CAPITOLO 22

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Pov tae

Per un'altro mesetto continuammo a non avere problemi, ansi, andava tutto bene.

Stavamo tornando a casa quando ad un certo punto due macchinoni neri si accostarono a noi. 

C'eravamo tutti tranne yoongi e hobi, il primo doveva tornare a casa dai genitori, mentre il secondo doveva uscire con rosé. Si erano fidanzati da circa un mese.

Da quelle macchine scesero degli uomini.
Presero tranquillamente me è seokjin tenendoci fermi e legandoci le mani, a namjoon, kook e jimin invece fecero più fatica e gli legarono i piedi e le mani per poi prenderli di peso.

Ci buttarono, letteralmente, dentro quei macchinoni mettendoci me, Jin e jimin in una e nam e jungkook nell'altra, sempre con degli uomini a controllarci.

Erano tutti più alti di me e avevano una certa imponenza.

<state bene?> ci chiese jimin sia a Jin che a me. Annuimmo.

<stai zitto!> disse uno degli uomini dandogli un pugno. Fece una smorfia di dolore.

I vetri di queste macchine erano oscurati quindi non vedevamo dove stavamo andando.

Dopo poco, penso verso le metà del viaggio, a uno degli uomini che stavano dietro con noi suonò il telefono. Sembrava il più vecchio.

<si li abbiamo presi> disse.

<stiamo già per strada> disse ancora.
Chiuse la chiamata.

<s-scusi> lo chiamó Jin.

<che vuoi?!> disse in maniera cattiva uno di loro.

<v-volevo sapere d-dov-> disse balbettando ma venne interrotto bruscamente.

<stai zitto non devi sapere nulla> disse spingendolo leggermente.

I posti di quel macchinone/furgone erano formati da sedili messi paralleli. Eravamo ognuno di fronte all'altro.
La macchina si fermò.

<avanti scendete> disse uno aprendo la porta.

Nel mentre del viaggio a jimin vennero slegati i piedi legati in precedenza.

Si spinsero fuori, io e Jin venimmo presi dal braccio da un solo uomo mentre jimin lo presero in due e quasi non lo buttarono giù.

<hey con calma so camminare!> si lamentó jimin, come risposta ricevette uno spintone che lo fece quasi finire per terra.

Vedemmo kook e nam venire verso di noi.

Namjoon era legato non con corde ma da catene mentre cercavano di tenerlo più fermo possibile.

Una volta arrivati vicino a noi anche nam e kook ci fecero iniziare a camminare per una stradina.
Si erano fermati verso un viale, mi sembrava qualcosa di familiare ma non volevo pensarci.

<piccolo stai bene?> mi chiese kook ma ricevette uno spintone.

<zitto!> esclamò l'uomo che l'ha spinto.

Lo guardai un pò preoccupato.

Continuando a camminare, in lontananza, vedemmo un immobile, mi bloccai.

Era la stessa struttura da dove ero scappato, l'ospedale abbandonato dove ero cresciuto.

<avanti cammina> mi dissero prendendomi dalle braccia quasi sollevandomi da terra.

<ciao ragazzi che piacere rincontrarvi!> disse una voce profonda arrivando da un corridoio dalla quale eravamo appena entrati nell'ospedale.

<ciao taetae> salutò.

GREEN: the intelligent mind ¦kookv¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora