Grimmauld Place;

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31 Agosto 1995

Atterrai con i piedi sui marciapiedi di Grimmauld Place ritrovandomi proprio difronte ai palazzi che nascondevano il quartier generale.
Una folata di vento freddo mi investii di lato facendomi tremolare, dovetti sfregare velocemente sulle braccia per ricevere un po' di calore.

Prima che potessi pensare ad un modo veloce per scaldarmi, tipo afferrare il cardigan che avevo messo nella borsa, mi fu posata una felpa calda sulle spalle. Non dovetti neanche voltarmi per vedere chi fosse stato, dato che il profumo di Fred era talmente impregnato nel tessuto da renderlo riconoscibile ad occhio nudo.

«Non serviva Freddie.» dissi arrossendo leggermente e sentendomi come una scolaretta innamorata.
«Tranquilla Eve.» mi diede un buffetto sulla guancia arrossata sorridendo consapevole.

Rimanemmo indietro e soprattutto molto vicini, mentre zio Remus faceva apparire l'appartamento numero 12. Mi impressionavo ogni volta che questo succedeva a causa della indifferenza che le persone negli appartamenti a fianco non si accorgessero assolutamente nulla.
«Casa dolce casa.» sbottò Fred mettendo le mani in tasca. «Staremo un po' stretti con te ora, ma troveremo dove farti dormire.»

Magari nel tuo letto!

«Avanti, sbrighiamoci. Non vorremmo mica dare nell'occhio.» seguimmo zio Remus sui gradini e attraverso una parola segreta che non riuscii a percepire, entrammo sul pianerottolo interno.

Tolsi la felpa dalle mie spalle porgendola a Fred. «Tienila pure.» alzò le spalle rivolgendomi un sorriso. «Se la rivorrò indietro saprò dove venire a riprendermela.» mi fece un leggero occhiolino per poi cominciare a salire velocemente le scale, lasciandomi lì con la bocca aperta.

Scossi la testa scacciando tutti i pensieri su Fred che ora mi stavano solo confondendo il cervello. «Riprenditi idiota.» borbottai tra me e me sbuffando.

Salem mi passò di fianco strusciandosi sulle mie gambe. Mi accovacciai afferrandola e lasciando che si accoccolasse tra le mie braccia facendo le fusa. Il mio stomaco brontolò, avevo una fame tremenda.

Salii velocemente arrivando nel corridoio pieno di quadri e mobili impolverati. «Ciao Kreacher!» affermai aspettando la sua risposta che non tardò ad arrivare. «Mezzosangue nella casa della mia padrona, la nobile casata dei Black.» gli feci il verso arrivando in cucina e vedendo quasi tutti seduti a fare colazione.

Gli occhi dei presenti saettarono verso di me e prima che potessi riconoscerli tutti le braccia di Hermione mi avevano circondato il collo facendo scappare Salem. «Quanto mi sei mancata Eve!» affermò inondandomi il viso con i suoi ricci profumati.

Ridacchiai stringendola a mia volta, Hermione era stata una delle mie prime amiche ad Hogwarts e tutt'ora eravamo inseparabili. Era l'unica che sapeva della mia stupida cotta e non mi aveva mai giudicata per avere amici serpeverde che lei non sopportava del tutto.

Mi afferrò letteralmente la mano trascinandomi a sedere tra lei e Harry. «Non sapevo saresti venuta.» quest'ultimo mi passò un braccio sulle spalle avvicinandomi a lui.
«Ammettilo che ti sono mancata San Potter!» risi e lui mi seguì a ruota.

«Zio Sirius invece non ti è mancato?» la voce forte mi fece voltare subito verso la porta.
Spalancò le braccia permettendomi di volare al suo interno.
«Dio quanto sei cresciuta.» affermò stringendomi più forte che poteva.
Alzai lo sguardo verso di lui che mi accarezzò la guancia. «Volevo venire a trovarti, ma questi vecchi noiosi non me l'hanno permesso. Perdonami.» il suo sguardo era stanco ma allo stesso tempo entusiasta, probabilmente si era sentito molto solo in questa casa, poi la presenza di Kreacher non migliorava del tutto la situazione.

𝒟𝒾𝒶𝓂𝑜𝓃𝒹 𝐸𝓎𝑒𝓈 //𝒟𝓇𝒶𝒸𝑜 𝑀𝒶𝓁𝒻𝑜𝓎\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora