CAPITOLO 41

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Pov kook

Sentii l'avvocato mettermi una mano sulla spalla risvegliandomi dai pensieri.

<il giudice ha detto che riprendiamo domani> ci Avverti.

Lo ringrazziammo e lui andò vicino al medico.

<che pensate che abbia?> chiesi ai ragazzi parlando di tae.

<non lo so ma penso abbia avuto un attacco di panico> parlò hobi.

<si ma l'ha già avuto altre volte e non mi aveva mai... Scansato> dissi.

<lo so ma-> il medico fermò hobi dal parlare richiamando lui la nostra attenzione.

<è coscente, sa chi è e sa chi siete> ci informò.

<allora perché mi ha scansato? Perché non voleva che lo toccassi?> domandai, mi stavo alterando per la preoccupazione.

<non lo so, prova ad avvicinarti ora e vediamo se reagisce come prima> cercò di calmarmi.

Annuii avvicinandomi mettendomi davanti a lui.

<taetae> lo chiamai, mi guardò e io gli sorrisi.

Allungai come prima la mano per toccargli il braccio, rimase fermo non facendo nulla.

Gli presi la mano tra la mia, sentivo non avesse più paura ma era comunque restio a stringere la presa e a rilassarsi.

<tranquillo ok?> chiesi e lui come se gli avessi dato un ordine annuì cercando di rilassarsi.

<meglio se lo portate a casa, fatelo riposare> consigliò il medico.

Lo ringraziammo mentre se ne andò con l'avvocato.

<andiamo a casa taetae> dissi con tono dolce.

Si alzò in piedi ed abbassò la testa sulle sue scarpe per poi iniziare a camminare dietro di noi.

Ci dividemmo nelle macchine e andammo tutti a casa mia e di nam per stare comodi.

<avete fame? Volete mangiare qualcosa?> chiese nam a tutti, annuimmo e lui iniziò a preparere qualcosa da mangiare.

Non era ora di cena quindi preparò dei panini.

<tae non hai fame?> chiese jimin.

<s-scusa j-jimin hyung... N-non stavo sentendo> disse balbettando ma si vedeva cercasse di non farlo.

La cosa che stupì, sia me che gli altri, era che avesse usato il nome intero di jimin e lo guardava dritto negli occhi.

Faceva così solo le settimane dopo che l'abbiamo trovato, poi non sembrava più terrorizzato dal balbettare o dal non guardare una persona.

<tutto bene piccolo?> domandai avvicinandomi.

<si> disse frettoloso.

Vidi le sue mani tremare.

<hai freddo?> chiesi.

<n-no> rispose.

<perché tremi allora?> domandai sempre in tono calmo.

<s-scusa> disse.

Guardai gli altri.

<perché ti scusi?> chiese jin avvicinandosi.

<p-per-perché... S-scusa> lo guardò balbettando ancora.

<hey calmati ok? Non serve scusarsi> andai ad accarezzargli la schiena per farlo rilassare ma ottenni tutto il contrario.

Si immobilizzò tremando di più.

<vuoi venire in camera con me? Ti calmi un pochino e poi torniamo qui ok?> chiesi.

Lui si alzò e quasi non cadde.

In quel momento non mi interessò se si sentisse terrorizzato dal contatto con me, non volevo si facesse male così lo presi in braccio portandolo in camera.

<n-non farmi m-male... No-non ho fatto nulla!> iniziò a dire cadendo in ginocchio <ti prego..> sussurrò.

<piccolo sono io!> dissi prendendogli il viso tra le mani togliendo poi subito le mani.

<vuoi dirmi chi sono? Lo sai il mio nome?> gli chiesi.

Mi guardò spaesato.

<sono jungkook..> dissi, di sicuro sembravo disperato.

<k-kookie...> alzò la testa.

<si piccolo sono io!> gli sorrisi.

I suoi occhi sembravano essere più luminosi, prima non riuscivo a vederli bene dato che sembravano quelli di sempre ma ora si notava la differenza.

Prima aveva gli occhi quasi opachi come se non avessero vita mentre ora brillavano come hanno sempre fatto.

In quel momento non ci pensai.

<kookie> disse ancora per poi venirmi a toccare il viso con una mano.

Mi abbracciò.

Si sentiva dalla stretta delle sue braccia intorno al mio collo quanto fosse debole.

<vuoi rimanere un pò qui oppure andiamo di la?> chiesi.

<r-rimango con te... Posso?> mi venne quasi da ridere.

Andammo di la e mi sedetti mentre tae si mise sopra di me.

<come stai?> chiesero i ragazzi vedendo un taehyung effettivamente più tranquillo e rilassato.

Non rispose poggiando la testa nell'incavo del mio collo.

Feci segno ai ragazzi di parlare di qualcos'altro mentre il respiro di tae si faceva più pesante.

Il mio dubbio nel frattempo cresceva...

Il padre gli ha fatto sicuramente qualcosa sennò non si spiega il comportamento di terrore avuto poco fa.

Hobi mi lanciò un'occhiata come per farmi calmare, avrà sentito sicuramente ogni mio pensiero.

GREEN: the intelligent mind ¦kookv¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora