CAPITOLO 10

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Pov yoongi

Mentre jimin stava in chiamata capì come sarebbe andata a finire.

<dopo la chiamata porto jimin di sopra> informai i miei.

<perché?> chiese mio padre cercando di capire anche la conversazione di jimin al telefono.

<perché di sicuro finirà la chiamata arrabbiato> dissi semplicemente.

<quindi si arrabbia facilmente?> chiese mia madre un pò scettica.

<non proprio> dissi <magari domani quando torno da scuola vi spiego meglio> continuai e loro annuirono.

Come già sapevo, jimin finì la conversazione arrabbiato.

<scusate> disse ai miei una volta tornato di fronte a noi cercando di sembrare più calmo possibile.

<andiamo su minni> dissi prendendogli la mano ma lui si scanzò.

<aspetta un attimo prima di toccarmi non voglio farti male cucc- yoongi> disse correggendosi.

Andammo in camera e si mise seduto sulla sedia presente in stanza mentre io mi misi sul letto.

<stai bene?> chiesi sapendo ovviamente la risposta.

<si!> rispose. Non era questa la risposta giusta. Lo guardai e lui spostò lo sguardo.

<cosa ti ha detto?> chiesi.

<voleva tornassi a casa per parlarmi di quel cretino che ho mandato in infermeria> disse guardando sempre altrove.

<cioè non mi guarda nemmeno più in faccia e ora solo perché gli fa comodo e può sgridarmi, magari picchiarmi anche, mi dice di tornare> sbuffa ponendo finalmente lo sguardo verso di me.

<i-io non volevo che succedesse tutto questo> dissi sentendomi in colpa.

<tutto quello che è successo è stato p-per colpa mia!> esclamai e quasi non mi venì da piangere.

<ti ho già detto che non è colpa tua cucciolo> si alzò e venì verso di me <assolutamente non è colpa tua> affermò ancora.

<che ne dici di metterci a dormire e magari pensarci domani?> chiese. Io annuì e mi alzai dal letto mentre lui ci si sedeva.

<ti presto qualcosa per dormire> affermai un pò imbarazzato avvicinandomi all'armadio <sono i vestiti più grandi che ho> dissi passandogli i vestiti più grandi.

Avevamo due corporature differenti, lui muscoloso con braccia forti che ti facevano sentire protetto ogni volta che ti abbracciava e pettorali duri come le sue gambe, mentre io minuto e dalle forme femminili molto diverse dalle sue.

<grazie> disse per poi alzarsi e togliersi la maglia. Arrosì per l'ennesima volta in quella giornata.

<i-io vado i-in bagno a-a cambiarm-mi> dissi balbettando cercando di distogliere lo sguardo dal suo corpo allenato.

<che visione...> pensai.

<sto sognando... Non svegliatemi vi prego> pensai ancora.

<ti imbarazzi?> chiese ridendo leggermente avvicinandosi un pò a me, non si era ancora rimesso la maglia.

<n-no ma...> dissi cercando una scusa per sviare il discorso <...vado> uscì fuori dalla stanza con i miei vestiti.

Arrivai in bagno e finalmente ripresi fiato, non riuscivo nemmeno a parlare con lui così...

GREEN: the intelligent mind ¦kookv¦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora