F.W;

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14 Settembre 1995

Le scalinate che portavano all'aula di divinazione erano una vera tortura, soprattutto dopo una notte insonne come quella che avevo passato.

Ero rimasta sui divani della sala comune, svegliata dagli incubi che mi portavo dietro da l'anno scorso, nello specifico da quando il signore oscuro era tornato. Fin da bambina avevo questo terrore incontrollabile, legato sicuramente al fatto che era il mandante dell'omicidio di mia madre.

Avevo letto un libro su alcuni incantesimi del sesto anno, avevo memorizzato quasi tutti quelli del quinto. Mi ero anche soffermata a guardare la mamma, il suo modo buffo di sporgersi e quel sorriso luminoso mi facevano stare bene, anche solo per un po'.

Scrissi anche una lettera a zio Sirius dove lo ringraziavo per il bellissimo regalo che mi aveva fatto, Harry mi aveva confessato che anche lui si era ritrovato una foto del genere nel suo baule, probabilmente aveva fatto più di una copia.

Gli dissi che mi mancava terribilmente e che sarei andata a trovarlo a Natale, doveva salutarmi zio Remus e Tonks e infine che doveva stare attento, avevo costantemente una brutta sensazione.

Decisi che era meglio non mandare Araclito, sarebbe stato troppo sospetto, quindi chiesi la mattina il gufo di Daphne, era  troppo assonnata per chiedermi il motivo e mi prestò Hinny senza controbattere più di tanto, l'importante, detto da lei, era che la lasciassi in pace.

«La prossima volta ci arrivo con la scopa fino a la su!» borbottai tra me e me mentre la botola sopra la mia testa si apriva.

La sera precedente Draco mi aveva dato buca di nuovo, ma per la sua gioia, Piton era venuto a farmi visita e quando non aveva visto la sua testa bionda, era andato via sbattendo la porta senza dire una parola. Non mi importava di cosa gli sarebbe successo, mi bastava che il professore vedesse che mi stavo impegnando.

La pozione di questa settimana era altrettanto semplice come l'altra, la restringente, roba del "secondo anno" aveva detto Hermione, ma era meglio che cominciassi con i piedi di piombo, non mi sembrava il caso esagerare.

«Sempre in ritardo signorina!» esclamò la vecchia strega facendomi fumate letteralmente le orecchie.

«Beh, se per arrivare alla sua aula si deve scalare tutto il castello!» l'aula si riempì di risatine basse mentre la professoressa sembrava abbastanza irritata.

Presi posto accanto ad Harry, probabilmente Ron era ancora beatamente nel mondo dei sogni.

«Hai bevuto latte inacidito sta mattina?» chiese squadrandomi.

«A te è stata già predetta la morte o dobbiamo aspettare che faccia prima qualche scenetta ridicola?» borbottai afferrando il libro dalla borsa.

Lui scosse la testa versando il the nella tazza, ormai facevamo questa pratica da due anni e l'unica cosa che avevo visto era il Gramo di Harry al terzo, un buon presagio dato che significava che zio Sirius era vicino a noi.

Mi voltai a guardare Harry, a fissare il suo viso rilassato, cosa che era davvero strana da vedere poiché sembrava ogni giorno più teso, come se la paura gli facesse diventare la pelle pallida e continuasse a solcare le borse sotto i suoi occhi blu. Era cambiato talmente tanto dal primo anno che probabilmente neanche lui si sarebbe riconosciuto se si fosse visto allo specchio.

Il suo sguardo era rabbioso e quando il solo pensiero di uccidere Voldemort gli sfiorava la mente, il suo corpo reagiva d'impulso stringendo i pugni. Era proprio quelli che in questo istante stavo guardando.
Nascondeva le mani sotto la tovaglietta ricamata distesa sui tavoli rotondi e bassi dell'aula.

𝒟𝒾𝒶𝓂𝑜𝓃𝒹 𝐸𝓎𝑒𝓈 //𝒟𝓇𝒶𝒸𝑜 𝑀𝒶𝓁𝒻𝑜𝓎\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora