CAPITOLO 34

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Pov kook

Sono passati un paio di giorni dal nostro ritorno a scuola ed ormai hanno smesso tutti i professori a farci domande, anche se ci tengono ancora d'occhio.

Entro stasera avremmo dovuto sapere qualcosa riguardante i processi che dovrà subire il padre di tae ma anche quelli che l'hanno aiutato, i medici e, una volta iniziato, anche quelli che hanno avuto contatti con quei pazzi.

Andammo a scuola normalmente ma una volta tornati a casa quasi non scoppiammo dal nervosismo, sopratutto namjoon.

<dovranno chiamare! Perché non chiamano?!> chiese nam forse per la terza volta in cinque minuti.

<potranno chiamare anche questa sera hyung! Stai tranquillo> disse tae cercando di tranquillizzarlo.

<si ma-> il telefono fisso che squillava lo fece fermare.

<kook rispondi te!> disse nam.

Guardai tae come per avere una specie di consenso e in effetti fece un leggero accenno con la testa.
Risposi.

<pronto?> chiesi.

<salve sono l'agente Kim della centrale vorrei sapere con chi parlo> disse, penso come da copione.

<ah si sono jeon jungkook> risposi tranquillo.

<ok meno male che non ho sbagliato numero> disse scherzando per alleviare un pò la tensione.

<comunque tornando seri, ti comunico che il processo inizierà domani e che verrete poi avvisati quando dovrete venire a testimoniare> disse serio.

<grazie> lo ringraziai e una volta chiusa la telefonata avvisai anche nam e tae.

<ok ora sto un pò più tranquillo> rise leggermente namjoon mentre tae annuiva.

Poco dopo arrivarono messaggi dai ragazzi dicendo che, ovviamente, anche loro avevano ricevuto la chiamata.

Il resto della giornata passò normalmente e con un pò di tranquillità in più da nam.

Ero appena uscito dal bagno, mi ero appena fatto una doccia rilassante e stavo andando in camera.
Entrai e mi sedetti sul letto, mi ero messo il mio solito pigiama che consisteva in un pantalone di tuta e una maglietta a caso e con l'asciugamano in mano cercavo di asciugare, almeno un pò, i miei capelli.

Mi misi a vedere un pò il telefono ancora seduto sul letto mentre aspettavo tae che usciva dalla doccia, senza accorgermene lui entrò in stanza e mi venì ad abbracciare.

<che c'è?> chiesi con voce calma ma un pò di preoccupazione.

<nulla volevo solo abbracciarti, con i tuoi genitori mi sento un pò... > disse lasciando la frase in sospeso.

<lo sai che non ti fanno nulla vero?!> chiesi.

<si però.. Non so mi sento in imbarazzo con loro> affermò.

<è normale tranquillo> dissi passandogli l'asciugamano che tenevo al collo, usato per asciugare i miei capelli, sulla sua testa.

Iniziai a muovere quell'asciugamano piano, più per accarezzarlo che per asciugarlo, dopo poco lo baciai a stampo.

Mi sorrise e fece riunire le nostre labbra sempre in un bacio a stampo leggero, gli misi l'asciugamano sul collo e lo tirai a me stavolta approfondendo il bacio.

Le nostre lingue si muovevano scontrandosi ed esplorando la cavità dell'altro, dopo poco ci staccammo e gli chiocciai un bacio tenero sul naso.

<dai mettiamoci a dormire che domani è venerdì> dissi.

Ci sedemmo sul letto e lo abbracciai, poco dopo ci addormentammo tranquilli con la via libera per il mondo dei sogni.

Verso le due del mattino mi svegliai sentendo dei muovimenti affianco a me, mi girai e vidi tae un pò agitato.

Con le mani stava stringendo il cuscino e stava scuotendo la sua testa come a dare una risposta negativa non verbale.
Stava farfugliando alcune parole che purtroppo non riuscì a capire.

Poco dopo che tentavo di calmarlo invano vidi una lacrima rigargli la sua guancia sinistra e portarsi poi una mano sul suo petto quasi a stringersi in se stesso.

Gli accarezzai la guancia sulla quale era scesa la lacrima e sembrò un pò calmarsi al mio tocco così cercai di avvicinarlo a me, in modo tale che sentisse il mio calore, la mia presenza vicino a lui.

Poco dopo riprese a farfugliare parole a caso ma riuscì, fortunatamente, ad individuare una sua frase leggermente sconnessa.

<p-padre.... Lasciami.... Ti prego....> questo era quello che riuscivo a capire in tutto quel giro di parole senza senso ed incomprensibili.

Sentì all'improvviso dei singhiozzi forti, le lacrime, ormai più di una, stavano bagnando quelle guance che bacerei tutto il giorno, i suoi occhi ancora chiusi cacciavano via tutta quell'acqua salata in eccesso.

Riuscì a capire un'altra frase.

<aiutami.... K-kookie> disse sempre sconnesso nelle parole.

Quasi non piansi anche io, vedendo le condizioni in cui si trovata e il tono straziante e disperato della sua richiesta mi fecero spezzare il cuore più di quanto mi aspettassi, stavo per crollare anche io ma doveva esserci un punto fermo della sua vita e anche se questo fa male devo trovare il modo di tirarlo fuori.

<hey piccolo> iniziai a muoverlo per cercare di svegliarli.

<hey..> dissi accarezzandogli i capelli.

<taetae...> continuai cercando di essere il più dolce possibile.

Vidi i suoi occhi aprirsi leggermente e quasi timoroso, appena mi vide si avvicinò in cerca di sicurezza o di calore e io lo feci sedere per poi abbracciarlo.

<va tutto bene piccolo... Ci sono io> dissi continuando ad accarezzargli i capelli. Dopo un poco si rilassò sotto il mio tocco.

<scusa non volevo sveg-> disse ma lo interruppi baciandolo.

<non mi devi chiedere scusa> dissi con voce ferma ma comunque calma.

<ma ti sei svegliato e io... Non volevo> disse iniziando a guardare le nostre mani intrecciate.

<l'importante è che stai bene> dissi baciandogli la testa.

<dai ora rimettiamo ci a dormire che sennò a scuola mi ci dovete portare in braccio> scherzai leggermente procurandogli una risatina leggera e divertita.
Lui annuì e ci stendemmo di nuovo sotto le coperte.

Non lo lasciai per il resto della notte, avevo intuito avesse avuto un'incubo e non volevo ne avesse altri, sopratutto inerenti a suo padre.

Domani gli avrei chiesto sicuramente cosa avesse sognato e cosa aveva avuto nei giorni scorsi dato che lo vedevo stanco, pensai avesse avuto sempre dei brutti sogni o pensieri al processo che lo rendevano nervoso.

Volevo saperlo!!

Proverei ad aiutarlo in tutti i modi possibili e immaginabili per non vederlo soffrire, soprattutto per una carogna marcia come suo padre o come quei medici pazzi scatenati da manicomio, a parer mio.

GREEN: the intelligent mind ¦kookv¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora