Stanza segreta;

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06 Luglio 1997

Le settimane si susseguirono lente rinchiuse in quella casa. Ringraziai che la stanza fosse enorme, altrimenti sarei impazzita tra quelle mura. Draco non era venuto più a trovarmi, o almeno era quello che lui voleva farmi credere, dato che lo sentivo che certe volte sgattaiolava a prendere qualche vestito. Facevo sempre finta di dormire in quelle situazioni, lui faceva un baccano assurdo, forse sperando che mi svegliassi, ma resistetti alla tentazione e dopo aver fatto cigolare la porta spariva ancora.

La porta restava chiusa a chiave e non c'era possibilità di riuscire ad aprirla neanche forzandola. Il terrore che Bellatrix potesse venire a farmi visita mi faceva raggelare le vene, quindi evitai di farla saltare in aria. Abbandonai dopo qualche giorno l'idea di scappare dalla finestra, il piano dove mi trovavo era troppo in alto e senza la magia mi sarei sfracellata. Il cibo appariva da solo ora, mi avevano anche tolto la compagnia di vedere il volto degli elfi e la cameriera veniva solo per cambiare le lenzuola.

Non c'era un orologio, quindi capivo l'orario solo quando arrivava lei. Veniva ogni sera alle sette, poco prima che arrivasse la cena, quindi segnavo e a volte contavo i minuti con la schiena sul pavimento freddo. L'altro ieri mi ero arrampicata sulla libreria enorme e avevo scovato qualche libro che avesse potuto interessarmi. Molti di quelli avevano dediche di Narcissa scritte sulle prime pagine, recitavano frasi o pensieri per suo figlio.

Draco mi mancava, non avrei ammesso il contrario, ma quello che mi aveva detto, quello mi aveva ferito. Quindi quando la mancanza diventava troppa mi rotolavo tra le coperte e inalavo il profumo che era insistente tra quelle lenzuola pulite, sembrava che qualcuno lo spruzzasse sopra.

Chiesi alla cameriera di portarmi un giornale e così lo fece tutti i giorni anche se titubante.
Le notizie non riportavano niente fuori dal quotidiano, però era bello essere a contatto con il mondo esterno. Lessi e rilessi uno schifosissimo articolo di Rita Skeeter sul professor Silente ed evitai di appallottolare la carta e lanciarla nel fuoco solo perché non mi andava di restare da sola, le figure che si muovevano erano di ottima compagnia.

Come ogni pomeriggio mi apprestai ad andare in bagno e farmi una doccia, nonostante il Manor avesse le mura spesse ed enormi, il caldo cominciava a farsi sentire. Uscii dopo qualche minuto con l'asciugamano in vita e come se non l'avessi già esplorata milioni di volte, guardai ancora la libreria.

La collezione di Draco era magnifica e guardando in alto notai un libro dalla copertina dorata, decisi che dovevo prenderlo assolutamente. Dopo essermi vestita rapidamente afferrai la scala e la posizionai proprio sotto lo scaffale. Con la mia solita agilità arrivai piano piano fino in cima.

Sentivo i gradini scricchiolare e soprattutto la scala traballare maledettamente, con il senno di poi sarei scesa di sicuro. Quel giorno mi spinsi più in alto del solito arrivando a toccare quasi la cima di quella libreria, ma proprio quando arrivai difronte a quel libro dalla copertina d'oro mi accorsi di un quaderno nascosto. Era tra un libro di alchimia e uno di storia della magia, era nero, leggermente logoro sul fianco. Mi sporsi per prenderlo e la scala tremò sotto i miei piedi, non volevo cadere.

Ma ci pensai troppo tardi, dopo qualche secondo il mio corpo batté violentemente il suolo facendomi mugolare dal dolore. Potevo essere più scema di cosí? Ma guardandomi le mani vidi il quaderno e sorrisi vittoriosa. A fatica mi trascinai fino al letto, il sedere mi faceva un male cane, ma la curiosità era troppa.

Sfogliai velocemente qualche pagina e notai la calligrafia era quella di Draco. Decisi di afferrare una pagina a caso.

Come dovrei scrivere, caro diario mi sa troppo da coglione tassorosso, quindi non scriverò un bel niente.

𝒟𝒾𝒶𝓂𝑜𝓃𝒹 𝐸𝓎𝑒𝓈 //𝒟𝓇𝒶𝒸𝑜 𝑀𝒶𝓁𝒻𝑜𝓎\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora