico robusto di Malfoy, che si trovava proprio dietro quest'ultimo.
<<È vero Potter?!>> Urlarono una serie di ragazze di corvonero, mai viste prima.
Continuai a guardare imperterrito Malfoy, che stava continuando a ghignare insieme ai suoi amici senza curarsi di come potessi sentirmi io in quel momento.
<<Sei impazzito Malfoy?!>> Sussurrai, nel frattempo una serie di brusii provenivano da ogni lato, continuando a chiedersi se fosse vero oppure no.
Lui se ne stava lì, fermo immobile, mentre con la bocca continuava a ridacchiare e con gli occhi invece a fissarmi, compiaciuto di ciò che aveva appena fatto.
Abbassai lo sguardo e impossibilitato di fare o dire altro strinsi i pugni. Dopo ciò non l'avrei mai perdonato, insomma, non mi importava del giudizio degli altri, ma fare ciò dopo tutto quello che avevamo passato insieme... mi era caduto dal cuore.

<<È vero>> dissi, con lo sguardo puntato verso il biondo. Ad un tratto intorno a noi si creò un silenzio assurdo, come se tutti stessero aspettando che dalla mia bocca uscisse qualche altra parola o frase. Lui mi guardava quasi scioccato, come se non si aspettasse che io dicessi in quel modo.
<<È vero, mi piacciono anche i ragazzi, qual'è il vostro problema?!>> Mi rivolsi agli altri che a quelle parole avevano immediatamente abbassato lo sguardo.
<<Ma Malfoy è proprio l'ultimo ragazzo che guarderei, insomma... guardatelo come potrei stare con un ragazzo così falso, bugiardo e arrogante>> aggiunsi, spostando nuovamente lo sguardo verso il biondo.
Rimanemmo circa dieci secondi a fissarci intensamente negli occhi con aria di sfida, fino a quando io non interruppi il contatto, allontanandomi definitivamente da lui.
<<Detto ciò, non credo di dover dare ulteriori spiegazioni a nessuno>> conclusi facendomi spazio tra i presenti per uscire da quel cerchio.
Mi allontanai, gli sguardi di tutti erano poggiati su di me, ovviamente, compreso quello di Malfoy, che era rimasto da solo al centro della cerchia, fulminato da diversi sguardi di ragazzi che via via andavano allontanarsi.

Ero riuscito a farlo passare dalla parte del torto, ma adesso tutta la scuola sapeva che mi piacessero anche i ragazzi, e non sapevo se tutti mi avessero guardato con gli stessi occhi di prima.

Pucker up //drarry Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora